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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

L’economia illegale in Italia pesa per il 10 per cento del Prodotto interno lordo, cioè circa 150 miliardi. Parole del governatore di Bankitalia Ignazio Visco: «Occorre fermare l’anomalia italiana per la quale i bonifici dall’Italia verso i paradisi fiscali sono di circa il 36% più elevati di quelli verso gli altri Paesi esteri»

Per ora siamo fermi al condizionale. A distanza di due anni dall’adozione del «rating di legalità» verrebbe da pensare che il «passaporto etico» per le imprese in regola sia stato finora confinato nel limbo delle dichiarazioni non tradotte in comportamenti fattuali. «Un contributo alla creazione di un contesto più trasparente – ha detto ieri in commissione Antimafia il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ( foto ) – potrebbe venire dal rating di legalità». L’inquilino di via Nazionale ha ricordato che un decreto del ministero delle Finanze prevede che le banche ne tengano conto nella concessione dei prestiti. L’imprenditore, l’amministratore, il direttore tecnico in regola (che non abbiano riportato sentenze di condanna e non siano stati soggetti di misure di prevenzione patrimoniale/personale) dovrebbero avere fino a tre «stellette», riconoscimento da esibire (e da rivendicare) nel rapporto con gli istituti di credito. Nelle parole del Governatore traspare la volontà di investire maggiormente su questo strumento, anche per contrastare «l’anomalia italiana» per la quale «i bonifici dall’Italia verso i paradisi fiscali sono di circa il 36% più elevati di quelli verso gli altri Paesi esteri». Un’anomalia che Visco correla alla criminalità organizzata (che così cela i proventi di furti e traffico di droga) e «all’opacità della legislazione finanziaria dei Paesi di destinazione».
È un tasto dolente questo per Visco (la stessa tesi era stata evidenziata anche in un’altra recente apparizione pubblica alla presenza dei procuratori aggiunti di Milano e Roma) perché si traduce in «un deficit di credibilità» e in una perdita secca di investimenti diretti dall’estero quantificabile in 16 miliardi di euro negli ultimi sette anni. D’altronde secondo il titolare di Palazzo Koch l’economia illegale «pesa per il 10% del Prodotto interno lordo». Cioè circa 150 miliardi.