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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

Il Bot è finito sotto zero: rendimenti negativi per il titolo a tre mesi. Nuovo minimo storico per il Btp a dieci anni: la discesa negli ultimi 12 mesi è stata continua e ha fatto crollare il costo medio dei titoli italiani nel 2014 all’1,35%

Sotto l’albero un nuovo minimo storico per il Btp a dieci anni, che si appresta a chiudere il 2014 in forte ritiro. Ieri il titolo di Stato dell’Italia ha raggiunto il rendimento record dell’1,93%. La discesa negli ultimi 12 mesi è stata continua e ha fatto crollare – spiega il tesoro nelle Linee guida 2015 – il costo medio dei titoli italiani nel 2014 all’1,35%, «minimo storico assoluto».
Lo spread con il Bund tedesco si è stabilizzato nella rassicurante area dei 134 punti base, quasi 100 punti in meno da gennaio (era a quota 214).
Neanche le preoccupanti notizie arrivate dalla Grecia hanno provocato particolari movimenti: il secondo voto al Parlamento di Atene per l’elezione del Presidente della Repubblica si è concluso con un flop. Ora ci sarà l’ultima votazione, in calendario il 29 dicembre, e se non verrà eletto il candidato del governo la Grecia dovrà andare al voto. Con il rischio concreto che vinca il partito anti-euro, Syriza.
Lo scenario greco non ha turbato i listini. Anche perché gli operatori sono concentrati sulle mosse di gennaio della Bce di Mario Draghi e scommettono già sull’imminente lancio di un «Quantitative easing» europeo (il 22 gennaio). Se davvero partirà il Qe di Draghi lo spread avrà ancora ampio margine di discesa.
Intanto anche il Bot finisce l’anno su livelli mai visti prima. Per la prima volta da qualche giorno il titolo a breve (a tre mesi) viaggia con rendimento che è addirittura negativo (-0,025%). Sul mercato secondario, dove si muovono quasi solo gli investitori istituzionali, i buoni a scadenza più ravvicinata da qualche giorno hanno il segno meno. Vuol dire che investire in questo tipo di strumento porta a perdite a fine periodo anche se di pochi centesimi (2,5 centesimi su 100 euro).
È uno degli effetti della «Financial repression», la repressione finanziaria messa in atto dalle Banche centrali per alleggerire il peso dei debiti sovrani. La Germania viaggia già da qualche tempo con il segno meno sui suoi titoli anche a media scadenza. Nel club dei tassi negativi sui bond di Stato con scadenza compresa tra 2 e 3 anni oltre alla Germania, ci sono anche l’Austria, la Danimarca, la Francia, l’Olanda e la Svizzera.
Per il Tesoro italiano, il passaggio sotto zero del Bot a tre mesi è una buona notizia. Basti pensare che all’apice della crisi, a fine 2011, quando lo spread era ai massimi a quota 575 punti, il Bot a sei mesi arrivò a superare il 6% di rendimento. Oggi il sei mesi è vicino allo zero e se la Bce lancerà il «Qe» è facile che passi in negativo insieme al titolo a un anno.
Va detto che ormai i Bot a tre mesi sono terreno privilegiato degli investitori istituzionali, come banche e grandi fondi, che si devono confrontare con tassi negativi anche presso la Bce. Il grande pubblico, quello che ai tempi d’oro dei governativi italiani era detto «Bot people», ha già scelto altri lidi.