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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

Esce oggi in Italia il romanzo di Michel Houellebecq “Sottomissione”. In Francia ha già venduto 120 mila copie. Ma lo scrittore, travolto dal successo e dalle polemiche, ha deciso di smorzare i toni: «La violenza non è connaturata all’Islam. Il problema dell’Islam è che non ha un capo come il Papa della chiesa cattolica che indicherebbe la retta via una volta per tutte»

A una settimana dall’attentato a Charlie Hebdo, il libro che sembrava dovesse polarizzare lo scontro con il mondo islamico, Sottomissione, di Michel Houellebecq, ha raggiunto le 120 mila copie in libreria. Lo conferma l’editore Flammarion nel giorno in cui il romanzo si appresta ad arrivare in Italia. Oggi, infatti, Sottomissione sarà disponibile nelle librerie italiane dove Bompiani ha previsto una tiratura di 50 mila copie anche se non esclude di poterla aumentare in corso d’opera. Un successo che travolge, dunque, lo scrittore, anche se Houellebecq ha deciso di assumere un atteggiamento più defilato. Come ha fatto sapere la scorsa settimana, il contestato autore ha deciso di sospendere qualsiasi promozione del libro e l’unica presentazione al momento certa è quella del 19 gennaio a Colonia. 
Questo non gli ha impedito di finire sotto la critica del quotidiano Le Monde che ieri ha contestato il “Je suis Charlie” pronunciato davanti agli scermi di Canal+. Eppure, nota il giornale francese, Houellebecq è lo stesso che in passato ha rivendicato il diritto dello scrittore di definirsi “neutro”. Ma, continua Le Monde, con Charlie Hebdo Houellebecq ha in comune il “gusto per la provocazione”. Il suo Sottomissione ne costituisce un esempio: il romanzo, infatti, immagina l’arrivo alla presidenza della Repubblica, nel 20122 – nel 2017 vince di nuovo Hollande – del candidato della Fratellanza musulmana, Ben Abbes, che darà il via all’islamizzazione della Francia. Segno distintivo di questo processo, la scelta del nuovo presidente di tenere per sé solo il ministero dell’Educazione. E così, un po’ alla volta, le donne porteranno il velo, smetteranno di lavorare, la disoccupazione diminuirà, l’economia si solleverà. Non è un libro antislamico, ha detto ieri lo scrittore in una intervista al Corriere della Sera, semmai “filo-islamico”. Certamente, è un libro provocatorio che ha avuto un impatto innegabile in Francia anche in coincidenza con l’attentato a Charlie Hebdo, avvenuto lo stesso giorno in cui il romanzo è uscito in libreria.   
Nell’intervista al Corriere, Houellebecq ha però avuto modo di precisare ancora meglio il suo pensiero. Confermando di sentirsi sempre un “irresponsabile”, e dunque culturalmente contiguo al giornale decimato il 7 gennaio e che sotto la testata reca la scritta “irresponsabile”, ma rivedendo i suoi giudizi sull’Islam e il Corano: “Ho riletto con attenzione il Corano – dice nell’intervista – e una lettura onesta porta a supporre un’intesa con le altre religione monoteiste. Un lettore onesto del Corano – aggiunge Houellebecq – non ne conclude affatto che bisogna andare ad ammazzare i bambini ebrei. Proprio per niente”. Il giudizio espresso, però, non elimina la previsione che una “guerra civile” possa esplodere in Francia sia perché “qualcuno alla destra del Front National si innervosisce e passa a un’azione violenta”, sia perché nonostante le grandi mobilitazioni, l’11 gennaio, la “marcia repubblicana”, viviamo in una società in crisi in cui “della libertà l’uomo non ne può più, troppo faticosa”. E quindi troppo facile cedere alla tentazione di liberarsene, che poi costituisce la tesi forte di Sottomissione. L’unica prospettiva cui Houellebecq sembra credere è quella di una fusione tra “cristianesimo e islamismo” che hanno dimostrato di poter coabitare. “La violenza non è connaturata all’Islam. Il problema dell’Islam è che non ha un capo come il Papa della chiesa cattolica che indicherebbe la retta via una volta per tutte”.