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 2015  gennaio 16 Venerdì calendario

L’ultimo regalo di Napolitano al suo successore: tagliate le spese per personale, arredi e trasferte dello staff del Quirinale. Peccato che nei nove anni del suo doppio mandato i costi siano aumentati

C’è voluta una lunga e pacata riflessione, durata la bellezza di nove anni, ma alla fine anche Giorgio Napolitano si è convinto che per la presidenza della Repubblica fosse giunta l’ora di stringere un po’ la cinghia. E giusto prima di chiudere la porta del Quirinale e tornare nell’appartamento personale di via dei Serpenti nel rione Monti, ha deciso che fosse giunta l’ora della dieta. Quella del suo successore. E finalmente le forbici hanno sferruzzato anche i capitoli di bilancio della presidenza della Repubblica. Niente di clamoroso, per carità: nel 2015 fra l’attuale reggente Piero Grasso e il successore ufficiale che verrà prima o poi eletto nel mese di febbraio ci saranno nelle casse del Colle 4 milioni di euro in meno dell’ultimo anno vissuto da Napolitano. Quattro su 228, quindi la riduzione è inferiore al 2% del bilancio, ma è pur sempre un primo passo.
Il fatto è quella forbicina ha tagliuzzato i capitoli in modo che sembra quasi malizioso, quasi irrispettoso nei confronti del nuovo Presidente. Mica è andata a ridurre le spese fisse, che sono gran parte del bilancio: restano sostanzialmente immutate, limate solo in qualche spicciolo (ridotte di 12 mila euro) le retribuzioni al personale fisso, che superano i 90 milioni di euro di costo, e rappresentano quasi il 40 per cento del bilancio complessivo. Aumentano anche le spese previdenziali, e lì c’è poco da fare: l’unico travaso è all’interno delle varie voci, con le pensioni di reversibilità che crescono del 5% e quelle dirette che salgono di qualche decina di migliaia di euro. Siccome è un bilancio di previsione, l’indicazione è vagamente iettatoria: significa che nelle previsioni degli amministratori del Quirinale il 2015 sarà l’ultimo anno in vita per molti ex dipendenti, e che durante i 12 mesi i trattamenti pensionistici saranno trasferiti alle vedove.
I taglietti però incidono in modo particolare sullo staff del prossimo presidente della Repubblica, che si troverà ridotto dopo anni di vacche grasse. Lo stanziamento per i consiglieri del presidente della Repubblica vengono infatti ridotti da 2 milioni e 371 mila euro a 2 milioni e 80 mila euro. Mancheranno quindi 291 mila euro di dotazione, e dal punto di vista percentuale è il taglio più rilevante apportato al bilancio del Quirinale: -12,27%. Scendono di 326 mila euro (ma percentualmente rappresentano il 3 per cento) anche gli stanziamenti per pagare il personale distaccato (in bilancio ora ci sono 10 milioni e 487 mila euro), con cui spesso vengono allargati gli staff presidenziali. Saranno di meno dunque i collaboratori del nuovo presidente della Repubblica, e soprattutto saranno più stanziali, forse prevedendo che chi salirà sul Colle avrà meno attivismo politico e internazionale del predecessore.
Fatto sta che Napolitano prima di andarsene ha fatto ridurre di 120 mila euro anche le spese di trasferta 2015 per i suoi collaboratori: passano da 370 mila a 250 mila euro, con una riduzione assoluta di 120 mila euro e percentuale ancora più significativa: -32,43%. Meno staff, meno poltrone e scrivanie per i collaboratori del presidente. Per l’acquisto degli arredi il capitolo di spesa scende da 545 mila a 470 mila euro: in termini assoluti tagliati 75 mila euro, che percentualmente vogliono dire – 13,76%. Napolitano ha fatto tagliare sensibilmente anche il capitolo della biancheria, e onestamente qui la ragione è più difficile da comprendere: il personale fisso è numericamente lo stesso di prima. Forse ci si riferisce a tovaglie e tovaglioli, e con meno collaboratori ci sarà qualcuno meno a tavola. Fatto sta che la riduzione è di 57 mila euro, con il capitolo che passa da 327 mila a 270 mila euro (-17,43%).
Il taglio più sensibile in proporzione e forse più curioso è quello operato sul capitolo dell’acquisto di bestiame per la tenuta di Castelporziano. I numeri, prima di tutto: il capitolo perde 61 mila euro passando da una dotazione di 130 mila a una di 69 mila euro. Il taglio è una batosta: -46,92%. A cosa si riferisca però è di difficile interpretazione: la nota illustrativa che accompagna il bilancio di previsione 2015 del Quirinale semplicemente non ne fa cenno alcuno.
Si rileva solo che «circa 20 mila fra studenti, insegnanti e studiosi italiani e stranieri sono stati guidati nei vari percorsi naturalistici e culturali offerti dalla Tenuta di Castelporziano». Degli animali si fa cenno in una lunga scheda pubblicata sul sito internet della presidenza della Repubblica. Si spiega che «Gli ungulati vivono allo stato selvatico e numerosi, insieme a cinghiali e daini, sono presenti i caprioli e più modesti nuclei di cervo. Insieme agli ungulati la foresta è popolata da numerosi altri mammiferi: fra i mustelidi la martora, la puzzola, la faina e il tasso, la volpe e il riccio, e fra i roditori l’istrice, la lepre e il coniglio selvatico. Di particolare interesse zoologico vanno segnalati il cinghiale maremmano in purezza, il capriolo attribuito alla sottospecie italica e la lepre mediterranea». Ma gran parte di queste specie in genere non si acquistano. Il taglio dovrebbe riguardare dunque la popolazione di animali da allevamento. Di questi si fa gran vanto la stessa scheda sul sito: «Gli allevamenti degli animali domestici, costituiscono una componente rilevante del paesaggio tipico della campagna romana. Castelporziano, infatti, assicura la permanenza in purezza di equini e bovini di razza maremmana, quasi in via di estinzione, allevati allo stato brado ed accuditi da esperti butteri, secondo la tradizione secolare.
La selezione è assiduamente curata, tanto che gli esemplari della Tenuta spesso si classificano ai primi posti nelle principali esposizioni e rassegne di settore». Infine i tagli ai consumi base: il prossimo presidente della Repubblica sarà probabilmente più giovane, e quindi via un po’ di riscaldamento che non sarà più necessario. Tagliate del 20% anche le dotazioni per le spese telefoniche, del 12% quelle di cancelleria, della stessa percentuale quelle per l’organizzazione di eventi culturali, dell’11% quelle per la sanificazione ambientale e ben del 22,2% quelle per l’acquisto dei materiali di pulizia. Il successore è bene che si rassegni: il Quirinale con lui sarà un po’ più sporchetto...