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 2015  gennaio 29 Giovedì calendario

Laura e Valeria, le due donne che governano il Parlamento. La Boldrini sarà l’effettiva presidente delle Camere riunite per eleggere il dodicesimo presidente della Repubblica italiana, mentre la Fedeli che «regge» il Senato al posto di Piero Grasso, capo dello Stato pro tempore, starà seduta al suo fianco, prenderà dalle sue mani le schede e le depositerà nelle mani del segretario d’aula

Cominciamo dalle differenze. Laura Boldrini resta fra i candidati/candidate al Quirinale, sia pure fra i più defilati/defilate. Anzi, secondo un’indagine, è fra i (le) papabili, la più popolare sui social network, con 177.459 «mi piace» su Facebook. Valeria Fedeli, invece, non è (finora) in alcuna rosa di candidate o candidati.
Boldrini e Fedeli fanno storia perché per la prima volta, da oggi, saranno due donne a governare il Parlamento. Ruoli differenti, però. Laura Boldrini, presidente della Camera, ai sensi della Costituzione sarà l’effettiva presidente del Parlamento riunito per eleggere il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Per questo, farà tesoro dei comportamenti dei predecessori, in particolare gli ultimi due, Bertinotti (per Napolitano) e Violante (per Ciampi): studiò le cassette appena eletta, marzo 2013. Valeria Fedeli, «regge» il Senato in questi giorni al posto di Piero Grasso, capo dello Stato pro tempore, starà seduta al fianco di Boldrini, prenderà dalle sue mani le schede e le depositerà nelle mani del segretario d’aula. Se Boldrini, nelle ore della «chiama» dei 1.009 grandi elettori dovesse assentarsi, sarà sostituita da uno dei suoi vicepresidenti. Se si assenta Fedeli, non ci saranno sostituti.
Boldrini –terzo distinguo– mantiene un profilo molto istituzionale. Fedeli, che viene dalla Cgil, fa politica. A fine ottobre è andata alla Leopolda di Renzi e non alla manifestazione Cgil contro il jobs act. «Giornata triste – dichiarò –. Ma o si è di lotta o si è di governo». Tutto ciò a parte, Laura e Valeria si stimano. Hanno cose in comune. Fedeli è intervenuta tre volte per difendere Boldrini. Quando il consigliere leghista D’Arcio di Casalgrande (Reggio Emilia) la accusò di «perversioni sessuali».
Quando un articolo del Fatto la chiamò «gentil signora dal vetero femminismo caricaturale». Quando Grillo scrisse: «Che fareste in auto con Boldrini?». Rispettivamente, Fedeli definì quelle parole «vergognose», «machiste», «sessiste».
Boldrini e Fedeli non hanno timore a ribadire temi femministi. «Io sono femminista» ha detto Fedeli al blog del Corriere “La 27ma Ora”. Vorrebbe introdurre nelle scuole e nelle università l’«educazione di genere»: «Alle elementari i libri parlano di bambine che cucinano o cullano le bambole e di maschietti che giocano con le costruzioni, eppure in orbita mi pare ci sia una donna...». Boldrini: «Da piccola con mia sorella avevamo stabilito un punto: se aiutavano i fratelli, lo facevamo anche noi, altrimenti no. Oggi i miei fratelli sono uomini che a casa si danno da fare».
Poi, c’è il respiro internazionale. Boldrini ha girato il mondo, Fao, Programma alimentare mondiale, Alto commissariato per i rifugiati. Fedeli è stata vicepresidente dell’European Trade Union, sindacato europeo, industria e manifatture.
Nel 2006 il Wall Street Journal si occupò di lei: «La donna che sta cambiando il tradizionale pensiero dei sindacati nella lotta contro la crescente competizione asiatica». Piacque al giornale americano l’approccio pragmatico di Mrs. Fedeli, segretaria dei tessili Cgil: «Si batte per incentivi fiscali alla ricerca aziendale e per rendere i prodotti più competitivi».
Ci abitueremo a vedere la chioma mossa, molto rossa, di Valeria Fedeli al fianco di Laura Boldrini, che intanto sta per diventare l’unica presidente della Camera che fece due presidenti (Napolitano bis e il dodicesimo).