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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

Le orge sfrenate di Dominique Strauss-Kahn raccontate nelle carte del processo che si apre oggi in Francia. «C’erano sette o forse otto ragazze con lui sul letto per soddisfarlo». «Mi prendeva i capelli, mi bloccava i polsi, era brutale». «A Washington c’era un’atmosfera bestiale. Era puro consumo sessuale». Ecco tutte le accuse all’ex numero 1 del Fmi, un uomo inguaiato dal sesso

L’uomo che doveva essere presidente si aggirava per la suite dell’albergo. Jade, una escort, ricorda: «C’erano sette o otto ragazze intorno al letto. Lui camminava nudo, con il pene eretto. Poi un carnaio. Gambe, tette, culi sopra e sotto di lui. Non c’erano preservativi». Nella stanza, altri uomini nudi. Alcuni aspettavano il proprio turno, altri osservavano in disparte. «Tutte le donne pensavano solo a lui», continua Jade. «Doveva essere soddisfatto in ogni modo. Era il Re della Festa».
Dominique Strauss-Kahn, 65 anni, ex ministro, ex candidato all’Eliseo, ex direttore del Fondo monetario internazionale, compare oggi davanti al tribunale di Lille con l’accusa di sfruttamento aggravato della prostituzione. È imputato insieme ad altre 13 persone, tra cui due poliziotti, un avvocato, due intermediarie, per un giro di squillo d’alto bordo che parte dell’Hotel Carlton di Lille, passa per Parigi e Bruxelles, e arriva fino a Washington e New York. Nelle carte dell’inchiesta, i magistrati francesi hanno ricostruito almeno 17 orge a pagamento, giro d’affari stimato a 100 mila euro, tra l’autunno 2007 e il maggio 2011, il periodo in cui Dsk viveva a Washington, capo del Fmi e uno dei politici più popolari di Francia destinato a prendere il posto di Nicolas Sarkozy. Durante i tre anni di inchiesta, i magistrati hanno interrogato tredici prostitute. Solo due di loro si sono costituite parte civile: Jade e Mounia.
LA TESTE NUMERO UNO
Strauss-Kahn sostiene di non aver mai saputo che le ragazze presenti erano pagate. Le escort venivano retribuite da due amici di Dsk, gli imprenditori Fabrice Paszkowski e David Roquet, imputati nel processo. Jade è la principale teste dell’accusa. Il suo vero nome è Sandrine. «Monsieur Strauss-Kahn – racconta ai pm – vuole davvero farci credere che è molto naïf oppure è convinto che siamo tutti coglioni. Immaginava che tutte queste ragazze giovani, presenti unicamente per soddisfarlo, fossero lì per i suoi occhi?». Gli intermediari erano riusciti a creare una “omertà” tra le ragazze, creando anche una rigida selezione.
Tutto viene giù quando Dsk viene fermato al Sofitel di New York con l’accusa di aver stuprato una cameriera. La fine di una carriera politica che sembrava destinata all’Eliseo, l’inizio di un viaggio pubblico, spietato, nelle pulsioni che hanno divorato la sua vita. La sera prima, il 13 maggio 2011, gli amici francesi di Dsk erano ripartiti dagli Usa dopo l’ennesima “serata libertina”. L’ultima, almeno secondo l’inchiesta di Lille.
SERATE LIBERTINE
Dominique Strauss-Kahn ha spiegato cosa fossero le “serate libertine”, rispondendo alla pm titolare dell’inchiesta, Stéphanie Ausbart, durante il suo stato di fermo, il 21 febbraio 2012. Monsieur Strauss-Kahn, come si svolge abitualmente una serata libertina? «Generalmente dopo che si è consumato un pasto, si formano delle coppie che hanno delle relazioni sessuali». Lei parla di coppie che si mischiano: è dunque soprattutto in questa forma che si svolgono le serate? «A proposito delle serate cui allude effettivamente c’erano diversi uomini e diverse donne che finivano per accoppiarsi». Se capisco bene, le coppie si formano per affinità, durante la cena? «Per esempio».
