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 2015  febbraio 24 Martedì calendario

Con il 30 per cento Marine Le Pen si appresta a vincere le provinciali

Tra un mese si terranno in Francia le elezioni dipartimentali (i 101 dipartimenti francesi equivalgono alle nostre province), e il sondaggio Ifop pubblicato ieri dal Figaro sembra confermare la solita tendenza: il Front National avanza, fino a essere il primo partito con il 30 per cento delle intenzioni di voto, davanti all’alleanza tra destra (Ump) e centro (Udi) che si ferma al 28%, e al partito socialista al governo fermo al 20%. 
Il Front National si è già vantato di essere «il primo partito di Francia» alle elezioni europee della primavera 2014, quando ottenne il 25% dei voti. Si disse allora che quel risultato andava relativizzato, che le europee sono di solito l’occasione per dare uno schiaffo alla classe politica. Ma questa interpretazione è un modo per non vedere la verità: chi vota per il Front National lo fa perché crede nei suoi valori. È un voto di adesione, non di protesta. Ecco perché da cinque scrutini consecutivi il partito fondato da Jean-Marie Le Pen acquista consensi. 
Il momento di grazia di Marine Le Pen è tale da travolgere qualche volta le cautele dei sondaggisti: per esempio, quest’ultima ricerca pubblicata dal Figaro è stata condotta sulle intenzioni di voto come se si trattasse di un’elezione nazionale, senza tenere conto delle particolarità locali. A fine gennaio, un altro sondaggio Ifop dava Marine Le Pen in testa al primo turno della presidenziale del 2017, ancora con il 30 per cento dei voti. Ma è discutibile analizzare l’orientamento dei francesi per un’elezione che si terrà tra due anni, chiedendo di rispondere «come se si votasse domenica prossima»: neanche si conoscono i candidati, e di qui al 2017 tutto può cambiare. 
È probabile che Marine Le Pen goda in parte, grazie anche ai continui sondaggi, di un clima da profezia che si auto-avvera. Allo stesso tempo, chiarito il valore non definitivo di queste ricerche d’opinione, la leader del Front National è senza dubbio la personalità politica in ascesa. La sua strategia di «sdoganamento» ogni giorno fa un passo avanti, e ieri vi ha contribuito Roger Cukierman, presidente del CRIF (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia). 
Ieri sera si teneva la 30esima, importante cena annuale del Crif,con il presidente François Hollande tra gli invitati. A chi gli chiedeva un commento sul sondaggio, Cukierman ha risposto così: «Dietro Marine Le Pen, che è personalmente irreprensibile, ci sono tutti i negazionisti, i reduci di Vichy, i petainisti. Per noi, il Fn è un partito da evitare». Sembra – ed è – una condanna del Front National, ma a fare notizia è l’espressione «personalmente irreprensibile» a proposito di Marine Le Pen. 
Molte le reazioni stupite, tra le quali quella dello storico Serge Klarsfeld: «La signora Le Pen dirige un partito che sconta le prese di posizione antisemite di suo padre, tuttora presidente onorario del Fn». Cukierman insiste: «Non voterò mai per il Front National, ma è un partito che non commette violenze. Tutte le violenze oggi, diciamolo, sono commesse da giovani musulmani». Il Consiglio francese del culto musulmano, dopo avere ricordato che la recente profanazione di centinaia di tombe ebraiche in Alsazia non era affatto opera di islamici, ha deciso di non partecipare più alla cena del Crif. Come accade sempre più spesso, Marine Le Pen non ha bisogno di fare nulla: sono le cose a mettersi da sole in suo favore.