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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

La Corea del Nord è un capitale strategico a cui la Cina non può rinunciare. Ma negli ambienti militari cinesi la politica di Pyongyang sembra provocare disagio e insofferenza

Nella lunga disputa fra la Corea del Nord e gli Stati Uniti non è tanto il minaccioso atteggiamento del dittatore comunista che stupisce, quanto la sorniona indifferenza, ai limiti della complicità, del colosso cinese.
Lei pensa che questo comportamento – che si traduce alla fine in un punzecchiamento provocatorio della pulce nordcoreana ai danni degli Usa – possa far parte della strategia diplomatica di Pechino? Ma, in ultima analisi, considerati i colossali interessi economico-finanziari della Cina in territorio americano, non potrebbe ritorcersi proprio a suo danno?
Lorenzo Milanesi

Caro Milanesi,
Fra la Cina e la Corea del Nord vi è un rapporto di reciproca convenienza. Isolato dal mondo e colpito da sanzioni che ne limitano considerevolmente la libertà di movimento, il regime di Pyongyang ha bisogno di un alleato che gli permetta qualche scambio commerciale e incuta rispetto ai suoi nemici; mentre la Cina ha interesse all’esistenza di uno Stato che le garantisce la divisione della penisola. La riunificazione, se avesse luogo, avverrebbe dopo un conflitto sanguinoso e potrebbe avere per effetto l’allargamento dell’influenza americana sino al confine cinese. È questa la ragione per cui Pechino, negli innumerevoli incontri degli scorsi anni con Giappone, Russia e Stati Uniti, si è sempre opposta a qualsiasi misura che avrebbe potuto rafforzare la presenza militare americana nella regione.
Questo non significa che ai cinesi piaccia l’atteggiamento ribaldo e provocatorio dei nordcoreani. Non desiderano avere una potenza nucleare sui loro confini e hanno spesso cercato di frenare le ambizioni di Pyongyang. Recentemente questi malumori sono stati espressi pubblicamente da un generale cinese, Wang Hongguang, in un articolo pubblicato da un giornale e successivamente riprodotto sul sito ufficiale dell’Esercito popolare di liberazione. Secondo resoconti apparsi sulla stampa americana, Wang ha accusato la Corea del Nord di avere violato, con i suoi esperimenti nucleari, il principio della consultazione reciproca, iscritto nel Trattato di reciproca difesa stipulato fra i due Paesi. Ha detto anche che la Cina ha già dovuto «fare pulizia» parecchie volte dopo i guai provocati dalla Corea del Nord, e che non è tenuta a farlo in futuro. Non tutti i cinesi condividono le idee di Wang. Lo stesso giornale, qualche giorno prima, aveva pubblicato l’analisi di uno studioso per cui la Corea del Nord è un capitale strategico a cui la Cina non può rinunciare. Ma negli ambienti militari cinesi la politica della Corea del Nord sembra provocare disagio e insofferenza.