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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

Delega fiscale: su reati tributari e soglia di non punibilità del 3% il Governo tira dritto e lavora a cercare una soluzione accettabile per tutti i partiti. Il ministro Boschi: «La norma non è a favore di Berlusconi, ma riguarda tutti»

Sui reati tributari e la soglia di non punibilità del 3% il Governo tira dritto e lavora a cercare una “quadra” accettabile per tutti. «La norma inserita nel decreto fiscale non è a favore di Berlusconi, ma riguarda tutti. Come ha detto Renzi, il 20 febbraio riaffronteremo il tema. Ma che non sia una norma per Berlusconi lo dimostra il fatto che in Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10%, di non punibilità dell’evasione fiscale ai fini penali». Ad affermarlo ieri è stata il ministro per le Riforme e per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, nel corso di un’intervista a L’Arena di Rai Uno. Economia e consiglieri economici del Premier, comunque sia, stanno lavorando a una ridefinizione delle soglie con un eventuale superamento delle criticità della norma “salva-Berlusconi”: l’esclusione dall’applicazione di qualsiasi tipo di soglia di non punibilità in caso di frode fiscale. In sostanza chi evade e froda il Fisco non avrà sconti dall’amministrazione finanziaria.
Quello del 20 febbraio prossimo, con la presentazione di uno o più decreti attuativi della delega fiscale, si presenta dunque come un primo banco di prova particolarmente importante per il Governo Renzi. Questo sia sul fronte politico in tema di tenuta della maggioranza su come approvare o modificare la cosiddetta norma “salva-Berlusconi”, sia sul fronte europeo per il nuovo giudizio della Ue atteso per marzo. Nonostante le indicazioni di ieri della Boschi, nei giorni scorsi, durante la ritrovata unità del Pd per le elezioni al Colle, la sinistra dei democratici non ha mancato l’occasione per tornare a bocciare il tetto del 3% dell’imponibile oltre il quale far scattare il reato tributario. Il decreto fiscale, per Stefano Fassina, «non va accantonato, va mondato da norme sbagliate non perché hanno rilievo su Berlusconi, ma perché hanno effetti sistemici sbagliati, mi aspetto una correzione per ragioni di carattere sistemico».
Al momento quello della codificazione dell’abuso del diritto e della riforma dei reati tributari non è il solo cantiere aperto cui stanno lavorando l’Economia, la commissione Gallo e Palazzo Chigi. Il 20 febbraio prossimo altri “pezzi” importanti della delega saranno presentati prima a Palazzo Chigi e poi alle Camere. D’altro canto già la data del 20 febbraio è considerata dal Parlamento una data limite per rispettare i termini di attuazione della delega fiscale in scadenza per il 27 marzo prossimo. L’obiettivo potrebbe essere quello di presentare comunque i decreti alle Camere prima della scadenza del termine e decidere con le stesse Commissioni parlamentari eventuali dilazioni di termini per il varo definitivo dei decreti attuativi. E ciò con l’obiettivo di rispettare gli impegni di riforma del sistema tributario assunti dal Governo italiano in sede comunitaria.
Tra i principali capitoli del nuovo fisco in arrivo spicca senza dubbio il rilancio in grande stile del ruling internazionale. Che nelle intenzioni del Governo, come ha spiegato il viceministro all’Economia Luigi Casero la scorsa settimana in audizione alla Camera, dovrà spingere gli investitori esteri e le stesse imprese italiane che operano oltre confine a fidarsi di più del nostro Fisco anche attraverso accordi preventivi da stipulare con l’amministrazione su specifiche materie: dai prezzi di trasferimento alla tassazione degli utili e delle perdite delle controllate estere, o ancora dall’erogazione di dividendi, royalties o interessi effettuate da soggetti esteri ai requisiti che identificano una stabile organizzazione.
Oltre alla fiscalità internazionale con i decreti di febbraio si potrebbe completare anche la riforma dei regimi contabili, oggi realizzata solo in parte e con non poche lacune con i nuovi minimi inseriti nella legge di stabilità. Secondo la delega oltre ai nuovi minimi dovrebbero arrivare per le società in contabilità semplificata l’introduzione del criterio di cassa e per le imprese in contabilità ordinaria la nuova imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri). Il condizionale è d’obbligo: per il passaggio dalla “competenza” alla “cassa” per migliaia di ditte individuali e società in semplificata, lo stesso direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, ha più volte rimarcato la necessità di introdurre la fatturazione elettronica. Ci stanno lavorando e anche questa “rivoluzione” degli adempimenti e della lotta all’evasione potrebbe arrivare il prossimo 20 febbraio; per la nuova Iri il nodo restano le coperture, il costo stimato si agirebbe sul miliardo di euro.
Sempre a febbraio potrebbe arrivare la riforma dei giochi pubblici mentre a marzo potrebbe essere il momento di riscrivere le regole degli accertamenti fiscali, del contenzioso e della riscossione.