Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 05 Giovedì calendario

L’ultimo ammonimento di Papa Francesco: «Dimenticare i nonni è peccato mortale». Bergoglio trasforma l’udienza generale in un «manifesto» a favore della terza età. Oggi all’Accademia della vita un convegno sull’assistenza e le cure palliative

Rispettare gli anziani è un dovere, abbandonarli è un peccato mortale. «Se non trattiamo bene i nonni, i figli ci tratteranno male». Francesco trasforma l’udienza generale in «manifesto» della terza età e reclama più solidarietà tra le generazioni. Descrive il «nonno relegato in cucina, perché si sporca quando mangia», e avverte: «Otto mesi senza una visita dei figli agli anziani in ospizio è peccato mortale». Un monito.
Il Papa affronta le situazioni che vivono gli anziani, cita le statistiche, racconta episodi vissuti personalmente e difende a spada tratta i vecchi. Legge con forza il discorso preparato, mette veemenza soprattutto negli inserti a braccio, usa parole forti. «La medicina ha allungato la vita, ma la società non si è allargata alla vita», e vede gli anziani come un «peso» e ne rimuove la «fragilità» e li scarta. Quindi «una società che abbandona gli anziani, porta con sé il virus della morte». Francesco dedica ai nonni la catechesi del ciclo sulla famiglia: i vecchi non sono una zavorra e non sono alieni, una società senza gratuità è perversa.
«Se in una società non c’è posto per gli anziani, sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte». Intanto «gli studiosi in Occidente segnalano che i figli diminuiscono e i vecchi aumentano». Uno sbilanciamento che è «una sfida per la società contemporanea». Ma «la cultura del profitto insiste a far apparire gli anziani come un peso». Infatti, «fino a quando siamo giovani siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come fosse una malattia da tenere lontano». Perciò «la qualità e la civiltà di una società si giudica da come sono trattati gli anziani e dal posto loro riservato nel vivere comune». Scartare «è brutto ed è peccato, non si osa dirlo apertamente, ma lo si fa», denuncia Bergoglio. Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia della Vita, ribadisce che «l’anziano non deve essere considerato un optional: fino alla fine è protagonista». Oggi all’Accademia si apre un convegno su assistenza agli anziani e cure palliative»: «La vita, anche in età avanzata ha sempre un futuro». Francesco ricorda il colloquio con un’anziana in un ospizio a Buenos Aires: «I suoi figli vengono a visitarla? «Sì, sempre». «E quando l’ultima volta?» «Mah, per Natale». Il Papa commenta: «Eravamo in agosto.Questo si chiama peccato mortale, capito?».