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 2015  marzo 04 Mercoledì calendario

«La mia ossessione non è rimanere in cima ma continuare a scrivere canzoni che la gente ascolterà tra cinque, dieci o vent’anni. Come ho sempre fatto». Parola di Madonna. L’icona del pop parla di figli, dischi e un po’ di politica

«DOPO quello che mi è successo la settimana scorsa, non temo davvero più nulla». Una battuta per liquidare – e, spera, archiviare – la caduta ai Brit Awards e poi il pensiero al futuro, ai tour, all’album, ai nuovi progetti. A Milano per registrare la puntata di Che tempo che fa con Fabio Fazio, in onda domenica – Madonna mette subito le cose in chiaro: nonostante le continue critiche e gli assalti di Lady Gaga e della più giovane Miley Cyrus, non ha intenzione di abdicare al trono di regina del pop. «La mia ossessione non è rimanere in cima – dice – ma continuare a scrivere canzoni che la gente ascolterà tra cinque, dieci o vent’anni. Come ho sempre fatto». Le dita coperte da anelli, vestita di rosso come una diva flamenco, il crocifisso di diamanti appeso al collo, Madonna, 57 anni, non nasconde l’orgoglio per la sua ultima creatura, Rebel Heart, nuovo disco dopo i due milioni di dischi venduti con M-DNA e 33 anni di carriera, in uscita il 10 marzo, un frullatore pop dentro cui ha messo di tutto, da Giovanna d’Arco agli Illuminati, dal reggaeton all’elettronica, convocando alla sua corte produttori come Diplo, Avicii, Billboard, nonché Nicki Minaj, Kayne West e, addirittura, l’ex pugile Mike Tyson. «Tengo sempre le orecchie aperte sulle tendenze musicali in giro. In fondo un po’ di gusto in questi anni ho dimostrato di averlo».
Quanto è difficile oggi essere Madonna, non deludere le aspettative ecc...?
«Il problema non è questo. È come riuscire a scrivere musica che trasmetta ancora qualcosa, che comunichi emozioni alle persone. Può essere alla moda o meno, firmata da un deejay importante o no, ma alla fine una canzone deve rimanere in piedi anche se cantata solo con una chitarra, un pianoforte o a cappella. Questa è la sfida più grande».
“Iconic”, uno dei brani del nuovo disco, comincia con un monologo di Mike Tyson. Come ci è finito nel suo album?
«Scrivevo quel pezzo e pensavo a un personaggio riconoscibile dalla gente che fosse riuscito a arrivare in cima al mondo, ma pagando un prezzo molto alto. Quell’uomo era Tyson, un sopravvissuto. Così l’ho chiamato e, nonostante non sia un cantante e nemmeno un rapper, devo dire che la sua voce ha funzionato».
Per quel pezzo Tyson ha detto di essersi ispirato ai comizi di Mussolini...
«Sì, lo so, ma non intendeva certo il contenuto dei discorsi di Mussolini. Parlava dell’impostazione vocale, del tono, potente, che aveva per arringare la folla».
“Joan of Arc”, un altro brano, parla dei social network e dell’impatto dei commenti negativi: “Ogni volta che scrivono una parola d’odio trascinano la mia anima nel fango”.
«Perché è un problema che sento molto e che non coinvolge solo me, ma anche i miei figli» Che vuol dire? Che tipo di mamma è?
«Li ho cresciuti facendo loro capire la differenza tra la mia vita professionale e la mia vita da madre. Ma non è facile. Rocco (il figlio avuto dal regista Guy Ritchie, nda) ha quattordici anni, usa molto Instagram e succede che si ritrovi a difendermi dagli insulti. E a volte capita che rimaniamo feriti o colpiti da ciò che leggiamo. Siamo esseri umani, credo sia normale».
Che ne pensano i suoi figli di Rebel Heart ?
«Hanno amato molto alcune canzoni, altre meno. E io sto attenta al loro giudizio. Hanno buon gusto e opinioni forti. Come la madre».
Qualche giorno fa durante un’intervista a una radio francese lei ha detto che in Europa si respira un’aria da Germania nazista. Perché?
«È una sensazione che ho avuto durante il mio ultimo tour, una percezione che poi mi ha portata a girare un cortometraggio, Secretprojectrevolution. Mi sembra ci sia un’intolleranza crescente verso tutti quelli che sono diversi, ho visto una discriminazione forte, per questo ho detto quelle cose. Se vogliamo convivere dobbiamo alzare il livello di tolleranza. Quello che è successo a Charlie Hebdo ha svegliato tutti perché abbiamo sempre dato per scontata la nostra libertà. E ce ne accorgiamo solo quando manca».Il prossimo 20 novembre arriverà a Torino per la sua unica data italiana. Cosa vedremo?«Ancora non lo so. In questo momento il mio cervello è come una spugna che assorbe informazioni e spunti, ma non so ancora dire cosa vedrete precisamente. Un’anticipazione però posso darla: sarà qualcosa di mai visto prima. Non amo ripetermi».Lei è stata molto critica verso Putin e la Russia. Suonerà a Mosca?«Al momento non credo che la Russia sia tra i Pa«È una sensazione che ho avuto durante il mio ultimo tour, una percezione che poi mi ha portata a girare un cortometraggio, Secretprojectrevolution. Mi sembra ci sia un’intolleranza crescente verso tutti quelli che sono diversi, ho visto una discriminazione forte, per questo ho detto quelle cose. Se vogliamo convivere dobbiamo alzare il livello di tolleranza. Quello che è successo a Charlie Hebdo ha svegliato tutti perché abbiamo sempre dato per scontata la nostra libertà. E ce ne accorgiamo solo quando manca».Il prossimo 20 novembre arriverà a Torino per la sua unica data italiana. Cosa vedremo?«Ancora non lo so. In questo momento il mio cervello è come una spugna che assorbe informazioni e spunti, ma non so ancora dire cosa vedrete precisamente. Un’anticipazione però posso darla: sarà qualcosa di mai visto prima. Non amo ripetermi».Lei è stata molto critica verso Putin e la Russia. Suonerà a Mosca?«Al momento non credo che la Russia sia tra i Paesi toccati dal nuovo tour, ma se decidiamo di andarci certo che lo farò. Non ho mai avuto paura di andare da nessuna parte».esi toccati dal nuovo tour, ma se decidiamo di andarci certo che lo farò. Non ho mai avuto paura di andare da nessuna parte».