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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

Si studia poco, ci si sposa meno e si litiga per un parcheggio. Una fotografia (non troppo bella) dell’Italia

 L’Italia cambia, ma ancora una volta tutto accade sotto il segno della crisi. Crollano i posti di lavoro, aumentano i crimini. E ancora, i giovani fuggono dalle università come dall’altare, tanto che la percentuale di matrimoni ci vede in fondo nelle classifiche internazionali. Cominciano anche a sentirsi gli effetti delle misure figlie della recessione: la forbice della spending review sta iniziando a produrre i suoi effetti sullo sfoltimento della miriade di Comuni in cui è diviso il Paese. Siamo ancora sopra quota 8 mila, ma in un solo anno, passando dal 2013 al 2014, ne sono stati tagliati 33, il triplo di quanto fatto in venti anni. Siamo così tornati ai livelli del 1971. 
I piccoli centri non solo sono colpiti dai provvedimenti di revisione della spesa: negli ultimi anni gli italiani hanno dimostrato di preferire le città, abbandonando i vecchi borghi magari in cerca di un posto di lavoro. Ecco l’Italia che esce fuori dalle quasi 750 pagine, spartite in 24 capitoli, dell’Annuario statistico italiano per il 2014, che come ogni anno l’Istat presenta a fine dicembre.
MEZZO MILIONE DI POSTI
Lavoro: sparito quasi mezzo milione di posti. Ormai le sofferenze del mercato del lavoro non rappresentano più una novità ma una costante. Per il 2013 la cronaca lascia sul terreno 478 mila di posti, un calo che porta il tasso di occupazione per la fascia 15-64 anni al 55,6%, «molto al di sotto del dato Ue, 64,1%».
Università: le matricole per l’anno accademico 2012-2013 scendono di 25mila unità, confermando una contrazione che prosegue da tempo. Non solo, diminuiscono anche i laureati, con i ragazzi che sembrano lasciare campo libero alle studentesse. Sotto i trent’anni possono vantare un titolo universitario il 28,7% delle donne, contro il 17,7% dei colleghi maschi.
Paese sempre più vecchio, nella Ue siamo secondi solo alla Germania. Secondo l’Annuario al 1 gennaio 2013 l’indice di vecchiaia è di 151,4 anziani ogni 100 giovani.
L’Italia non è un Paese per sposati: a livello internazionale la nuzialità risulta tra le «più basse», fa sapere l’Istat. Hanno, infatti, un quoziente di nuzialità inferiore al nostro (3,5 per mille abitanti nel 2012) «solo» Portogallo, Bulgaria, Slovenia e Lussemburgo.
IL POSTO DEI DESIDERI
La litigiosità. Prima preoccupazione il parcheggio. Trovare un posto per l’auto e divincolarsi nel traffico è il primo dei problemi di quartiere che affliggono le famiglie italiane. Tra le preoccupazioni l’inquinamento dell’aria segue a distanza, piazzandosi al terzo posto. Eppure gli italiani restano affezionati all’auto, di gran lunga il mezzo preferito per andare a scuola o a lavoro.
La criminalità. Nel 2012 i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria sono saliti del 2%, con un boom per truffe e frodi informatiche.
Niente crisi per i musei, in aumento i visitatori. Quasi 40 milioni di persone sono passate nel 2013 attraverso i 431 luoghi di antichità e arte che l’Italia può vantare. Rispetto all’anno precedente le presenze sono aumentate di circa 1 milione e 800 mila.