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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

I combattenti che partono dall’Europa per affiancare lo Stato islamico in Siria stanno iniziando a tornare indietro per dare vita a cellule jihadiste anche in Italia. L’obbiettivo è «attuare progetti ostili, ovvero impiantare reti radicali». Progetti ostili può significare Tav

«Il boicottaggio è compagno di chi lotta». Non ci sono rivendicazioni, ma ecco lo slogan. Scritto anche su un sito: informa-azione, cassa di risonanza di attentati incendiari a cavi delle ferrovie, centraline Telecom, Bancomat. Questa frase, per ora anonima, è la firma delle bombe sui binari di questi giorni: l’ultima ieri all’alba alla stazione di Santa Viola poco dopo Bologna, la penultima, appena 48 ore prima, a Firenze. È partita una rappresaglia dal giorno del processo, il 15 dicembre, contro i no Tav dell’attentato a Chiomonte in Val di Susa, ma assolti dall’accusa di terrorismo. Incendiare, paralizzare le ferrovie a ridosso delle feste è la strategia del Natale condotta da un circuito insurrezionalista di attentatori, capaci di programmare luoghi e orari con la massima sofisticazione, segno di buoni appoggi territoriali, che preoccupa sempre di più i servizi di sicurezza. Il temuto «salto di qualità» a opera di «componenti movimentiste della galassia insurrezionale», prospettato dagli 007 solo pochi mesi fa, è arrivato.
Archiviato il Jobs Act e la legge elettorale, tornano per l’Italia quelle minacce finite sotto il tappeto della crisi economica: c’è un anarco-insurrezionalismo che punta «all’attacco diretto», con toni di «elevata radicalità», prospettavano i servizi già nel mese di febbraio: nuclei che si stanno muovendo secondo una «strategia organizzata», un modo di operare che denota un innalzamento di livello, grazie a un appello che, secondo fonti dell’anti terrorismo citate dall’Huffington post, sarebbe stato lanciato negli ambienti eversivi di tutta l’Italia: «L’obiettivo è sabotare i mille chilometri della rete dell’Alta velocità». E c’è un estremismo islamico che, dalla Siria, potrebbe tessere tele in Europa Italia compresa.
Era tutto scritto nella relazione al parlamento di nove mesi fa. Insurrezionalisti e estremisti islamici reduci della Siria, questi i pericoli: si teme che i combattenti che partono dall’Europa per affiancare lo Stato islamico in Siria, i foreign fighters (dalI’Italia una cinquantina) stiano iniziando a tornare indietro per impiantare cellule jihadiste e pro-Isis dalla Nazione di provenienza, anche in Italia. I servizi lo chiamano «reducismo». «L’eventualità – si legge nel dossier dei servizi – che combattenti di estrazione occidentale, dopo aver sviluppato sul posto legami con gruppi qaidisti ed acquisito sul campo particolari capacità offensive, decidano di dispiegarsi in Paesi occidentali, Italia compresa», si sottolinea. L’obbiettivo è «attuare progetti ostili, ovvero impiantare reti radicali». Progetti ostili può significare «attacchi nei Paesi di residenza» contro «i miscredenti», perché l’interesse dei capi milizia dell’Isis è che il conflitto diventi «globalizzato».
Intanto, però, c’è questo pericolo ormai quotidiano, tutto italiano: gli attentati ai binari, figli delle lotte no Tav della Val di Susa. Gli attentatori fanno proselitismo, inviano mail anonime a siti di area, come quelle che pubblica informa-azione.info: «Riceviamo da mail anonima e diffondiamo: Milano 15 dicembre. Danneggiate più di venti macchine di Enjoy, servizio di autonoleggio ideato da Eni in partnership con Trenitalia». E ancora: «Il giorno 13-12-2014 attaccato il centro Telecom di Rovereto. Spostate le telecamere e posizionato gli ordigni incendiari in diversi punti». Le telecamere, a Firenze, hanno inquadrato il commando che all’alba del 20 dicembre ha piazzato sui binari le bottiglie con la diavolina. Erano incappucciati, ma tutto è utile alle indagini.