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 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

Berlusconi vuole rifondare il centrodestra lanciando l’ultima creatura: la Lega delle Libertà. Il Cavaliere sa che «con l’Italicum senza Salvini si perde» e pensa a un listone unico per azzurri e leghisti

Silvio Berlusconi potrebbe cambiare nuovamente il nome della sua creatura politica, che nel giro di poco più di un anno è passata dal Popolo delle Libertà a Forza Italia. Il nuovo nome potrebbe diventare “Lega delle Libertà” e riunire il centro destra italiano sotto un nuovo cappello.
 Ad annunciarlo è stato lo stesso Berlusconi durante l’assemblea con i grandi elettori di Forza Italia riunita la scorsa settimana per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ovvio che in quelle ore tutte le antenne fossero puntate sulla trattativa che stava avvenendo con Matteo Renzi e che già a quel punto era a un passo dal crack, per cui all’esterno sono filtrate solo le informazioni e valutazioni del leader su quello che stava avvenendo lungo la strada del Quirinale. Ma Berlusconi aveva introdotto il suo discorso parlando di tutt’altro. E partendo dal nuovo quadro istituzionale che le riforme appena votate stavano ormai disegnando in modo compiuto.
Dopo avere invano tentato di rinviare in extremis il voto sull’Italicum per essere un pizzico più forte nella trattativa con Renzi per il Colle, Forza Italia aveva appena cementificato in Senato l’impianto di quella legge elettorale. E il suo leader avvertiva in quell’occasione: «Con questa legge elettorale il centrodestra deve andare per forza unito. Sarebbe una follia andare frazionati al voto. Dobbiamo presentarci con una lista unica».
Berlusconi per altro sembrava preoccupato anche dal doppio turno di ballottaggio, «perché sarebbe quasi certo che in questo caso il Movimento 5 stelle si alleerebbe con il Partito democratico», e quindi a maggiore ragione nelle future elezioni politiche nazionali il centrodestra avrebbe avuto necessità di unire tutto quel che era possibile e tentare di vincere superando la soglia che avrebbe evitato il ballottaggio, perché in qualsiasi altro caso la sconfitta sarebbe stata certa. «Per farlo però», ha spiegato Berlusconi, «è ovviamente necessario che la lista unica sia attrattiva per Matteo Salvini e la Lega Nord, senza la cui alleanza sarebbe impossibile vincere».
Per questo motivo alla stessa assemblea il leader di Forza Italia ha rivelato il nome che ha in testa per la lista unica: “Lega delle Libertà”. Poteva trattarsi di un esempio per fare capire bene ai suoi quanto Salvini sia necessario al centrodestra e che perfino nella scelta del nome il passo indietro avrebbe dovuto farlo Forza Italia. Ma a sentire chi partecipava alla riunione quella “Lega delle Libertà” è stata illustrata con toni severi da Berlusconi, come si trattasse di un vero e proprio annuncio. Da verifica presso il registro europeo e quello italiano dei brevetti e dei marchi quel nome non è ancora stato registrato a domanda della Jacobacci & Partners, che è lo studio specializzato a cui sempre si è rivolto il Cavaliere per queste cose.
Ovvio però che prima di fare un passo formale bisogna avere un assenso di massima da chi un giorno lì dovrebbe confluire. E al momento non sembra questa l’aria, come spiega sia pure con prudenza un moderato della Lega Nord quale il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (vedasi intervista nella pagina). Al leader di Forza Italia ha lanciato un messaggio non proprio amichevole sulla possibile alleanza lo stesso Salvini all’indomani del naufragio apparente del patto del Nazareno, fatto traballare dall’incolpevole Sergio Mattarella. «La Lega non può tornare comoda se Renzi ti frega», ha detto senza mezzi termini il leader del Carroccio, «a Berlusconi è mesi che diciamo che Renzi lo avrebbe usato e poi scaricato. Alla fine è successo. Chi vuole dialogare con la Lega ora lo fa sui nostri temi, sui nostri progetti, sui nostri uomini, altrimenti andiamo avanti da sol». Vero pure che prima che l’Italicum sia la legge con cui si vota alle politiche, dovrà passare ancora lungo tempo (al momento è legata a doppio filo alla riforma costituzionale del Senato), e quindi oggi ogni sì o no sarebbe prematuro. Però Berlusconi avrebbe iniziato a ventilare quella necessità di unione a Umberto Bossi, con cui è stato a cena proprio la sera stessa dell’assemblea dei grandi elettori azzurri.
Con la testa al Quirinale, la “Lega delle Libertà” non ha provocato né discussioni, né reazioni all’interno dei parlamentari azzurri. Libero ha chiesto che ne pensava al leader della opposizione interna nel partito, Raffaele Fitto, che sembra però volere prendere tempo anche lui. «Non venga a dire a me che l’Italicum così ci avrebbe creato problemi. Siamo stati noi a non votare l’emendamento Esposito, e siamo pure usciti dall’aula al momento del voto finale. Sul partito abbiamo detto in questi mesi e in questi giorni molte cose. Mi riservo nei prossimi giorni e nelle prossime ore di proporre delle valutazioni insieme a tanti altri amici per cercare di mettere in campo una discussione seria sugli strumenti e sulle responsabilità all’interno del partito sulla linea politica. È chiaro che da questa discussione verrà fuori quel che lei accenna sulle scelte future».
Prima delle Politiche però quella necessità di alleanza se non di lista unica del centrodestra è imposta dalle Regionali che si terranno fra qualche mese. «Mah...», allarga le braccia Fitto, «da tempo avevo proposto per questo motivo elezioni primarie sulle Regionali. Sono stato respinto, mi auguro che ora rapidamente vengano scelti candidati in grado di farcela».