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 2015  febbraio 01 Domenica calendario

Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica • Il primo pensiero di Mattarella va «alle difficoltà» degli italiani • Mattarella va alle Fosse ardeatine in Panda • L’Isis decapita il secondo giapponese • In Italia aumentano i furti di pinoli

 

Mattarella 1 Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica, grazie ai 665 voti ottenuti ieri al quarto scrutinio. Martedì il giuramento e l’ingresso al Quirinale. «Alcuni applaudono timidamente come Romani e Gasparri, altri più convinti come La Russa; Renata Polverini si sbraccia. Sergio Mattarella è presidente della Repubblica, manca una provvida scheda al sulfureo numero 666, quasi raggiunti i due terzi dei grandi elettori: sul Colle torna un cattolico e sale per la prima volta un siciliano, il fratello di una vittima della mafia. Applaudono pure le donne di Forza Italia, la Rossi la Prestigiacomo la Biancofiore, dopo i pianti di tensione nelle riunioni drammatiche in cui ognuno faceva una proposta diversa, chi era per uscire dall’Aula, chi per votare Mattarella, chi scheda bianca: alla fine ognuno ha fatto come ha voluto. Mai si era sentito alla proclamazione un applauso così lungo, neppure per Ciampi eletto nel ‘99 al primo scrutinio con larga intesa ma senza pathos, neppure per Napolitano rieletto due anni fa con senso di colpa per il sacrificio richiesto e per il pasticcio fatto con Prodi (che ieri ha ricevuto due voti, non si sa se per omaggio o per beffa). Nei banchi della sinistra l’applauso ritmato, un po’ di orgoglio e molto di sollievo, suona persino enfatico per un eletto di profilo alto sul piano della moralità ma basso sul piano della notorietà: Mattarella non è impopolare perché il popolo non lo conosce o l’ha dimenticato. La Madia e la Boschi si abbracciano. Molto omaggiato l’uomo forte del partito, Luca Lotti. In piedi si congratulano l’uno con l’altro i «Big Five», come li hanno definiti i giornali non ostili, che non sono il leone il leopardo il bufalo il rinoceronte l’elefante dei safari in Africa, ma più modestamente Guerini, Speranza, Zanda, Orfini e la Serracchiani. Quasi nessuno di loro conosce davvero Mattarella; festeggiano in realtà il capo, Renzi, che ha ricompattato il proprio partito e diviso quelli altrui. I più provati sono i parlamentari del Nuovo centrodestra. Sacconi, il capogruppo al Senato dimissionario, ha passato la mattinata al telefonino, camminando su e giù per un corridoio laterale, affranto. Gli altri fanno pacchetto di mischia attorno ad Alfano: Schifani e la De Girolamo con mantella da dama sivigliana sorridono persino troppo per dar mostra che tutto va bene, l’unico sincero è Cicchitto: «Renzi ci ha camminato sulla faccia, non può pensare che non ci saranno ripercussioni sul governo». Nell’attesa anche i vecchi socialisti votano un cattolico democratico, che fino a ieri chiamavano «cattocomunista». I grillini anche stavolta non hanno toccato palla. Fallita l’occasione di gettare Prodi tra i piedi di Renzi, si sono divisi tra gli ortodossi che hanno scelto Imposimato e i dissidenti rimasti fedeli al Rodotà del glorioso 2013. Qualcuno aveva proposto di far gazzarra alla fine; è prevalso un dignitoso silenzio» (Cazzullo, Cds).

