Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 02 Lunedì calendario

La messa nella chiesa di Santi Apostoli, la foto con le tre suore, il pranzo alla Consulta a base di arancini, la telefonanta a Ciampi e la passeggiata per andare a trovare Napolitano. Questa la domenica del neopresidente Sergio Mattarella

Chissà se la scelta della chiesa per la messa della domenica è stata una questione di comodità o una liturgia, a sua volta. Ci sono riti e scaramanzie che fortificano le esistenze e Sergio Mattarella ieri sembra averli voluti mettere in pratica un po’ tutti.
A cominciare dalla messa, sì: il neo presidente della Repubblica ieri mattina alle nove ha scelto, a sorpresa, la chiesa nella piazza dei Santi Apostoli e non quella di Sant’Andrea delle Fratte, dove ormai andava sempre da quando era diventato giudice della Corte costituzionale. C’è la sede del Pd accanto alla parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte. C’era, un tempo, la sede del suo Ulivo, in piazza Santi Apostoli.
Riti e liturgie. Quando arriverà l’ora del pranzo ci penserà il figlio Bernardo a sciorinare sulla tavola del suo ufficio alla Consulta un cabaret di arancini, come se davvero fosse la loro domenica familiare nel cuore di Palermo e quegli arancini non arrivassero invece da una rosticceria sicula del quartiere Parioli.
Poco importa: quel gustoso sapore della Sicilia è uno dei pochi momenti di relax della prima domenica di Mattarella da presidente appena eletto. L’altro, inatteso, è stato proprio all’uscita della messa del mattino: tre suore che lo avvicinano per una foto e lui che non si ritrae e, anzi, si concede sorridente, fiducioso.
Certi cronisti e tanti cineoperatori sarebbero disposti a pagare oro per ottenere molto meno da questo nuovo presidente della Repubblica che appare impenetrabile, cammina a piedi per la città ma non concede ai taccuini dei giornalisti nemmeno una sillaba.
«Pregate per me affinché io sia uno strumento per il bene del Paese», sussurra il capo dello Stato alle tre suorine della sua foto, che entusiaste e felici non esiteranno a raccontare poi: «Certo che pregheremo per lui, glielo abbiamo promesso».
Anche Fra Nicola, il prete di Santi Apostoli, ha benedetto Sergio Mattarella: «Preghiamo affinché il Signore faccia risplendere il suo volto su ciascuno di noi, sul Paese, su chi ci governa e su chi è chiamato ad assumere responsabilità per il bene del Paese».
Impenetrabile, Sergio Mattarella ha la testa impegnata per via del suo discorso di domani per il giuramento. Dopo la messa si chiude nel suo ufficio alla Consulta, i suoi collaboratori più fidati accanto a lui, Giovanni Grasso fra questi. Gli arancini di Bernardo non distraggono, ma i riti non sono finiti: vuole incontrare i suoi due ultimi predecessori, Sergio Mattarella.
Tutti e due abitano a Roma, anche abbastanza vicino a dove abita lui. La casa di Carlo Azeglio Ciampi è nel quartiere Trieste, volendo Mattarella potrebbe raggiungerla anche questa a piedi, continuando le sue passeggiate di questa domenica romana con il blocco del traffico. Ma il nuovo presidente della Repubblica preferisce fare una telefonata a Ciampi che ha qualche problema di salute, nessuna voglia di disturbare.
Qualche frase appena: «Sono grato per tutto quello che hai fatto per il Paese. Tu puoi capire bene quali siano le mie preoccupazioni». La chiacchierata lunga sarà nel pomeriggio, con l’uomo che ha appena lasciato il Colle.
Abita ancora più vicino a lui Giorgio Napolitano. Dalla foresteria di Mattarella alla casa di Napolitano al rione Monti la passeggiata è davvero breve. Il nuovo inquilino del Colle la percorre ancora una volta con il suo passo svelto, deciso. Non una parola, per i cronisti, nemmeno adesso.
Sergio Mattarella arriva alle cinque del pomeriggio nella casa di Napolitano e rimane con lui più di un’ora. La sua vicinanza lo addolcisce. E quando esce Mattarella si rende disponibile per le telecamere ad un lungo abbraccio affettuoso con Napolitano sulla sua porta di casa. Di più.
Quando il presidente uscente chiude la porta della sua abitazione, il presidente entrante si avvicina ai giornalisti: «Sono venuto per salutare il presidente Napolitano e rendergli omaggio per il grande servizio reso in questi anni e anche per scambiare con lui qualche opinione». Una dichiarazione che fa sperare i giornalisti. Inutilmente. Mattarella si incammina con la scorta verso casa e non dirà più nulla.