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 2015  gennaio 29 Giovedì calendario

La Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Milano e ha deciso che Fabrizio Corona non ha diritto allo sconto di pena concesso dal gip: dovrà scontare 13 anni

Un passo avanti e due indietro. Se il Tribunale di Sorveglianza apre uno spiraglio sul possibile affidamento in comunità di Fabrizio Corona, chiedendo una perizia psichiatrica, la seconda sezione penale della Cassazione accoglie il ricorso della Procura di Milano e decide che l’ex fotografo non ha diritto allo sconto di pena concesso il gip il 10 febbraio, applicando la «continuazione» dei reati per i quali è finito in carcere.
«SITUAZIONE GRAVE»
E così Corona, che aveva visto scendere il cumulo di condanne definitive da 13 a 9 anni, si ritrova a dover affrontare quasi 11 anni di reclusione, dopo i due già scontati e alcuni mesi di carcerazione preventiva. Ora la palla torna a un gip del tribunale milanese, che sulla base del provvedimento della Cassazione dovrà ricalcolare la pena. Per il difensore dell’ex paparazzo dovrebbe attestarsi attorno ai 13 anni. «Siamo in una situazione molto grave – ammette l’avvocato Ivano Chiesa – non ho altre parole per descrivere i 13 anni di galera per Fabrizio». Le cui condizioni, in cella, sono precipitate: soffre di depressione e attacchi di panico, la sua personalità «narcisista e borderline» rischia di degenerare in psicosi. Per questo i suoi legali si sono rivolti al Presidente della Repubblica, chiedendo la grazia, e ai giudici di Sorveglianza, affinché venga ospitato in una comunità. Ma il verdetto della Cassazione è una mazzata che può compromettere entrambe le istanze. Nelle prossime settimane saranno depositate le motivazioni della sentenza. Secondo l’avvocato Chiesta i giudici della Corte suprema hanno riconosciuto la continuazione tra le pene per le due condanne riportate nei processi di Milano e Torino sui fotoricatti, tuttavia la continuazione non può essere applicata tra le due condanne per estorsione e altre due sentenze a carico dell’ex paparazzo. Nel 2007, quando era detenuto a San Vittore, ha corrotto una guardia carceraria per far entrare in cella una macchina fotografica, ha realizzato un servizio sulla sua detenzione e lo ha venduto ai rotocalchi incassando 20 mila euro. E poi c’è la condanna a tre anni e dieci mesi per bancarotta fraudolenta documentale. «Fabrizio continuerà comunque a combattere, non va lasciato solo», afferma Chiesa.
BELEN CHIEDE IL SILENZIO
Ciò che non manca al paparazzo, in effetti, sono i fan in mobilitazione permanente. Sempre presenti quando Corona è in aula, pronti a incoraggiarlo e a sostenere la sua causa: «Fabrizio siamo pronti a fare la rivoluzione per te», gli gridavano qualche giorno fa. La sua ex compagna, però, ritiene che tanto clamore sia nocivo: «Trovo che parlare di questo argomento a lui faccia davvero male. Se fossero stati tutti zitti, qualche sconto di pena forse l’avrebbe avuto», sostiene Belen Rodriguez, che durante la presentazione del suo nuovo film parla del suo ex compagno. Prossima tappa è l’udienza dell’11 febbraio, quando i giudici di Sorveglianza nomineranno i periti che effettueranno gli accertamenti sullo stato psichico di Corona e fisseranno un termine per il deposito della relazione.