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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

Da Malgioglio a Zucconi, da Riotta a Barbarossa, su Twitter tutti pazzi per Mattarella. Certo, dire «bravo» al nuovo Capo dello Stato con un tweet, sperando che magari lui ti legga, è appena incongruente: la cosa più tecnologica che abbia mai usato, verosimilmente, è stata un registratore a bobine Geloso valvolare

Napolitano se n’è andato, ma la viva e vibrante soddisfazione per tutto ciò che arriva dal Quirinale continua a essere l’approccio preferito di molti italiani più o meno famosi. Il Capo dello Stato ha sempre ragione, anche se quando a dire il vero non ha ancora fatto nulla. E se è vero che Sergio Mattarella, di cui gli italiani non sentivano parlare da almeno 10 anni, merita una sorta di fiducia preventiva, è anche vero che forse coi peana – e coi servi encomi – qualcuno sta esagerando. Curioso, poi, come questa esplosione di complimenti si esprima in un contesto, quello dei social network, oltremodo distante da Mattarella. Dire “bravo” al nuovo Capo dello Stato su Twitter, sperando che magari lui ti legga, è appena incongruente: la cosa più tecnologica usata da Mattarella, verosimilmente, è stata un registratore a bobine Geloso valvolare. Sarebbe più indicato scrivergli una lettera usando una piuma d’oca.
Eppure, anzitutto su Twitter, è tutto uno sgomitare per dire quanto questo e quello abbiano sempre avuto il poster di Mattarella in camera. Cinque piccoli esempi. Rigori morali e Renzi nuovo Pelè. Uno dei più entusiasti era Andrea Vianello: “Il rigore morale di Mattarella sarà la spina dorsale dei prossimi anni italiani. Buon lavoro, Presidente”; “Nel calcio quella di Renzi si chiamerebbe la partita perfetta”; “Quella foto con lui che sorregge il fratello crivellato di colpi, quel 6 gennaio di sangue e sgomento. Oggi è un gran giorno per la Sicilia”. Parole peraltro condivisibili (secondo e terzo tweet) o comunque auspicabili (primo tweet), anche se appena filogovernative e dunque a rischio di apparire quello che certo non sono, ovvero sin troppo zelanti.
Malgioglio al Quirinale. Cristiano Malgioglio ha cavalcato la sua somiglianza con Mattarella. “Ma siamo uguali?”; “Ma che meraviglia vi siete scatenati, il mio TW si è inceppato. Io somiglio al nuovo Presidente? uguali ma separati dalla nascita”. Fino al definitivo: “Adesso chiamami Presidente”. Malgioglio parlava con Ezio Greggio, ma si rivolgeva un po’ a tutti. E in effetti sarebbe divertente ascoltare il rigido Mattarella che, nel suo primo intervento, si esibisce nella cover del capolavoro Sbucciami.
I’m sorry Gianni. Il rutilante John J. Riotta, una garanzia quando c’è da sbagliare a porta vuota, non delude neanche stavolta. Così, nel bel mezzo di un innamoramento totale (tanto di Renzi quanto di Mattarella), scrive con aria saputella e punteggiatura random: “Però insomma Grandi Firme che da mesi ci ammoniscono sulle diavolerie del Patto Nazareno almeno I am sorry guys oggi potevano scriverlo no?”. Ovviamente il fatto che Renzi abbia scelto un nome decente – e non Amato o Casini, che a Riotta piacevano da matti – proprio a causa delle pressioni di opinione pubblica, dissidenti Pd e M5S, proprio non lo considera. E non per cattiveria : perché non ci arriva proprio.
Zuccone Quotidiano. Puntualmente notevole Vittorio Zucconi, che usa molto Twitter, almeno nei ritagli di tempo tra una ricerca su Google dedicata ai Rolex e una alle dentiere. Anche lui era vieppiù sbrodolante: “Una buona giornata, nel maltempo civile e sociale che imperversa sull’Italia. Per chi non lo vuole ammettere, pazienza, c’è sempre il Maalox”. Momenti di paura quando le sinapsi sono parse andare in default: “A furia di lambiccarsi il cervello attorno al misterioso Patto del Nazareno, qualcuno farà la fine del Don Ferrante manzoniano”. Per fortuna, poi, Zucconi è tornato a farci sognare: “Il Grillo Quotidiano furioso contro Mattarella. Non gli perdonano di avere tolto il Quirinale al loro candidato Magalli. E non ce vonno sta’”. È da tweet come questi che si capiscono molte cose. Per esempio che Zucconi è lo spin doctor di Gasparri su Twitter. E magari non solo su Twitter.
All’improvviso la saggezza. Il quinto e ultimo esempio non è agiografico, bensì illuminante. È di Luca Barbarossa: “Mattarella ‘è una persona per bene’ ripetuto come un mantra dà la misura di come siamo messi”. Arduo dargli torto.