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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

Quattro incendi sulla linea ferroviaria a Bologna, 62 treni fermi e migliaia di viaggiatori bolccati. «È un atto di terrorismo contro la Tav» dice il ministro dei Trasporti Lupi

Guerra alla Tav. Dai cantieri di Chiomonte, l’impronta della violenza si è spostata su Bologna, snodo nevralgico della rete ferroviaria. Blitz incendiario a colpo sicuro, protetto dalla nebbia del primissimo mattino e dopo un accurato studio della zona e degli obiettivi da distruggere. 
Nessun timore da parte dei sabotatori di lasciarsi dietro tracce o impronte. La prima pattuglia della Polfer arrivata sul posto, dopo aver spento le fiamme con gli estintori, ha trovato per terra brandelli di stracci imbevuti di liquido infiammabile con i quali erano stati avvolti i cavi sabotati (che forniscono alimentazione per la circolazione dei treni), fiammiferi antivento e tre scritte «No Tav», di cui una, più fresca, ritenuta una sorta di autografo degli autori del blitz. I quattro pozzetti trasformati in rogo si trovano a ridosso della stazione di Santa Viola, periferia ovest di Bologna, in un’area di 50 metri delimitata da due cavalcavia ferroviari facilmente accessibili da via del Triumvirato. 
Erano le 4.25 di ieri. E da quel momento migliaia di viaggiatori, da Milano a Roma, da Bologna a Firenze, sono rimasti intrappolati tra ritardi e cancellazioni che in certi casi hanno superato le due ore. I treni soppressi sono stati 62. Quattro le linee in tilt: la Bologna-Milano Alta velocità e quella convenzionale, la Bologna-Verona e la Bologna-Porretta. 
Le indagini sono scattate subito in un clima di crescente allarme. A Bologna perquisite le case di quattro anarchici. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha parlato di «nuovo attacco terroristico contro la Tav». E in risposta al premier Matteo Renzi, che, più cauto, ha definito il blitz «un atto di sabotaggio», invitando a «non rievocare i termini del passato», il ministro ha insistito: «Cinque episodi di sabotaggio in un mese possono rimanere episodi di sabotaggio? Ritengo che i pm di Torino non avevano fatto un errore a parlare di associazione a scopo terroristico». Angelino Alfano, titolare del Viminale, ha ricordato che «lo Stato non si farà intimidire» e che la Torino-Lione «sarà completata». 
L’aggravante eversiva per ora non compare nel fascicolo contro ignoti aperto dalla Procura di Bologna, che ipotizza i reati di pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento seguito da incendio. Ma tra gli inquirenti è opinione comune che il rogo di Santa Viola sia solo l’ennesima tappa di un percorso incendiario pianificato a tavolino, nel quale rientrano gli altri tre sabotaggi compiuti solo a dicembre contro la circolazione ferroviaria, l’ultimo dei quali domenica scorsa a Rovezzano (direttissima Roma-Firenze) dove è stato sabotato anche lì un pozzetto, usando però una bottiglia incendiaria munita di innesco. 
«È un episodio che preoccupa, dobbiamo fare molta attenzione» ha affermato il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, che segue in prima persona le indagini. Più in là si è spinto il questore di Firenze, Raffaele Micillo, secondo il quale «esiste una strategia comune a livello di vertice che unisce gli attentati degli ultimi giorni». Le difficoltà, ha aggiunto, nascono dalla polverizzazione del mondo anarchico: «I blitz sono spesso affidati a gruppi locali esperti del territorio, ma che tra loro non si conoscono». E questo rende complesso risalire ai registi dell’intera strategia. 
A ciò si aggiungono difficoltà logistiche. Come ha sottolineato il questore di Bologna, Vincenzo Stingone, a differenza degli assalti al cantiere di Chiomonte, «gli autori dei raid, potendo operare su migliaia di chilometri di ferrovia, spesso ottengono il massimo risultato con il minimo sforzo».