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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

La vittoria di Marchionne sul fisco: l’Erario dovrà restituire al manager quasi 4 milioni di euro per il rimborso dell’addizionale del 10% sulle azioni assegnate in un piano di stock grant

Sergio Marchionne batte fisco «1-0». Per ora è solo il primo round di una controversia che è destinata a proseguire in altri gradi di giudizio. Ma intanto l’amministratore delegato di Fca ha conseguito una vittoria importante con la sentenza emessa a fine dicembre dalla Commissione tributaria provinciale di Torino (presidente e relatore Bianconi) per il rimborso dell’addizionale del 10% sulle azioni assegnate in un piano di stock grant.
Nel febbraio 2012 la Fiat in qualità di sostituto d’’imposta aveva versato poco più di 3,9 milioni di euro. Un versamento a titolo «prudenziale» per evitare eventuali sanzioni in quanto la società comunque riteneva che la propria attività non rientrasse nel settore finanziario e quindi non fosse obbligata ad applicare il prelievo introdotto da una norma del 2010 (l’articolo 33 del Dl 78). La questione riguardava l’interpretazione fornita da una circolare delle Entrate (la 4/E/2011) secondo cui rientrerebbero nel settore finanziario anche le holding che assumono o gestiscono partecipazioni in società industriali. Dopo aver versato l’imposta, Fiat e Marchionne hanno fatto richiesta di rimborso a cui il fisco non ha risposto nei tempi previsti. A questo punto è partito il ricorso ai giudici tributari, che hanno dato ragione ai ricorrenti.
La Ctp di Torino ha ritenuto, infatti, una «forzatura» l’inserimento delle holding industriali nel perimetro del settore finanziario a cui mirava la norma sulle addizionali.
Un piccolo passo indietro è necessario: l’addizionale del 10% è stata introdotta sulla scia delle conclusioni del G20 di Pittsburgh nel 2009 che puntava a limitare gli effetti distorsivi dei bonus concessi ai vertici delle banche e degli intermediari finanziari. A tal proposito, i giudici tributari ricordano che è diversa la natura dell’attività delle holding industriali perché è «rivolta a favore delle società del gruppo, se non esclusivamente, almeno principalmente». Ma anche a voler cavillare che le holding industriali fino al maggio 2010 (data di entrata in vigore della norma) erano inserite nell’elenco dei soggetti finanziari, questa inclusione era prevista solo nella misura in cui erano tenute all’iscrizione a un albo ad hoc. Poi l’adempimento è stato soppresso e comunque non determina un’automatica attrazione delle holding industriali nel «settore finanziario».
Alla fine, Marchionne e Fiat si sono così aggiudicati il primo round. Ma visti gli importi in gioco c’è da aspettarsi che la partita proseguirà anche in appello e in Cassazione.