il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2015
La banda e la biro. Perché l’Italia è sempre in ritardo nelle rivoluzioni
La parola “banda” vuol dire tante cose: c’è la banda musicale, quella della Marina, dell’Esercito, quella dei Carabinieri, la migliore, poi c’è la Banda D’Affori, la Banda della Magliana e c’è la famigerata Banda Larga che in Italia ancora non c’è. Serve per registrare su Internet tutto quello che vuoi in modo superveloce. Per esempio un film si può registrare in una frazione di secondo. Mi ricorda quello che fu, ai miei tempi, la famosa penna Biro. Una vera rivoluzione. A scuola usavamo la penna col pennino e l’inchiostro che puntualmente trovavamo nel calamaio incorporato nel banco che, tutte le mattine, il bidello riempiva di inchiostro fresco. All’esame di maturità del Liceo Scientifico Francesco Petrarca di Arezzo, durante l’esame di italiano della maturità, io ero in possesso di una fantascientifica Penna Biro che mio padre aveva avuto in regalo da un americano suo amico e che subito mi passò. I professori mi guardavano increduli di tanta “magia”. I miei compagni erano ancora rimasti col pennino, il calamaio, le macchie d’inchiostro, il foglio di protocollo d’ordinanza, la carta assorbente, la gomma da cancellare. E io con la mia stupefacente penna Biro, quasi un marziano. Ecco la Banda Larga è mille volte più avanti della penna Biro dell’epoca. Ma in Italia non c’è e quando arriverà da noi, chissà quando, saranno già arrivate la banda extra-large, quella tridimensionale e, forse, anche quella da mangiare gratis.