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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

Delusi da Berlusconi o da Alfano, ora a destra fanno tutti la corte alla Lega. Ma Salvini avverte: «Il Carroccio non è il tram “salva riciclati". Non mi interessano quelli che hanno passato cinque partiti»

«Tendenza Matteo» e il cognome è quello di Salvini. La crisi e le divisioni di Ncd e Fi all’indomani dell’elezione di Mattarella al Colle creano panico, abbandoni, tentativi di passare con il partito emergente. C’è chi bussa alla porta dei capigruppo leghisti Centinaio e Fedriga perché deluso da Berlusconi o da Alfano e anche «per passione e non per le poltrone». Secondo Salvini è il caso di Barbara Saltamartini, la portavoce Ncd. Il Carroccio non è «il tram “salva riciclati”», avverte Salvini. «Non mi interessano quelli che hanno passato cinque partiti. Conosco la Saltamartini e non è una di queste». Si era già dimesso il capogruppo al Senato Sacconi, ieri ha annunciato il suo addio Giuliano Cazzola, ex parlamentare Pdl ed esperto di previdenza, candidato Fi alle Europee lo scorso anno. Rimane invece l’altro capogruppo, Nunzia De Girolamo («Io alla Lega? fantasia giornalistica»). Gasparri liquida tutto come «patetico turismo politico» mentre la «tendenza Matteo» rischia di divorargli il partito. Sorvegliati speciali alcuni parlamenti azzurri ex An del Centro e del Sud dove il Carroccio sta facendo più scouting. Occhi puntati sui senatori Augello, Aracri e Fazzone, ma per il momento si tratta solo di sospetti senza alcuna conferma.
Calderoli, «c’è la fila»
Ci potrebbe essere tanta millanteria nelle parole dei leghisti che parlano di parlamentari a decine pronti al salto sul Carroccio. Ma la crescita elettorale e gli spazi di rielezione che può garantire Salvini (a parte la solita «passione politica» tutta da dimostrare) portano a credere a quello che dice Calderoli. «C’è la fila. Non facciamo campagna acquisti, non abbiamo interesse a fare da scialuppa ai naufraghi. Se oggi dovessimo di dire di sì a tutti quelli che ci hanno chiesto di passare con noi, si potrebbe fare un gruppo parlamentare sia alla Camera sia al Senato». In sostanza, 20 a Montecitorio e 10 a Palazzo Madama. Trenta pronti a lasciare il loro partito. «Ho avuto contatti con senatori di Fi, Ncd, con ex grillini e grillini in carica». Calderoli spiega che i nuovi arrivati non entreranno nel gruppi della Lega, dove rimangono solo gli eletti del Carroccio: dovranno formare un gruppo autonomo denominato «per Salvini».
Alfano, «chi ci sta ci sta»
Il ministro dell’Interno prende atto del «forte malumore», si assume la responsabilità di avere deciso il voto a favore di Mattarella. Detto questo, Alfano sostiene che ora farà sentire la sua voce nel governo, ma non intende trattenere nessuno. Enrico Costa, viceministro della Giustizia è critico sui cambi di casacca, come quello della Saltamartini. «Dopo avere fatto un percorso politico accanto ad Alfano, come si fa a passare con Salvini che vede in Alfano il suo peggiore nemico?».