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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

La Grecia ha scelto la banca d’affari Lazard come advisor per rinegoziare il debito. E, per alzare la posta in ballo con la Troika, il governo Tsipras tira in ballo l’Italia: «Anche i conti di Roma sono insostenibili»

Visto dalla Germania il balletto del nuovo governo Tsipras deve essere difficile da comprendere. Vista da Roma, la mossa del buttare la bomba e vedere le reazioni è un po’ più semplice da capire. In fondo il dna è molto simile al nostro e non a caso il neo ministro delle Finanze di Atene Yanis Varoufakis piuttosto che fare esami di coscienza e valutare i numeri, ha prontamente tirato in ballo l’Italia.
In sostanza i greci fanno presente che la loro situazione non è isolata, anche il debito pubblico di Roma è insostenibile. Primo significato: anche il resto del Mediterraneo dovrebbe unirsi alla lotta del sirtaki. Secondo significato: dal momento che Portogallo, Spagna e pure l’Irlanda hanno fatto presente che la Grecia sarà sola nella battaglia contro il debito, è bene buttare la cosa in caciara. E spostare l’attenzione su altri. Guardate l’Italia, quello sì che è un bubbone pronto ad esplodere. A confronto Atene è nulla. Peccato che qui da noi non si sia firmato nessun accordo di rifinanziamento del debito. E non si è firmato alcuna cambiale.
Ma queste sono quisquilie, dal momento che anche facendo leva su questi temi Varoufakis ha detto basta alle trattative con la Troika. Il ministro che ieri ha iniziato da Parigi un tour europeo, in un’intervista a Le Figaro ha spiegato che il programma di austerità imposto nel suo Paese è «molto negativo per tutta l’Europa». «Sfidiamo (il programma di austerità condotto fino ad oggi), non solo perché non è un bene per la Grecia, ma perché è un male per tutta l’Europa», ha aggiunto Varoufakis al settimanale greco To Vima. «Non dimenticate che tutto questo non è solo una crisi della Grecia. Il debito dell’Italia è insostenibile, la Francia sente il respiro della deflazione sul collo, anche la Germania è in deflazione. Siamo in una fase di calo dei prezzi», ha aggiunto il ministro che nei prossimi giorni si recherà a Londra e pure a Roma.
Nella sua agenda non è al momento prevista invece una visita a Berlino. Ma Angela Merkel non ha fatto mancare il suo parere. Dalle colonne del giornale Hamburger Abendblatt, la leader tedesca è tornata a chiarire la posizione di Berlino: la Germania è contraria ad ulteriori riduzioni del debito greco. Nell’intervista al giornale tedesco, la Merkel chiarisce: «C’è già stato un condono volontario del debito da parte dei creditori privati: le banche hanno già cancellato miliardi del debito greco. Non vedo una nuova cancellazione del debito».
E qui si innesta il gioco delle parti. Non solo quello tra Grecia e resto d’Europa, ma anche quello all’interno dello stesso esecutivo ateniese. Se il marxista Varoufakis fa il poliziotto cattivo, il premier Tsipras si mostra come il collega buono. Il primo caccia la Troika, il secondo specifica che Atene non riconosce gli ispettori ma è pronta a trattare con Fmi, Ue e Bce (che compongono la Troika, ndr). Soprattutto si strilla all’Occidente cattivo agitando lo spauracchio di Cina e Russia – che a detta dei greci potrebbero subentrare nel debito verso l’Europa – ma alla fine le mosse concrete del governo portano a tutt’altro.
Indiscrezioni non smentite dicono che Atene ha scelto la banca d’affari Lazard come advisor per rinegoziare il debito. Secondo ambienti ministeriali, è la stessa banca che ha consigliato la Grecia nel 2012 con la prima riduzione parziale del debito verso i creditori privati. Il debito greco fu all’epoca ridotto di oltre 100 miliardi di euro. Lazard è una sicurezza. Una garanzia. Una delle istituzioni finanziarie più serie nell’attività di advisoring e più addentro alle logiche europee. Soprattutto della finanza che certa sinistra definisce d’assalto. Dunque il balletto greco sta tutto qui. Usare la finanza dietro il polverone sollevato da questa nuova forma di marxismo vendicativo. Basti sottolineare che nel programma di Tsipras dopo aver rinnegato gli accordi e rimesso l’Europa al proprio posto cìè un piano di investimenti da 5 miliardi di euro. Indovinate finanziato da chi? Dalla Ue, ovviamente. La sostenibilità delle proposte di Tsipras è la stessa di un eventuale governo italiano formato da Lega e Sel con un aumento di spesa pubblica da 120 miliardi di euro. Senza coperture. Uno sfracello. Per fortuna che il balletto nasconde una soluzione auspicata da tutti. Sempre che non succeda come nel 1914. Tutti a credere nel bluff e poi…