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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

Il calo del prezzo del petrolio a 60 dollari ha ridotto i guadagni dell’export della Russia di 180 miliardi di dollari e le sanzioni di 40-60 miliardi. Intanto il rublo continua a perdere terreno

«Questo è il momento della verità – ha detto ieri il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov – il calo del prezzo del petrolio a 60 dollari ha ridotto i nostri guadagni dell’export di 180 miliardi di dollari. E le sanzioni di 40-60 miliardi». Con altrettanto candore il suo collega all’Economia, Aleksej Uljukaev, ha ammesso che mentre l’affidabilità creditizia della Russia è ora sotto esame da Standard & Poor’s – dopo la retrocessione di Fitch – è «piuttosto alto» il rischio che la Russia, primo esportatore di energia al mondo, si veda sottrarre lo status di “investment grade” per finire al livello “junk”, spazzatura. Con un impatto in verità minimo, dice Uljukaev:?«Non abbiamo motivo di dubitare della capacità della Russia di pagare il proprio debito», pari soltanto all’11% del prodotto interno lordo.
E tuttavia, mentre il rublo seguita a perdere terreno a fianco del petrolio, le dimensioni della crisi economica in cui si è ritrovata la Russia sono state al centro del Gaidar Economic Forum, ieri a Mosca. Tra gli interventi quello di Gherman Gref, ad di Sberbank, la prima banca di Russia:?se il petrolio resta attorno ai 45 dollari al barile, ha detto, quest’anno le banche russe avranno bisogno di alimentare le proprie riserve di 3.000 miliardi di rubli, 50 miliardi di dollari. Un ulteriore problema per il governo, che il mese scorso ha fatto votare dalla Duma una ricapitalizzazione delle banche per mille miliardi di rubli, un terzo di quanto immaginato da Gref. «Sarebbe sbagliato restare seduti ad aspettare una ripresa (del petrolio, ndr) – ha detto ancora il capo di Sberbank -. Dobbiamo affrontare i nostri problemi».
E la strada indicata da Siluanov porta al Reserve Fund, il primo dei due fondi sovrani gestiti dal suo ministero, costruiti con i guadagni del petrolio e destinati a sostenere il budget e ad assicurare le pensioni del futuro. Una dotazione di 88 miliardi di dollari a cui ora la Banca centrale farà ricorso per affrontare l’emergenza:?«Venderemo una parte delle nostre riserve in valuta – ha spiegato Siluanov -. Avremo rubli da far confluire in depositi per le banche, fornendo liquidità all’economia». Quella liquidità che la Russia è chiamata a trovare da sola, ora che è isolata dai mercati finanziari americani ed europei.
Una situazione che il primo ministro russo Dmitrij Medvedev, pure intervenuto al Gaidar Economic Forum, spera possa tornare presto alla normalità, anche considerando che l’Europa resta il primo partner commerciale per la Russia. «Le sanzioni vano e vengono, insieme ai propri autori», ha detto Medvedev. Aggiungendo che la Russia si impegna a rispettare i propri impegni sul fronte del debito estero, e spera di mantenere la propria reputazione di debitore affidabile.