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 2015  marzo 03 Martedì calendario

Per la prima volta dal 1981 la Germania aumenterà la spesa per la Difesa. Pesa la crisi ucraina. Ha spiegato il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble: «Di fronte alle crisi e all’instabilità nel mondo, dobbiamo sopportare una spesa per la Difesa più alta»

Per la prima volta dal 1981 (escluso il 2009) la Germania aumenterà la spesa per la Difesa (come percentuale del Prodotto interno lordo). Lo ha confermato in un’intervista il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. «Di fronte alle crisi e all’instabilità nel mondo, dobbiamo sopportare una spesa per la Difesa più alta», ha detto. È il segno di una revisione strategica di notevole rilievo e di una svolta politica annunciata.
La revisione strategica riguarda la lettura che Berlino fa della Russia di Vladimir Putin dopo l’annessione della Crimea e l’intrusione nell’Ucraina dell’Est. Dalla metà dell’anno scorso, Angela Merkel ha cambiato opinione sulla natura e gli obiettivi del Cremlino. E con lei, anche se con diverse sfumature, gran parte della società politica e – spesso a malincuore – delle imprese che con la Russia lavorano intensamente. Ora, l’opinione è che Putin abbia rotto gli indugi e si sia messo sulla strada della ricostruzione di uno spazio simile a quello coperto dall’ex Unione Sovietica e la percorra con mezzi inaccettabili. Per la cancelliera, la minaccia più grave per l’Europa oggi non è la crisi greca ma sono la crisi ucraina e l’aggressività del Cremlino.
La svolta politica sta nell’accettazione da parte del governo e del mondo politico tedeschi di un dovere di maggiore presenza negli affari internazionali. Nonostante la maggioranza (60%) dell’opinione pubblica non sia favorevole, i leader del Paese più rilevante d’Europa sanno di non potere fare a meno di svolgere un ruolo non secondario negli affari internazionali, a maggior ragione se ai confini dell’Europa. I primi a sottolineare l’obbligo di questo cambio di stagione furono, un anno fa, il presidente federale Joachim Gauck, il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e il ministro della Difesa Ursula von der Leyen. Ora, le dichiarazioni prendono gambe.
Schäuble non ha indicato di quanto sarà aumentato il bilancio della Difesa. Ha detto che la crescita inizierà nel 2017 perché nel 2016 l’industria non sarebbe pronta per maggiori investimenti. In teoria, però, l’aumento dovrebbe essere significativo: a un vertice Nato dello scorso settembre la Germania si è impegnata – come gli altri membri dell’Alleanza atlantica – a portare gli investimenti al 2% del Prodotto interno lordo ma quest’anno si fermerà ancora all’1,1 per cento. Stando ai dati dello svedese Sipri, uno dei maggiori centri di analisi militari del mondo, la Germania ha visto decrescere costantemente i suoi investimenti nella Difesa dal 1981, quando le dedicava il 3,2% del Pil.
Il risultato di questo declino è che le forze armate sono in uno stato di decadimento. Caserme inabitabili, pochi mezzi, aerei che si fermano. Una capacità difensiva ridotta, limitata anche da scelte fatte negli ultimi cinque anni nella convinzione che l’Europa fosse destinata a non essere mai più minacciata. Per questo, il mese scorso la signora von der Leyen ha lanciato una consultazione per arrivare a un nuovo Libro Bianco sulla Difesa: nel prossimo anno e mezzo più di duecento esperti militari e di relazioni internazionali, politici, esperti dell’industria e dei media ridisegneranno la strategia delle forze armate tedesche – Bundeswehr – nell’era Putin.