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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

Il forte vento che ha fatto danni nel centro-Italia è colpa soprattutto dell’energia accumulata a causa dei pochi uragani

«Siamo interessati da un’anomalia stagionale che annuncia l’arrivo della primavera» spiega Claudio Rafanelli, climatologo del Centro internazionale scienze della terra del Consiglio nazionale delle ricerche. In questi periodi simili fenomeni ventosi si possono verificare, anche se quanto accade ha tratti molto particolari legati a un evolversi delle stagioni non propriamente corretto. Succede infatti che correnti d’aria fredda dalle zone polari provenienti da Ovest scendono più a Sud e, incuneandosi tra le Alpi e i Pirenei, si scontrano con masse d’aria più calda persistente nell’area mediterranea. Ciò scatena una zona ciclonica che ruota in senso antiorario con rilevanti differenze di pressione che portano venti molti forti, oltre i 100 chilometri orari, come quelli registrati nelle ultime ore, ma anche perturbazioni con piogge persistenti soprattutto nelle regioni centrali. In quanto accade c’è un aspetto molto naturale perché il sole che si sta alzando sull’orizzonte (l’8 marzo si trova al di sopra del Circolo polare artico) inizia a illuminare e a riscaldare l’atmosfera nelle regioni polari settentrionali finora avvolte dal buio. Di conseguenza l’aria si espande e innesca processi meteorologici tipici della primavera. Marzo è per sua natura un mese ventoso mentre, come tradizione, aprile dovrebbe far notizia per i temporali; ma queste regole sono state abbastanza stravolte negli ultimi anni. «A parte la stagionalità – sottolinea Rafanelli – vanno considerati altri elementi: nei mesi scorsi si è registrato un basso numero di uragani e quelli che si sono manifestati erano piccoli, questo ha favorito un accumulo di energia nell’atmosfera che adesso sotto l’azione dei raggi solari inizia a liberarsi generando perturbazioni. Nelle indagini statistiche si è visto che quando si verifica una bassa attività nei cicloni tropicali nei mesi successivi il clima è anomalo». Per quanto riguarda i venti c’è un’aggravante legata all’orografia del nostro territorio. Le correnti in arrivo dal mare scontrandosi con i monti e la catena appenninica accelerano la loro velocità diventando più violente e in alcuni casi più distruttive. «Già dalla notte e nella giornata odierna – afferma Rafanelli – il fenomeno dovrebbe attenuarsi e il clima diventare più mite. L’area ciclonica è destinata a spostarsi verso le regioni orientali e quindi abbandonare la Penisola».