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 2015  marzo 04 Mercoledì calendario

Strade pulite, turismo e movida: così De Luca ha cambiato Salerno. «Prima la città era spenta. Ora non più». Ma c’è chi non manda giù quella miriade di cantieri aperti, lavori che rischiano di non essere finiti mai

Ma com’ è la Salerno di Vincenzo De Luca, condannato per abuso di ufficio e magnificato a furor di popolo? 
Al Circolo Canottieri Irno, classe 1910, Collana d’oro al merito sportivo, si aspetta il tramonto per l’aperitivo sulla terrazza a mare. Barche dei soci ormeggiate, neanche un brivido di vento. Sul lungomare il footing non è disturbato dai soliti vu cumprà. Stasera si va al ristorante, meglio, all’Opera, che da quando governa la bacchetta del maestro Daniel Oren è un trionfo di Verdi, di Puccini e di pienoni. Evviva il Rinascimento salernitano, fatto di strade pulite e di lavavetri azzerati, di movida in centro al riparo dello scippo, di periferie non più Bronx. E di record nella raccolta differenziata. Una porta sulla costiera amalfitana da guardare in prospettiva, la più bella costa del mondo e ci si arriva a piedi. Da Pontecagnano a Vietri ecco la citta che sta sul mare ma non è di mare, una voglia infinita di riscatto, come dire, oltre Napoli c’è di più. La cantava un grande poeta, Alfonso Gatto, che alla sua città dedicò «Salerno, rima d’eterno».
Claudio Gubitosi è della partita. Un genio che si è inventato il Festival di Giffoni Valle Piana, idea per ragazzini, format che gira il mondo. «Salerno è una grande madre per Giffoni. Vent’anni fa presentò il teatro d’avanguardia, un certo modo alternativo di fare cultura. Poi la storia si è interrotta. Oggi finalmente è rinata come città dall’identità forte. Fa riflettere il dato turistico 2014 fornito dalla Banca d’Italia: mentre Napoli cresce del 7% Salerno del 18%. Aggregazione, orgoglio e la potenza impressa alla crescita: alberghi, ristoranti, il porto commerciale, la marina d’Arechi, la trasformazione morfologica enorme, con tutte le polemiche del caso». Che sono profonde quanto questo mare. E tutte hanno un solo indirizzo, il sindaco De Luca, la sua verve da sceriffo, un modo di fare alla Bassolino più a sud, la cordata di amici fidati, quell’aria di moderno e di tradizionale che sconfinano l’uno nell’altro.
Salerno la Berna del meridione se non si dà retta alle chiacchiere e se non si cerca lo sporco sotto il tappeto buono. Maldicenze di detrattori che parlano di fumo negli occhi e di città che è un monumento al non finito. Strutture partite e mai ultimate come quella a ferro di cavallo sorta su un fabbricato, ex Jolly Hotel comprato per essere abbattuto. Sul lungomare fa ombra alla costiera, nasceva per uffici, abitazioni e negozi, vedrà la fine al più presto si dice. O la cittadella giudiziaria, inaugurata a tranche, prima le scale, poi la facciata, poi le porte. Nella zona industriale il polo nautico segue lo stesso destino. I lavori sono tanti, impossibile pretendere che vengano finiti troppo in fretta. I detrattori non dicono che sono state costruite strade, tante, e fontane, ancora di più. E neppure che in centro la violenza è finita. «La delinquenza a Salerno non c’è mai stata perché questa è terra dei Casalesi e quelli grane non ne vogliono», dice un signora di qui che tiene all’anonimato. Ma si sa, le famiglie della Salerno bene hanno sempre avuto il cuore rivolto a destra.
Lo scrittore Diego De Silva dice della sua città: «Ho visto Salerno cambiare. Era spenta, malinconica e anche stimolante, ti faceva crescere la voglia di andare via. De Luca l’ha riscoperta a se stessa, lavorando su quanto di bello c’era e che era sommerso. Ed è la riqualificazione urbana che sta alla base del suo consenso largo».
Allora De Luca ha fatto O’ miracolo? «De Luca ha pregi e difetti – suggerisce Gubitosi che lo conosce molto bene – Sbaglia a ritenere che siano tutti suoi nemici personali quelli che non la pensano come lui. In compenso è schietto. Si scontra con i grandi successi di Caldoro che in una regione al disastro ha fatto miracoli. Se l’uno è sempre presente, l’altro è schivo e invisibile ma tutti e due hanno ottenuto grandi risultati. Identici ma con stile opposto».