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 2014  dicembre 19 Venerdì calendario

Undulatus asperatus, la nuova nuvola inserita nell’Atlante Ufficiale. Era dal 1951 che non si scoprivano nuove nuvole, da quando venne resa nota l’esistenza del Cirrus intortus. Immensa e barocca, genera tante onde

È stata scoperta una nuova nuvola, e le è stato dato un nome: Undulatus asperatus. Non succede spesso. Era dal 1951 che non si scoprivano nuove nuvole, da quando venne resa nota l’esistenza del Cirrus intortus. A tutti capita guardando le nuvole di vedere qualche forma che non aveva mai visto prima, ma classificarla come una nuova nuvola e registrala nell’Atlante internazionale delle nubi è una faccenda complessa, che richiede molto tempo e molta pazienza.
Ne sa qualcosa Gavin Pretor-Pinney, un inglese di 46 anni laureato a Oxford che ha scoperto l’Undulatus asperatus e che ha fatto delle nuvole una ragione di vita. La sua missione è quella di liberarle dalla cattiva fama e dalla pessima letteratura che le circonda. «Intorno alle nuvole – dice – c’è molta negatività: diciamo spesso che qualcuno ha una nuvola sulla testa, o che ci sono nuvole all’orizzonte. Sono diventate una metafora degli ostacoli nella vita, invece sono piene di poesia, sono una delle creazioni più spettacolari della natura».
Pretor-Pinney ha fondato la Cloud Appreciation Society (Società di apprezzamento delle nubi) che ha aperto un sito web e ha 37 mila soci in tutto il mondo. Gente speciale, che passa il tempo ad osservare e a fotografare le nuvole: quando noi ci intristiamo perché il cielo è grigio, loro ammirano stratocumuli. Tra i membri della società ci sono poeti, artisti, musicisti, meteorologi che si scambiano foto, emozioni e informazioni scientifiche. Per loro, un cielo sereno è una inutile sofferenza tra una nube e l’altra, e la loro bibbia è la «Cloudspotter Guide», la guida del cercatore di nubi diventata incredibilmente un best seller in Gran Bretagna.
L’Undulatus asperatus è stato fotografato per quasi 10 anni dai soci della Cloud Appreciaton Society. La prima immagine arrivò a Pretor-Pinney nel 2005 e lo lasciò senza fiato: è una nuvola portentosa, sembra un mare in tempesta, una forma turbolenta di vortici ondeggianti. Si incontra nelle grandi pianure americane, ma se ne vedono anche in Gran Bretagna, Norvegia e qualche volta Italia. Si forma dopo una notte di tuoni e anche se sembra annunciare tempesta, tende a dissolversi in poche ore.
Nell’Atlante delle nuvole era già classificato l’Undulatus, un’altra formazione a onde, ma meno minacciosa. Per registrare la nuova scoperta occorreva una parola per completarne la definizione, e un cugino di Pretor-Pinney, che insegna il latino e apprezza Virgilio, scovò il verbo «aspero» (inasprire, aguzzare) che nel suo participio passato sembrava adatto allo scopo. La documentazione è impressionante, con foto raccolte da appassionate come Margaret LeMone, del National Center for Atmospheric Research, o da Jane Wiggins, la cui immagine di un Undulatus asperatus è stata pubblicata anche da «National Geographic».
Perché una nuvola venga classificata ufficialmente come nuova occorre l’approvazione della World Meteorological Association di Ginevra, che compila l’Atlante delle nuvole. Da più di 60 anni non ne è stata aggiunta nessuna: «Le nuvole cambiano forma in continuazione – lamenta Pretor-Pinney -, ma le persone che se ne occupano sono lente a muoversi». L’associazione studia infatti il dossier dal 2009, e starebbe finalmente per emanare un verdetto positivo, anche perché l’Asperatus è stato già riconosciuto giorni fa come una formazione mai prima classificata dall’autorevole e competente US National Weather Service.
Esistono circa 80 varietà di nuvole classificate, tutte con nomi latini come Cirrostratus fibratus o Altocumulus lenticularis, il preferito da Pretor-Pinney e dagli avvistatori di Ufo, che lo scambiano spesso per un disco volante. Poiché le nuvole vengono studiate da millenni e riconoscerle è stato vitale per tante persone come marinai, alpinisti e piloti di aerei, ci si domanda come mai l’Undulatus asperatus sia finora sfuggito, grande e grosso com’è. Forse è figlio anche lui dei mutamenti climatici, e trova origine nelle correnti di alta quota sempre più aggressive e imprevedibili.
Il numero dei membri della Società di apprezzamento delle nubi continua a crescere e le iscrizioni prima di Natale, dopo che US Today e The Guardian hanno dedicato reportage all’Undulatus asperatus, sono di un terzo superiori a quelle dell’anno scorso. Le nuvole, scrivono i soci nel loro manifesto, sono per i sognatori e contemplarle fa bene all’anima ed è semplice. Basta fare una cosa che quasi non facciamo più: guardare il cielo.