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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

A Bollywood scritturano i turisti nei bar. Cercano uomini e donne di ogni età, purché occidentali. Il cachet? 500 rupie (poco più di sette euro) e il pranzo gratis. «Ma dite che lo avete fatto per divertimento... In teoria non potremmo pagare gli stranieri»

«Vuoi lavorare per Bollywood? Cerchiamo gente dalla pelle bianca per un nuovo film». Kingsley, jeans alla moda e brillantino all’orecchio, è un reclutatore di comparse per la prolifica industria del cinema di Mumbai. Ogni mattina si piazza davanti a una famosa caffetteria di Colaba, a due passi dal Gate of India e dall’hotel Taj Mahal, e ferma i turisti stranieri che fanno colazione.
Oggi cercano una settantina uomini e donne di ogni età purché occidentali, che devono impersonare tifosi a una competizione mondiale di danza hip hop per «ABCD 2», in uscita a giugno. «Non preoccuparti – dice – devi soltanto applaudire e sventolare delle bandierine. Ti assicuriamo trasporto, pasti e 500 rupie (poco più di sette euro, ndr) per la giornata. Presentati alle otto davanti al Mc Donald’s».
Catena di montaggio
Bollywood, termine nato dalla fusione di Bombay e Hollywood, è la macchina dei sogni per un miliardo e 200 milioni di indiani ed è diventato sinonimo di un peculiare tipo di cinema a metà tra musical e melodramma, di solito girato in località dove solo da poco sono ammessi i baci sulla bocca in pubblico. È una sorta di catena di montaggio, 200 film nel 2014.
È così che di buona mattina ci si ritrova su un autobus con una coppia di svizzeri, uno spagnolo, un americano, un ucraino, un’austriaca e altri sconosciuti di diverse età e nazionalità diretto verso Film City, nel rione di Goregaon, dove ci sono gli «studios». Lungo la strada, salgono comparse africane e indiane del Nord-Est che, per via degli occhi a mandorla, vanno bene a interpretare quasi tutti gli «asiatici».
Le regole d’ingaggio
Prima della partenza Kingsley avverte che «nessuno è autorizzato a lasciare il set prima della fine delle riprese neppure se sta male». È vietato fare foto quando si gira, e i video potranno essere caricati sui social soltanto dopo l’uscita del film.
Il set di «ABCD 2», acronimo che sta per Any Body Can Dance (Chiunque può ballare) riproduce un teatro di Las Vegas dove è in corso la «World Hip Hop Dance Competition» a cui partecipano gruppi da tutto il mondo, compresa l’Italia, e dove si «scontrano» i due principali coreografi di Mumbai. Le comparse saranno il pubblico e devono tifare per i propri beniamini. La pellicola è prodotta da Utv Motion Pictures, che appartiene a Disney e che è tra le più potenti di Mumbai. Ormai da tempo Hollywood ha messo gli occhi sull’immenso mercato del cinema in hindi di Bollywood e delle sue sorelle, come Kollywood (in tamil) e Tollywod (in telugu).
Tutto finto, tutto vero
Alle comparse viene data una maglietta con i colori nazionali, una bandiera e alcuni «bastoni» per selfie, che servono per rendere più credibile il pubblico. Oltre ai turisti, ci sono le comparse indiane di professione dalla pelle bianca. Come David, un bel ragazzo nepalese di Kathmandu, dalla carnagione chiarissima e gli occhi azzurri. «Sono molto richiesto perchè somiglio a un europeo – spiega –. Ogni tanto faccio anche qualche particina nei serial tv» e per arrotondare il «figurante» nei matrimoni dei ricchi indiani dove è tradizione avere invitati stranieri perché porta bene. «Ai matrimoni, soprattutto quelli punjabi, arrivo a prendere anche 10 mila rupie (140 euro, ndr) per una sera».
Il regista Remo D’Souza è già sul set con un Borsalino in testa e scarpe da rapper. Il primo ciak è dedicato alla performance degli italiani.
È un gruppo di ballerini hip hop, i «Blindin Side» della Godzilla Funk Hiip Hop School di Roma. «Ci hanno scritturati – dice l’art director Desiree Di Giuseppe – dopo averci visto in uno show su Internet, staremo una quindicina di giorni. Facciamo la parte di una compagnia italiana che partecipa a una famosa gara a Las Vegas».
All’inizio e alla fine di ogni performance, il pubblico deve applaudire e urlare a squarciagola per i propri team agitando le bandiere. I ciak si susseguono veloci, solo in un’occasione, devono ripetere una scena perchè salta una bretella a un ballerino indiano che fa finta di essere un portoricano.
Tra il pubblico, ma fuori campo, ci sono anche dei fan indiani che esultano quando si esibisce il protagonista del film, Varun Dhawan, star di 27 anni, l’«eroe» del film che porta il suo team a vincere. Arriva in canotta, con i bicipiti in bella mostra e l’immancabile borsalino in testa, mentre un assistente gli regge il costume di scena.
Le riprese finiscono alle sei di sera dopo una pausa pranzo di un’oretta. Prima di lasciare il set, un responsabile della regia controlla uno ad uno i telefonini delle comparse chiedendo di cancellare le immagini «non autorizzate.
Sull’autobus che riporta i turisti a Colaba, Kingsley passa con una mazzetta di banconote da 500 rupie e un ultimo avvertimento «dite che lo avete fatto per divertimento... in teoria non potremmo pagare gli stranieri».