Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

Il boicottaggio dell’Unesco e l’assenza degli Usa

Caro Romano, da ormai tre anni Stati Uniti e Israele hanno cessato di pagare i contributi all’Unesco, dopo che l’Agenzia aveva riconosciuto la Palestina come Paese membro. Gli Stati Uniti, in forza di una legge del 1990, non possono finanziare organizzazioni che abbiano accolto la Palestina tra i suoi membri: stop, quindi, a ogni forma di contributo. Ha senso boicottare un’agenzia che ha tra i suoi compiti «l’educazione, la scienza, la cultura e la gestione del patrimonio culturale»? 
Andrea Sillioni 
Bolsena (Vt) 

Per completezza segnalo che gli Stati Uniti erano addirittura usciti dall’Unesco nel 1984, all’epoca della presidenza Reagan. Ma il gesto, in quella occasione, era stato motivato dallo sfacciato nepotismo del direttore generale, il senegalese Amadou Mahtar M’Bow, dal suo contestabile uso dei fondi destinati all’organizzazione (di cui gli Stati Uniti erano il maggiore finanziatore) e dalle sue simpatie filo-sovietiche.