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 2015  gennaio 29 Giovedì calendario

Oggi comincia la grande partita…• Sa che Magalli sarebbe un ottimo presidente? Il Fatto quotidiano ha fatto un sondaggio tra i suoi lettori per sapere chi vorrebbero come presidente della Repubblica e Magalli – il conduttore tv Giancarlo Magalli – ha stracciato tutti

Oggi comincia la grande partita…

Sa che Magalli sarebbe un ottimo presidente?
Il Fatto quotidiano ha fatto un sondaggio tra i suoi lettori per sapere chi vorrebbero come presidente della Repubblica e Magalli – il conduttore tv Giancarlo Magalli – ha stracciato tutti. Stefano Rodotà, secondo arrivato, gli sta dietro di diecimila preferenze. Questa ondata di simpatia provocatoria – simile a quella che ha prodotto i successi di Grillo – ha convinto l’Espresso a fargli scrivere un pezzo e in questo pezzo Magalli dice cose assolutamente condivisibili. Primo: avverte che l’indicazione di votare scheda bianca è un modo per controllare i parlamentari. Infatti bisogna entrare e uscire dal catafalco in cui si vota senza sostare per riempire la scheda e così le segreterie capiscono subito se hai obbedito all’ordine di scuderia oppure no. Secondo: la girandola di incontri di questi giorni, di ieri, di stamattina prova, secondo Magalli, che i papaveroni del sistema l’uomo del Quirinale lo hanno già scelto e solo si guardano bene dal comunicarlo per non sottoporlo al fuoco di fila delle contestazioni, che potrebbero bruciarlo. Lo sapremo, appunto, all’ultimo momento.  

E quale sarebbe questo ultimo momento?
Renzi ha parlato di “weekend”, ammettendo che questa espressione comprende anche la domenica. «Non possiamo andare oltre il weekend perché significherebbe dare l’idea di un Paese che non sa uscire dalla palude. Finora nelle consultazioni è emerso un riferimento forte a una figura politica» e non a un tecnico. Il premier-segretario è stato per due ore con Berlusconi, Verdini e Gianni Letta nel suo ufficio di Palazzo Chigi. All’uscita Berlusconi ha detto che il nome per il Quirinale ancora non c’è. «Saremo in consultazione permanente per arrivare a un nome per il capo dello Stato che possa darci garanzie - ha detto l’ex Cav ai suoi grandi elettori - Nei prossimi giorni avremo altri incontri con Renzi per arrivare a una scelta condivisa. Il nome maturerà piano piano, a nessuno conviene far saltare l’accordo. Sono sicuro che Angelino Alfano non romperà l’accordo con noi sul Quirinale. Sarete tutti riconvocati quando si saprà qualcosa, quando ci sarà un nome. Abbiamo detto dei no ad alcuni nomi proposti da Renzi. Dunque, i pericoli maggiori sono stati scampati». I forzisti voteranno scheda bianca nei primi tre turni, mentre Renzi, sul punto, è ancora incerto. C’è anche stato un incontro Renzi-Bersani, venuto dopo un discorso di Renzi ai suoi. Bersani, poi, ha detto: «Abbiamo cominciato a ragionare e abbiamo ragionato bene. Ma la strada è ancora lunga. Sì, certo che abbiamo parlato di nomi». I nomi che si facevano ieri erano ancora quelli di Mattarella o di Amato. Niente Magalli.  

Sa che ho bisogno di avere un’idea chiara sulle forze in campo?
L’assemblea che eleggerà il presidente è formata da 630 deputati, 315 senatori, 6 senatori a vita, 58 delegati regionali. Totale: 1009 (l’anno scorso erano 1007). Maggioranza dei due terzi pari a 672 voti. Bisognerà raggiungere questa soglia per avere il capo dello Stato entro le prime tre votazioni, cioè oggi pomeriggio o domani. Da sabato in poi basterà la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto (non dei votanti), cioè 505 voti. Un marziano paracadutato a Roma si metterebbe a ridere: ma se la maggioranza che sostiene Renzi ha una forza di 589 voti, che problema c’è? Infatti, così dovrebbe essere, ma così non è, Sono spaccati a sinistra e sono spaccati a destra e tutti e due, stringi stringi, per la stessa ragione: rifiutano l’accordo con l’altro, cioè l’intesa tra Berlusconi e Renzi, vale a dire il cosiddetto patto del Nazareno.  

Che cosa ci dicono i numeri ufficiali?
Dall’elezione di Napolitano del 2013 a oggi il Pd s’è allargato mentre l’opposizione si è ristretta. Il partito di Renzi ha conquistato 16 parlamentari in più, provenienti da Scelta civica e da Sel. Il Movimento 5 Stelle ne ha persi 35 (ora ne ha 128). Sel ne ha persi 10. Il Pdl che aveva 211 grandi elettori non esiste più, al suo posto c’è Forza Italia con 143 parlamentari e Ncd che si è alleato con l’Udc in Area Popolare che ne ha 77. Ci sono infine il gruppo Misto (52), Grandi Autonomie e Libertà (15) e Per le autonomie (16). Fratture, trasmigrazioni, pentimenti, tradimenti sono all’ordine del giorno. E poi c’è il voto segreto, il che significa camminare su un filo senza rete. Guardi il primo round oggi pomeriggio. Vedrà che gli elettori sono chiamati nome per nome (la cosiddetta “chiama”), prima i senatori, poi i deputati, poi i delegati regionali, con una seconda chiama per chi non ha risposto alla prima. Si infilano sotto il catafalco, escono subito se la scheda è bianca, restano sotto una decina di secondi se devono scrivere. Vedrà che sentiremo, scanditi dalla Boldrini, parecchi Magalli.  

E se non riescono a mettersi d’accordo?
Allora il presidente della Repubblica facente funzioni, cioè Pietro Grasso, potrebbe sciogliere le Camere. Ne ha il potere. Oppure potrebbe arrivare una telefonata della Merkel: «Ragazzi, avete esagerato. Chiamate Draghi».