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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

Una nuova accusa contro Emilio Fede: tentata estorsione a Silvio Berlusconi. Per i pm di Milano voleva 5 milioni da Marina per non parlare di Ruby

Davvero un vulcano di idee, Emilio Fede: non contento di aver cercato di truffare Silvio Berlusconi tenendosi una parte dei soldi destinati a Lele Mora durante l’inchiesta «Ruby», questa volta l’ex direttore del Tg4 aveva architettato un piano per cercare di estorcere all’ex Cavaliere altri 5 milioni, poi ridotti a due, coinvolgendo perfino Marina Berlusconi che, secondo i suoi progetti, avrebbe dovuto versare il denaro dall’estero su un conto svizzero.
Piano fallito
Piano ovviamente rimasto solo sulla carta, o meglio su una registrazione digitale ora allegata agli atti depositati ieri dal pm Silvia Perrucci a conclusione dell’inchiesta che vede Fede indagato per concorso in tentata estorsione, insieme al suo ex personal trainer Gaetano Ferri e ad altre due ragazze, Maria Madeo e Michela Faioni che materialmente truccarono le foto a luci rosse di Mauro Crippa, capo dell’informazione Mediaset e cercarono, sempre istigate da Fede, di confezionare un filmato con Fedele Confalonieri in compagnia di minorenni. Il nuovo tentativo di estorsione è contenuto nei famosi colloqui registrati da Ferri con Fede e sequestrati oltre un anno fa dalla procura di Monza (poi trasmessi per competenza a Milano e Palermo) dove l’Emilio nazionale non solo si dilungava sui presunti rapporti mafiosi di Dell’Utri a copertura di Berlusconi ma, nei nastri denominati «Santanchè», «due milioni.m4a» e «Emilio 09.06.12 L.M.», spiegava al suo allenatore come ottenere altri soldi da Berlusconi. Da una parte per non rivelare l’esistenza dei fotomontaggi su Crippa (in compagnia di un transessuale e mentre sniffa cocaina) e di video (in realtà mai realizzati) compromettenti su Fedele Confalonieri.
Vicenda Ruby
Ma dall’altra, sospetta la Procura, per non rivelare alcune circostanze relative alla vicenda Ruby. Il piano per estorcere i 5 milioni di euro a Berlusconi in realtà abortì perché Ferri si rifiutò di portarlo a termine e anzi cercò di contattare l’ex Cavaliere ad Arcore. Venutolo a sapere, Fede, secondo il pm, lo minacciò con degli sms: «...Stanotte mi riceve a palazzo Grazioli, se conferma che vi siete incontrati riparto subito con due o tre amici…e vengo a cercarti. Uno ti conosce bene...questa volta non mi sfuggi, capito???». Dalle indagini è emerso che Fede si rivolse effettivamente ad alcuni pregiudicati pugliesi per dare una «lezione» a Ferri, ma non se ne fece nulla perchè Emilio tirava troppo sul prezzo.
A sua volta Ferri è accusato di aver estorto dei soldi a Fede (700 euro) minacciandolo di rivelare tutta la tresca ai giornali. «Dimenticavo, ho anche una registrazione dove dici che Briatore ha testimoniato il falso nel processo dove Berlusconi era imputato con un avvocato inglese», si legge in un sms inviato dall’allenatore. E ancora: «So che non andrai in carcere, ma ai tuoi amici dovrai spiegargli tante cose... Altro che vittima, sei un carnefice e tra 48 ore lo sapranno tutti!...». E quindi, dopo aver insistito per avere i soldi, Ferri scrive: «Ecco, che cazzo vuoi? Vuoi i nastri? Domani te li faccio avere sui giornali i nastri». Con Fede che rispondeva: «Dimmi il prezzo per evitare i nastri…dimmi cosa vuoi da me. Dimmi cosa altro male vuoi farmi? …Ho detto di Briatore? Ho detto di Napolitano? Ho detto di Dell’Utri? Hai i nastri, usali, vuoi restituire gioielli, soldi, orologi? Fallo...».
Ingiusto profitto
In compenso, prima ancora che tra i due scoppiasse la lite, Ferri aveva girato alcune redazioni di giornali proponendo le foto di Crippa. Secondo l’accusa, infatti, Fede avrebbe architettato la storia dei fotomontaggi per impedire che Crippa, come poi avvenne, lo licenziasse la sera del 28 marzo 2012. Le foto e i (neanche tanto) velati ricatti, servirono poi al giornalista per ottenere un accordo transattivo (800 mila euro subito più 700 mila all’anno per tre anni, oltre a casa, autista e segretaria), considerato ora «ingiusto profitto» dalla Procura. Un rapporto interrotto un paio di mesi fa e impugnato da Fede davanti al giudice del lavoro con una richiesta danni di 10 milioni di euro. Come dice il proverbio: dai nemici mi guardi Iddio, che dagli amici….