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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

La nuova vita di Napolitano da ex presidente. La prossima settimana il debutto in Senato, probabile l’iscrizione al Gruppo Misto. Pronto a votare le riforme. E Beppe Grillo lo attacca dal suo blog: «Lasci il posto di senatore a vita, se ne resti a casa»

La spina la staccherà per poco. Anche se lasciandosi alle spalle il Colle aveva sussurrato commosso ai consiglieri «mi serve una pausa, un periodo di decantazione». Ma nel suo “day after” Giorgio Napolitano sarà già a Palazzo Giustiniani, a prendere ufficialmente possesso del nuovo ufficio di presidente emerito della Repubblica e senatore a vita. Oggi dunque, a 24 ore dalle dimissioni, lo attendono al quarto piano del palazzo di via della Dogana Vecchia, nello studio pieno dei suoi libri e arredato con le amate “gouaches” napoletane. Dal Colle lo hanno seguito il consigliere politico Carlo Guelfi, il giornalista e uomo della segreteria Giovanni Matteoli, la storica segretaria Viviane Schmit, e Giancarlo Bartoloni che cura l’archivio. Due piani più in basso, a Palazzo Giustiniani, il successore pro tempore Pietro Grasso sarà alle prese col difficile tirocinio da presidente supplente. Non è da escludere perciò un incontro tra i due. Seduto al suo nuovo tavolo di lavoro, Napolitano già questa mattina stessa potrebbe preparare la lettera con la richiesta formale al Senato per l’iscrizione ad un gruppo parlamentare: quasi certamente sarà il Gruppo misto, dove siede già l’altro presidente emerito Ciampi. In alternativa, ci sarebbe l’ipotesi del Gruppo per le autonomie, dove siedono invece i senatori a vita Rubbia e la Cattaneo. In ogni caso, non il Pd, per marcare il suo ruolo sopra le parti. Per il lavoro in commissione parlamentare, Napolitano potrebbe indicare la Esteri, sua antica passione. Ma c’è aperta la grande partita delle riforme, e il posto giusto per continuare la battaglia combattuta dal Colle può essere allora la commissione Affari istituzionali.
C’è comunque una questione di “opportunità” sulla quale l’ex capo dello Stato sta riflettendo, e che pesa anche sui tempi del suo ritorno in aula a Palazzo Madama. Fra i banchi del Senato forse potrebbe anche tornare a giorni, nel pieno della battaglia sulla legge elettorale, e quindi votare sull’Italicum. Magari martedì, quando dovrebbero appunto iniziare le votazioni. Ma a frenare in qualche modo il ritorno immediato in aula è il clima incandescente di scontro. Non sono certo le polemiche scatenate contro di lui ancora una volta dai Cinquestelle, con Grillo che sul blog invoca «Napolitano lasci il posto di senatore a vita, se ne resti a casa», e i capigruppo grillini di Camera e Senato che rilanciano la polemica. L’ex capo dello Stato infatti, come preannunciato nel messaggio di fine anno delle dimissioni, non ci pensa proprio, «il mio contributo alla vita del paese intendo continuare a darlo, così come chiedo agli italiani di fare del loro meglio».
Piuttosto, è la guerra dentro il Pd e dentro la maggioranza sull’Italicum che potrebbe indurre Napolitano a non scendere in campo proprio in questo momento, a tenersi fuori dalla mischia sulla legge elettorale. Memore anche di certe feroci polemiche sul voto “decisivo” dei senatori a vita. In ogni caso, l’ex presidente “in campo” ha intenzione di tornarci in fretta. Chiusa rapidamente la fase della «decompressione dalle molte fatiche» del Quirinale, confessate nel giorno dell’addio, e archiviati i festeggiamenti per il suo ritorno dal Colle che sabato il quartiere Monti gli ha organizzato.