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 2014  dicembre 24 Mercoledì calendario

Massimo Gramellini e il direttore della Stampa Mario Calabresi a colloquio sull’anno che verrà, Renzi, il Renzismo, il successore di Napolitano al Quirinale e il calcio: «L’importante è continuare a sperare nel futuro. I giovani cerchino di realizzarsi nel mondo nuovo, superando i vecchi modelli»

Ti ricordi il Natale del 2008? Fu l’ultimo pieno di luci in Italia, la crisi sarebbe arrivata con la primavera, ma due avvisaglie si presentarono alla vigilia: scosse di terremoto in Emilia e il caos a Fiumicino per uno sciopero selvaggio. In America invece si era già fatto buio. Sei anni dopo in tutta l’Europa la crisi non è ancora finita mentre gli Stati Uniti, scopriamo oggi, crescono del 5 per cento sorpassando tutti quelli che ne avevano profetizzato la fine.
Una sola domanda dovremmo farci questa mattina, alla vigilia di un altro Natale di difficoltà e di impoverimento, perché non siamo più capaci di crescere, perché non siamo riusciti anche noi a rimetterci in piedi? Dovremmo avere l’umiltà e l’intelligenza di chiederci se forse non dovremmo imparare qualcosa anziché chiuderci sempre nella rassicurante ripetizione dei gesti del passato.
Caro Massimo, che anno ci dobbiamo aspettare? Riesci ancora a guardare con speranza al futuro?
Gramellini: Caro Mario, la fiducia scende, le tasse non calano, il lavoro latita e quando c’è viene sottopagato. In compenso la corruzione e l’impunità godono di ottima salute. Possiamo ancora permetterci di scrivere odi alla speranza? Qui, appena ti dichiari ottimista, passi subito per filogovernativo.
Calabresi: Peggio. Appena parli di futuro e speri che il Paese riparta ti dicono che sei renziano. Io rispondo provocatoriamente che questo giornale parla di modernizzazione da ben prima che Renzi arrivasse a Palazzo Chigi.
Gram: L’uomo nuovo ha agitato molte speranze, ma per ora i fatti sono pochi. Ti riporto un suo tweet di aprile: «#municipalizzate, sfoltire da 8mila e mille.» Sono ancora ottomila. La Grande Mangiatoia.
Cal: Non possiamo però farci rinchiudere nei recinti delle categorie politiche. Voglio avere il diritto di sperare e di incoraggiare i giovani a costruirsi il loro futuro. L’errore che l’Italia ancora ripete è quello di pensare che ci sia un uomo della Provvidenza che in pochi mesi risolve tutto.
Gram: Lo avevamo già sperimentato con il tuo Obama. Da quando la leadership ha sostituito la politica, non si procede per convincimenti ma per innamoramenti. Si comincia dall’infatuazione, riempiendo lo schermo vuoto del leader con i propri sogni. Poi si passa alla delusione e da lì alla nausea. Avanti il prossimo.
Cal: Però Obama, da quando si è liberato delle aspettative elettorali, ha finalmente ritrovato se stesso. A fine mandato il Presidente è un’anatra zoppa, ma quest’anatra – pensa a Cuba o all’immigrazione – mi sembra si sia messa a volare. I dati ci raccontano che gli Stati Uniti sono tornati a crescere alla faccia di chi ne aveva profetizzato il declino inesorabile.
Gram: Le cose cambiano in fretta. La Cina, che sembrava inarrestabile ha perso il suo slancio e la Russia dei nuovi ricchi si ritrova un portafogli pieno di carta straccia.
Cal: Per tornare a Renzi, amori e odi che ha suscitato dimostrano che per lo meno sta scuotendo il Paese e in un tempo di palude non è poco.
Gram: Animato da spirito natalizio, riconosco il suo impegno e persino la sua buona fede. Ma non può più andare in tv a indignarsi come se fosse il capo dell’opposizione. È nella stanza dei bottoni, li schiacci. E se non funzionano, li sostituisca.
Cal Quest’anno parte difficile perché non abbiamo un Mondiale né un’Olimpiade.
Gram: Per noi italiani basta e avanza l’elezione del Presidente della Repubblica. Temo una farsa infinita che sposterà in avanti di qualche altro metro la soglia del ridicolo. Non trovi assurdo che vengano avanzati nomi di giornalisti e direttori d’orchestra, come se il Quirinale fosse un premio alla carriera? Il Capo dello Stato è un mestiere che richiede competenze tecniche e sensibilità politiche. Renzi è a un bivio: se lancia una personalità forte si accredita come leader, ma si mette sopra la testa una figura ingombrante. Se propone un peso leggero, rimane l’unica star, ma avvalora la tesi di chi sostiene che il suo principale difetto consista nel circondarsi di mediocri.