La definizione di libertino è «colui che si abbandona ai piaceri carnali con una libertà che supera i limiti della morale convenzionale e della sensualità borghese normale, ma anche con certo raffinamento culturale». Lei si riconosce in questa definizione? «Volentieri». (...) Quando parla di giovani donne “libertine” usa una terminologia interessante: «delegazioni di amichette», «regalo», «piccolette», «materiale», o ancora «cosa porterai nei tuoi bagagli». Sono espressioni che denotano più prostitute che libertine. «Non direi. Amichetta è il femminile di amichetto, è piuttosto simpatico e non insultante. Penso che chiunque potrebbe usare “cosa porterai nei tuoi bagagli”. Quanto all’espressione “materiale” convengo anche io che è inappropriata. Inoltre quando ci sono più persone è più rapido usare una sola parola che una lista di nomi». (...) Qual è secondo lei la descrizione di una pro- stituta? C’è un criterio in base al quale la riconoscerebbe? «Nessuno. Penso semplicemente che se vedo una donna aspettare in strada un cliente ne deduco che è una prostituta».(...) In tutti gli incontri che ha avuto con Florence (un’escort frequentata più volte, ndr) non le ha mai chiesto che mestiere faceva? «Non abbiamo parlato delle sue attività professionali». Negli ambienti libertini le capita di discutere anche un po’? «Non faccio mai domande sulla vita privata».
IL “CARNAIO”
«Una mattanza», secondo Inès. «Un carnaio», dice Jade. Il racconto più crudo delle “serate libertine” è stato fatto ai magistrati da Maun rion. Nel dicembre 2010 arriva a Washington per una serata nell’hotel W. Il cachet previsto è di 2500 euro, più le spese, pagati da Paszkowski. «Trovavo che l’atmosfera fosse davvero bestiale. Mi sembrava strano vedere dei tipi passeggiare nudi gli uni vicini agli altri. Alcuni si masturbavano senza vergogna. Era puro consumo sessuale». Marion racconta di essersi sentita un “oggetto” quando Roquet, durante un amplesso, ha detto: «Ah, quanto è buono il potere». L’imprenditore avrebbe poi tenuto i polsi di Marion sul letto mentre Dsk voleva sodomizzarla. Lei avrebbe urlato, tentando di sottrarsi. La scena è confermata da Estelle. «Ero stupita – nota – l’escorting non è la prostituzione a trenta euro, di solito incontri gentleman». «Non ci sono mai stati rapporti sotto costrizione» risponde Dsk ai pm, che lo incalzano: Marion dunque mente? «Può essere una bugia, un errore, o il frutto di una pressione. Non saprei». Alla fine, l’escort non ha voluto sporgere denuncia.
L’ISTIGATORE
La procura di Lille ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta a carico di Dsk nel luglio 2013, avvalorando così la difesa del politico. I pubblici ministeri hanno invece ottenuto il rinvio a giudizio. Per dimostrare che Dsk non era solo l’utilizzatore finale ma anche l’organizzatore del giro di squillo, i tre magistrati – Stéphanie Ausbart, Mathieu Vignaut, Ida Chafaï – citeranno i tanti sms inviati per mettere a punto i festini e l’appartamento che aveva a disposizione in avenue d’Iéna, nel sedicesimo arrondissement, in cui si sono svolte alcune serate. «Non solo Dominique Strauss-Kahn conosceva lo statuto delle ragazze presenti – scrivono i magistrati nell’ordinanza – ma era l’istigatore di serate a carattere sessuale, agevolando un sistema fondato sulla compiacenza del suo entourage per soddisfare i suoi bisogni sessuali, favorendo così la prostituzione». In un moto di orgoglio ferito, Dsk ha risposto alla pm: «Non ho aspettato Paszkowski per soddisfare i miei bisogni sessuali?. Li soddisfo altrove, da decenni, e senza di lui».