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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

“Cinquanta sfumature di grigio” sul grande schermo, tra scene di sesso in auto, nelle docce e nelle barche, tra catene e fruste e maschere sadomaso. «È un film sexy ma di classe», assicura la regista Sam Taylor-Johnson

La Stampa,
Dire che Cinquanta sfumature di grigio è stato un grande successo editoriale è riduttivo. Anche la parola fenomeno non dà un’idea di che cosa è avvenuto quando il primo dei tre libri della serie di E. L. James è stato pubblicato con oltre 100 milioni di copie in 37 lingue vendute in giro per il mondo, cinque delle quali in Italia.
Milioni e milioni di persone rapite nel seguire la storia di Anastasia Steele e di Christian Grey, tra scene di sesso in auto, nelle docce e nelle barche, tra catene e fruste e maschere sadomaso. Dolore e piacere. Sesso e dominazione. Desiderio e umiliazione.
L’autrice ha modellato la sua saga su quella di Twilight: Anastasia e Christian come Bella ed Edward. E infatti quando è arrivato il momento del casting avrebbe voluto Robert Pattinson. Christian Grey è invece Jamie Dornan, Anastasia è Dakota Johnson. Regia di una donna: l’inglese Sam Taylor-Johnson. «È un film sexy, ma anche romantico, con classe. Una bella sfida, nessun imbarazzo a trattare il tema». L’attesa è tanta: il film avrà la sua prima ufficiale al festival di Berlino (l’11 febbraio) per uscire poi nelle sale italiane il giorno dopo, in vista di San Valentino.

Lorenzo Soria


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la Repubblica,
Con una famiglia così, Dakota Johnson, 25 anni, era destinata a fare l’attrice. Sua madre è Melanie Griffith, suo padre è Don Johnson, la nonna materna è Tippi Hedren, musa di Hitchcock. Ma neanche loro avrebbero potuto immaginare che sarebbe entrata nel mondo del cinema in modo così prepotente (dopo alcune serie tv e il debutto sul grande schermo con Crazy in Alabama, diretto dall’ex compagno di sua madre, Antonio Banderas), ovvero con il ruolo di Anastasia in Cinquanta sfumature di grigio, adattamento del bestseller di E. L. James diventato fenomeno globale, diretto da Sam Taylor- Johnson. Racconta la relazione sadomaso tra il miliardario, con gusti sessuali sadomaso, Christian Grey e la studentessa Anastasia Steele. Timida e – dice – spaventata dalle interviste, incontriamo Dakota Johnson a Los Angeles per parlare del film che, ancor prima dell’uscita, è il più chiacchierato dell’anno.
Ha avuto esitazioni ad accettare questo ruolo?
«No, perché spero che mi aiuti a essere considerata per quello che sono. Tutti i figli d’arte che seguono le orme dei loro genitori sognano di prendere una strada autonoma, io ci ho provato con questo film».
Ne ha parlato con sua madre?
«Ha letto il romanzo ma ci siamo sforzate di non parlarne quando abbiamo saputo che mi avevano scelta. Mamma sa bene che un ruolo come questo va affrontato con le proprie forze».
Recita nuda in molte scene.
«Il corpo femminile è la cosa più bella nel mondo, anche se può essere imbarazzante mostrarlo. Credo che le donne dovrebbero sentirsi più a proprio agio con se stesse».
Come ha affrontato le scene di sesso?
«La regista ha dato tempo a noi attori di conoscerci e fidarci l’uno dell’altra. Ma non conta la preparazione, la comprensione del proprio personaggio avviene durante le riprese».
Che cosa pensa di Anastasia?
«Mi affascina la sua consapevolezza. Vedo giovani donne che vivono esperienze come un obbligo, indossano diverse maschere perché non sanno chi sono. Anastasia è se stessa. La perdita della virginità è un momento decisivo, lei lo affronta con coraggio e passione. Ci tenevo a interpretarla perché è come dire alle donne che bisogna essere padrone di se stesse».
Secondo lei che cos’è l’erotismo?
«Penso soprattutto all’arte, alla pittura e, come dicevo prima, all’idea di un bel corpo di donna ma come forma, non come oggetto. Per me l’erotismo è più rintracciabile nell’arte che nella vita quotidiana».
Raccoglie il testimone di una famiglia di star.
«Mia madre e mia nonna hanno avuto carriere interessanti, anche trasgressive. Mia madre ha fatto scelte coraggiose, mia nonna, pensiamo a Gli uccelli, è stata capace di spogliarsi delle proprie inibizioni. La recitazione è questo: spogliarsi, prima di tutto metaforicamente. In questo senso penso di aver raccolto il testimone che mia madre mi ha passato nella staffetta familiare e artistica. Ma senza la pretesa di vincere la corsa».
E suo padre cosa dice?
«Mi sostiene ma gli ho fatto giurare che non andrà a vedere questo film, almeno non con me, non alla prima. Credo che nessuno della mia famiglia andrà a vederlo... mi imbarazza troppo».
Silvia Bizio