Cal: La penso come te. Il maggior difetto di questo governo è di avere le idee ma non le persone per realizzarle. Ci vuole il coraggio di circondarsi di persone capaci, correndo il rischio che pensino con la loro testa.
Gram: Bruciamo qualche nome per il Quirinale, dai.
Cal: Emma Bonino, ha le competenze internazionali, capisce il gioco della politica ed è una donna.
Gram: Da almeno tre elezioni presidenziali faccio il tifo per lei. Dubito che questa sia la volta buona, ma lo dico per scaramanzia…
Cal: Molti pensano che sarebbe indigesta alla Chiesa, ma con quella di Papa Francesco mi sembra potrebbe trovare molte sintonie.
Gram: Mi lancio in un altro pronostico a rischio. A maggio si vota. Renzi non può reggere ancora a lungo con dei parlamentari Pd scelti da Bersani.
Cal: Io non ci credo. Una delle doti di Renzi è sentire la pancia del Paese. E gli italiani oggi vogliono stabilità e un governo che governi, non un’altra campagna elettorale.
Gram: Intanto in Europa avanzano due novità. La destra antieuropea di Marine Le Pen e la sinistra anticapitalista di Tsipras, in Grecia, e Podemos in Spagna. Non trovi strano che l’Italia abbia già trovato la sua Le Pen nell’italo-padano Salvini, mentre continua a latitare uno Tsipras? Lo spazio politico a sinistra di Renzi non mancherebbe.
Cal: Ne sei sicuro? Siamo un Paese di moderati e conservatori. E quello spazio di sinistra ha scelto la protesta populista e al momento è occupato da Grillo. Non si può pensare che l’insoddisfazione e la rabbia dei giovani esclusi possano essere intercettati e rappresentati da persone come Landini. Nonostante il suo momento di crisi il M5s rimane più attraente del sindacato tradizionale. Però vedi, Massimo, che anche noi siamo caduti nel provincialismo che imputiamo ai politici? Ci stiamo guardando l’ombelico, quando il nostro futuro sarà deciso molto di più dalle elezioni inglesi che potrebbero smontare l’Europa che dalle geometrie della nostra politica.
Gram: Tu giustamente parli di ombelico ma non è che alzando la testa l’umore migliori di molto. Chi parla con uno straniero si accorge che i problemi sono comuni. Per esempio la tecnologia, che per il momento cancella più lavori di quanti ne crei di nuovi.
Cal: Ai ragazzi che cercano lavoro oggi e che sono i campioni di quelle tecnologie vorrei dire: cercate il vostro futuro nel mondo nuovo, non ripetendo i modelli ormai al macero dei nostri genitori.
Gram: Non fate meglio di tutti quello che fanno già altri, ma fate meglio che potete qualcosa che non ha ancora fatto nessuno. Però bisogna riconoscere che la vita non è X Factor. Non tutti possono essere fenomeni e la comunità deve garantire la sopravvivenza anche dei mediocri.
Cal: Facciamo uno sforzo per uscire dal reality e capire quali minacce pendono sul nostro mondo, come cerchiamo di raccontare in questo supplemento. A me preoccupano molto il Califfato e i nuovi cani sciolti dell’estremismo islamico. Dobbiamo alzare il livello di guardia senza cedere alla tentazione di chiuderci dietro un muro. In Italia invece vorrei che diminuisse il tasso di veleni e di sospetti. Il discorso pubblico è arrivato a un livello di inquinamento e di fango intollerabile.
Gram: Lanciamo tre desideri per l’anno nuovo. Comincia tu.
Cal: Il calo della disoccupazione giovanile.
Gram: L’aumento degli stipendi. Altrimenti sale l’occupazione ma non diminuisce la miseria.
Cal: Che la Merkel finalmente sorrida e capisca che dobbiamo crescere tutti.
Gram: Tasse al 33 per cento, ma a quel punto carcere duro per chi non paga. Più che un desiderio, una provocazione...
Cal: E infine, che una squadra italiana vinca la Champions…
Gram: Ancora con questi nazionalismi! Viva l’Europa unita. E comunque anch’io spero che vinca un italiano. Magari Ancelotti col Real Madrid…