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 2015  marzo 04 Mercoledì calendario

L’ultimo venerdì di Berlusconi tra i malati di Alzheimer: «Ha cantato con Confalonieri, messo musica, sparecchiato, sorretto i pazienti nelle passeggiate... Senza mai fare lo schizzinoso e sempre puntuale». La relazione della Sacra Famiglia di Cesano Boscone sembra essere molto positiva. Ora la parola va di nuovo ai giudici

«Ha anche cantato, prima di Natale, con Fedele Confalonieri al pianoforte». Così riferiscono quelli che c’erano: «E hanno anche portato dentro il loro pianoforte», aggiungono. Ma oltre il padiglione San Pietro, dedicato all’Alzheimer, non se n’è accorto quasi nessuno. Perché «Silvio Berlusconi arrivava e se n’andava con la scorta, e fuori del reparto dove lavorava, e dicono che ha lavorato senza fare lo schizzinoso, qui alla Sacra Famiglia era come un fantasma. Beh, a parte le prime settimane, quando gli hanno mostrato i guai che ci sono, e le cure che diamo», dice un infermiere alle soglie della pensione, parlando di Berlusconi già all’imperfetto.
Cala il sole sulla gigantesca struttura di Cesano Boscone, alle porte di Milano, dove l’ex premier ha evitato il carcere grazie all’affidamento in prova al servizio sociale. E l’infermiere, come tanti altri, dall’usciere baffuto al presidente Paolo Pigni, attende «l’ultimo venerdì di Berlusconi». La misura cautelare è agli sgoccioli. Il leader di Forza Italia ha finito di scontare la pena per frode fiscale cominciata lo scorso 9 maggio. A febbraio ha ottenuto lo sconto di 45 giorni; insomma per pareggiare i conti con la giustizia gli sono bastati dieci mesi, fatti da una mattina a settimana, al nucleo Alzheimer, sotto la diretta responsabilità della dottoressa Giuliana Mura, responsabile del reparto. Dopo domani, basta servizio sociale.
Ogni venerdì, dalle 9 alle 13, un «puntualissimo» Berlusconi ha imboccato alcune persone, «ha raccontato storie, barzellette, organizzato piccoli sketch». Quali? Non ce lo dicono, ma quello che viene ripetuto da chi conosce da vicino la situazione è un concetto che spiega il senso della pena: «A Berlusconi in questi mesi non è stato mosso alcun rimprovero».
In che senso? «Non ci sono state esuberanze, come si temeva da più parti, né scorrettezze. Cioè, a volte dal servizio sociale arrivano soggetti che vogliono dire sempre la loro. Berlusconi, dopo il primo impatto, ha compreso esattamente la drammaticità e la bellezza dell’aiuto che poteva offrire. E così ha cantato, messo musica, sparecchiato, sorretto nelle passeggiate... E poi alle persone con l’Alzheimer, persone fragili, delicate, ci si affeziona, e anche tra alcuni di loro Berlusconi è diventato popolare. Ha avuto rapporto positivo, sia per lui, sia per le persone che sono qui. Il che fa dire che questo era il “posto adatto”, e sì, con una frase come questa si potrebbe essere “cattivi”, ma – si sottolinea – sarebbe del tutto fuori luogo».
Lo stesso Berlusconi, dopo alcune sortite contro i magistrati e il presunto «accanimento giudiziario» subito, lo scorso primo luglio era salito al settimo piano del palazzo di giustizia. Per sentirsi dire da Beatrice Crosti, il giudice incaricato di occuparsi dei detenuti il cui cognome inizia con la lettera «B», di «non usare mai più frasi offensive, questo non è un gioco, i magistrati non sono solo quei pochi di cui legge sui giornali, ma sono ben di più e lavorano». Dopo quell’aut aut (il rischio era di finire alla detenzione ad Arcore, senza possibilità di trasferte romane), Berlusconi s’era auto-zittito e dedicato alla vita di reparto.
Poche le immagini uscite sulla sua permanenza al «nucleo Alzheimer»: alcune foto su due settimanali e un video di Stefano Apuzzo, ex parlamentare dei verdi, ripreso da Repubblica. In quel video compariva Berlusconi che accoglie i parenti e fa un regalino mentre gli altoparlanti diffondono la canzone «Rosamunda». E la stessa Rosamunda, insieme alla celebre «La vien en rose», è stata cantata da Berlusconi, con al piano Fedele Confalonieri, lo scorso dicembre. I due amici hanno fatto a beneficio dei degenti e del personale un «amarcord» dei concerti che, poco più che ventenni, tenevano sulle navi da crociera. Mezzo secolo dopo, con tutto quello è accaduto a loro e all’Italia, chi l’avrebbe mai potuto prevedere?
In questi giorni la Sacra Famiglia consegnerà una relazione ufficiale, con la valutazione di Berlusconi, all’Uepe, l’ufficio del ministero di Giustizia incaricato di seguire il lavoro esterno. L’Uepe di Milano invierà le sue analisi al giudice. Il giudice, a sua volta, chiederà al tribunale di fissare (a volte occorrono mesi) l’udienza che dichiara estinta la pena della detenzione. È un’udienza importante, non solo di routine: vengono discusse le «pene accessorie», come – è il caso di Berlusconi – l’interdizione dai pubblici uffici. Su quest’iter, che pareva in discesa, aleggia un possibile, se non probabile intoppo. Come si sa, la procura di Milano sta stringendo i tempi sull’inchiesta Ruby-ter. Se Berlusconi sarà rinviato a giudizio, il procuratore generale Antonio Lamanna, che segue il fascicolo, potrà chiedere di valutare la «pericolosità» di Berlusconi. Tornato al centro di un’accusa grave, la corruzione di testimoni. Anche la questione del passaporto, che gli è stato tolto, può non filare liscia. «Tornerò da volontario alla Sacra Famiglia», diceva nei mesi scorsi Berlusconi. Sinora, non risulterebbero richieste ufficiali.