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 2015  marzo 04 Mercoledì calendario

E, per la prima volta nella storia, Mediaset taglia gli stipendi ai giornalisti. Dalle bustepaga sparisce l’indennità multimediale, quella ripagava i cronisti del loro impegno su più testate, ma arriva un nuovo premio legato ai risultati

Mediaset che compra l’esclusiva della Champions (a febbraio 2014, per 690 milioni). Mediaset che mette sul piatto 1,2 miliardi, in queste ore, per prendersi le torri tv della Rai. Mediaset che è pronta a sforbiciare la busta paga dei suoi giornalisti per la prima volta nella storia. Succede anche questo nel gruppo Berlusconi: grandi investimenti, dolorose economie. Una contraddizione in termini che è stata sottolineata più volte giovedì 26 febbraio, in assemblea sindacale, da quei redattori contrari al nuovo accordo retributivo. Accordo poi firmato il giorno dopo, quando non si erano ancora sopite la lite tra i giornalisti Mediaset e l’accusa (degli sconfitti ai vincitori) di irregolarità nel voto decisivo.
Giovedì, in assemblea di redazione, arriva il nuovo Contratto Integrativo, dove sono precisati i benefit e i guadagni extra dei giornalisti del gruppo. Nel precedente Contratto, ormai scaduto, i giornalisti di Berlusconi potevano contare su una voce fissa e certa. Era l’Indennità multimediale, che ripagava i cronisti del loro impegno su più testate e su più mezzi di comunicazione. In busta paga, finivano 200 euro lordi al mese, 2400 l’anno. Altro extra, ma variabile nell’importo, era il Premio di produzione, assegnato in base al Ros che Mediaset centrava ogni anno. Il Ros indica il ritorno economico sulle vendite. Questo Premio di produzione, nel vecchio Contratto Integrativo, era molto flessibile e aumentava d’importo ad ogni minima oscillazione al rialzo del Ros.
Il nuovo Contratto Integrativo contiene intanto una brutta sorpresa perché la voce fissa e carta (la Indennità multimediale) sparisce. Evapora. Questa Indennità viene, teoricamente, assorbita da un nuovo mega Premio di produzione, sempre collegato al Ros. Durante l’assemblea di giovedì, una nutrita schiera di giornalisti (tutti di News Mediaset, la struttura comune che alimenta di servizi televisivi i vari telegiornali del gruppo) contesta l’innovazione. Primo perché quello che era sicuro (l’Indennità multimediale) diventa incerto; secondo perché il Ros aziendale ha risentito e potrebbe risentire ancora dei venti della crisi; terzo perché cade la super-flessibilità al rialzo del Premio.
I Cdr di Mediaset, cioè le rappresentanze sindacali interne, non condividono il pessimismo dei contrari, certi che il Ros del gruppo si impennerà dal 2016, perché così profetizzano «alcuni analisti finanziari» da loro consultati. Peraltro il nuovo Contratto integrativo, mentre chiede dei sacrifici ai vecchi giornalisti, premia quelli del futuro e precari, assunti in 20.
Il nuovo integrativo viene messo in votazione. E i Cdr – che lo difendono – portano a casa due vittorie: la maggioranza dei giornalisti Mediaset vota a favore dell’accordo, e questa maggioranza si delinea in tutte le newsroom del gruppo. Anche nell’agenzia comune News Mediaset dove si annida il maggior numero di contrari. Qui però scoppia l’incendio perché i contrari di News Mediaset gridano all’irregolarità del voto e invocano – tra il serio e lo scherzoso – l’invio degli osservatori dell’Onu. Venerdì i Cdr di Mediaset si precipitano a firmare il nuovo accordo retributivo con l’azienda. Ma intanto l’Associazione Stampa Romana in una nota ufficiale chiede conto delle presunte irregolarità nelle votazioni. Venerdì sera, un rappresentante dei Cdr ammette l’errore. Riconosce cioè che i no all’Integrativo hanno vinto, sia pure di misura, nell’agenzia comune News Mediaset. Il Contratto, però, entra in vigore lo stesso perché il ribaltamento nella sola News Mediaset non sovverte il verdetto generale.