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 2014  dicembre 18 Giovedì calendario

Se il cinema si sposta nel deserto. Da una parte sabbia e rocce fino alle montagne dell’Atlante, dall’altra gli studios Cla e Atlas: a Ouarzazate, in Marocco, la finzione supera la realtà. È qui che sono stati girati alcuni capolavori della filmografia mondiale, tanto da diventare un potente traino per un turismo in crescita

La Cinecittà del deserto emana una luce accecante. Trecento giorni all’anno splende il sole, a Ouarzazate, la”porta” marocchina che si apre sulle sterminate distese di sabbia sahariana. E il viaggiatore che in questi giorni dovesse sbarcare da un aereo nel minuscolo aeroporto locale, o scendesse da un’auto dopo aver viaggiato quattro-cinque ore da Marrakech attraversando il suggestivo passo Tizi n’Tichka a 2300 metri, verrebbe accolto da uno scenario unico al mondo.
Da una parte c’è il deserto che si stende a perdita d’occhio, delimitato all’orizzonte dalle montagne innevate dell’Atlante; dall’altra, nel bel mezzo del nulla, si stagliano gli studios cinematografici con le loro costruzioni fuori dal tempo: sfingi, antichi templi, villaggi medievali, in una parola le scenografie che hanno fatto e continuano a fare da sfondo a tanti film e serie televisive.
I FILM
Scenario”biblico” ed epico ideale, Ouarzazate nel passato ha fatto da set a film rimasti impressi nell’immaginario mondiale: Lawrence d’Arabia, L’uomo che volle farsi re, Gesù di Nazareth, Il gioiello del Nilo, La Mummia, Il Gladiatore, Il té nel deserto, Alexander, Le Crociate, Il Principe di Persia, Babel, Black Hwk Down, la serie Trono di spade, Flying Dragon 3, Loin des Hommes con Viggo Mortensen, Exodus di Ridley Scott che vedremo presto. E il 2014, che si sta concludendo, non è stato da meno: la cittadina marocchina e i suoi dintorni hanno ospitato le riprese di La regina del deserto di Herzog, Les Chevaliers, Le nuove avventure di Aladino, Noah, l’attesa serie Killing Jesus (una delle tante a soggetto religioso), King Tut sull’antico Egitto, The Red Tent. Ed è appena cominciata la lavorazione di Mission: impossible 5 che paracaduterà nel deserto il protagonista Tom Cruise.
Ouarzazate, edificata dai francesi negli anni Venti al centro del Marocco, vive infatti grazie ai suoi teatri di posa e agli stabilimenti cinematografici che in oltre trent’anni di attività hanno ospitato e continuano ad ospitare le grandi produzioni internazionali. Attraendo un turismo crescente da ogni parte del mondo: là dove fino a qualche anno fa c’erano solo palme e distese desolate, sorgono oggi hotel a cinque stelle dai nomi evocativi (Oscar, Le Berbère Palace), ospedali, negozi, ristoranti.
LA STRUTTURA
«Quest’anno, nonostante la crisi, abbiamo lavorato senza sosta», spiega scendendo da un maestoso scalone (eredità del set di Exodus) Abderrazzak Zitouny, il presidente della Ouarzazate Film Commission che ha stretto un accordo con il Festival di Marrakech per promuovere le sue strutture. «In tutto il Marocco, negli ultimi mesi, sono stati ambientati 26 film e stiamo aspettando, anche se non proprio a Ouarzazate, anche la troupe di Spectre, il nuovo capitolo della saga James Bond», aggiunge Tazi Hemida, rappresentante dei Cla Studios che, insieme agli Atlas Studios, costituisce la Cinecittà del deserto.
I Cla (due teatri di posa, 1560mila metri quadrati di spazi esterni, 72 uffici, diversi laboratori) sono stati fondati nel 2004 grazie a un accordo internazionale che include anche Dino De Laurentiis – Cinecittà e possono ospitare le riprese di 5 grandi film all’anno. Gli Atlas esistono dal 1983 e si estendono su 20 ettari, dove i visitatori vengono accolti da un tempio tibetano, palazzi egizi, una kasbah.
LA CITTADINA
Ma oltre a queste realtà, il cinema può contare sul set naturale e stupefacente di Ait-Ben-Haddou, la cittadina fortificata del 17mo secolo fatta di pietra e fango: dal 1987 è protetta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità e, grazie alla sua architettura pre-sahariana, unica al mondo, ha fatto da sfondo a tanti film celebri: Lawrence d’Arabia, Il té nel deserto, L’ultima tentazione di Cristo e Kundun di Scorsese, La mummia, Il Gladiatore con Russel Crowe.
Situata nella valle del Draa, su una collina lungo il fiume Ounila, distinguibile per il suo colore rosato che si accende al tramonto, le torri angolari e le case fatte di un impasto chiamato”pisé” (terra cruda, paglia, mattoni di fango), Ait-Ben-Haddou è oggi abitata da otto-dieci famiglie, ha una piazza centrale, una moschea e due cimiteri, uno musulmano e l’altro ebraico. «Il cinema dà lavoro a migliaia di marocchini», spiegano Zitouny e Hemida, «e non solo come comparse. Qui si fanno le scenografie e i costumi: la metà di quelli di Exodus sono stati confezionati proprio a Ouarzazate».