Mattarella 2 «I vecchi Dc, che hanno rispolverato gli antichi gessati per l’occasione, sostengono [...] che il nuovo capo dello Stato costruirà un rapporto con tutti, anche con l’ex Cavaliere. Angelo Sanza, sinistra Dc, racconta di aver conosciuto «Sergio» al funerale del fratello Piersanti, che pare avesse un carattere diverso, meno chiuso, meno riservato. L’uomo in piedi in alto a destra che smette di applaudire per ultimo è l’on. Cera da San Marco in Lamis, Foggia, tra i più decisi nel sostenere Mattarella: «Gli altri dicevano che non lo potevano votare per via del metodo. Ho risposto: “Che m’importa a me d’u metudu?! Io voto un democristiano». Commosso il figlio spirituale, Francesco Saverio Garofani del Pd, già direttore del giornale fondato da Mattarella, dalla frizzante testata «Nuova cittadinanza». Qualcuno però racconta che sa essere spiritoso: «Quando Martinazzoli scrisse ad Andreotti la lettera di dimissioni dei ministri della sinistra Dc, Sergio lo avvertì: “Hai fatto una copia? Perché Andreotti è capace di mangiarla”. Martinazzoli obbedì» (ibidem).

Mattarella 3 «La prima uscita ufficiale è una visita in forma privata alle Fosse Ardeatine. È l’ultima concessione alla commozione. Un segnale chiaro: “L’alleanza tra nazioni e popolo seppe battere l’odio nazista, razzista, antisemita e totalitario. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore”. Al ritorno, qualcuno riconosce Mattarella e la sua Panda, il capo dello Stato risponde al saluto con un cenno della mano» (Ciriaco e Lauria, Rep).

Mattarella 4 «“Il mio pensiero va soprattutto, anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E’ sufficiente questo. Grazie”. Diciotto parole, 128 caratteri. Il nuovo Presidente, Sergio Mattarella, ha la misura di twitter incorporata nella discrezione atavica, nella sottrazione come metodo. Quelli che per Renzi sono slogan per lui sono la misura e la forma naturale del pensiero. Nessuno sforzo, in entrambi i casi» (De Gregorio, Rep). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Isis Il giornalista 47enne Kenji Goto è stato decapitato. Un video dell’Isis, della durata di un minuto e cinque secondi, mostra il boia che avvicina il coltello alla gola della vittima, la videocamera inquadra il braccio che inizia a tagliare, poi un momento di oscurità. La scena finale è la solita: la testa mozzata del giornalista è appoggiata sulla schiena. Le mani sono ancora legate con manette di metallo ai polsi. Il terreno tutto attorno e la tunica arancione sono intrisi di sangue. Quindi il terrorista si rivolge al premier giapponese: «Abe a causa dalla vostra insulsa decisione di partecipare a una guerra che non potete vincere noi non solo faremo scempio di Kenji ma attaccheremo ogni giapponese che troveremo. L’incubo per il Giappone comincia ora».

Pinoli 1 A causa delle bizzarrie del clima, la produzione mondiale di pinoli si è dimezzata in una stagione: 18 mila 405 tonnellate nel 2012 rispetto alle 34 mila 445 dell’anno precedente. Mentre la domanda, tra pesto e dolciumi, resta elevata. L’Italia da sola ne consuma oltre 1000 tonnellate. Le vendite nel 2014 si sono attestate sui 48 milioni di euro solo nelle catene della grande distribuzione, senza contare i piccoli negozi. Meno pinoli, domanda costante uguale prezzi alle stelle. Così i furti nei supermercati, dove arriva a costare fino a 80/100 euro al chilo per le qualità migliori, si sono moltiplicati. Ad esempio mercoledì scorso, in un supermercato di Perugia, i carabinieri del nucleo radiomobile hanno arrestato un ragazzo romeno di 23 anni bloccato all’uscita con 30 bustine di pinoli nascoste nella giacca. Valore commerciale: 200 euro. Il giovanotto, accompagnato da due complici che sono riusciti a scappare, era recidivo. Qualche tempo prima era stato preso a Terni per la stessa ragione, furto di pinoli al supermercato. (Paolucci, Sta).

Pinoli 2 Due mesi fa a Vado Ligure un commando di otto persone entra con un furgone nello stabilimento della Noberasco, il principale grossista italiano di pinoli. Dal furgone esce un muletto e il commando carica 7 tonnellate di pinoli, valore commerciale circa 400 mila euro (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)