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 2014  dicembre 17 Mercoledì calendario

Natale è alle porte ma c’è già chi pensa alla dieta per smaltire panettoni e torroni. I consigli alimentari si rincorrono e a farsi avanti sono le diete più disparate, da quella a zona a quella Atkins, passando per la dieta dissociata fino alla controversa Dukan, il cui inventore è stato radiato dall’ordine dei medici francese. A mettere d’ordine tra le proposte, però, è lo studio apparso sull’autorevole rivista «Nutrition»

Arriva il Natale, ma c’è chi pensa già al dopo-feste, a come smaltire gli eccessi accumulati a suon di panettoni e torroncini. I consigli alimentari si rincorrono e a farsi avanti sono le diete più disparate, da quella a zona a quella Atkins, passando per la dieta dissociata fino alla controversa Dukan, il cui inventore è stato radiato dall’ordine dei medici francese. A mettere d’ordine tra le proposte, però, è lo studio apparso sull’autorevole rivista «Nutrition».
Il team che l’ha preparato ha individuato la migliore strategia alimentare per perdere peso nell’arco di pochi mesi: sono amari i risvolti per gli amanti della carne, dei formaggi e persino del pesce, mentre sono più allettanti le notizie per chi non sa proprio rinunciare ai carboidrati.
Nella ricerca, infatti, il gruppo di ricercatori della University of South Carolina ha preso in esame un campione di 50 adulti sovrappeso e li ha suddivisi casualmente in cinque gruppi, assegnando loro, per un periodo di tempo di sei mesi, cinque diversi tipi di dieta: 1) vegana, che esclude la carne, il pesce e qualsiasi prodotto di origine animale come latte e uova (e persino il miele); 2) vegetariana, che esclude la carne e il pesce, ma lascia aperte le porte ai derivati; 3) pesco-vegetariana, che permette l’assunzione di pesce e dei prodotti di origine animale; 4) semi-vegetariana, che consiste nel limitare la carne rossa a una volta la settimana e la carne bianca a un massimo di cinque volte alla settimana; 5) onnivora, che non prevede alcun tipo di restrizione.
Al termine dei sei mesi di studio, con sorpresa dei ricercatori, quella che provocava una perdita più significativa di peso corporeo, malgrado l’elevato contenuto in carboidrati, era la prima dieta, vale a dire la vegana. Chi seguiva questo regime, infatti, perdeva oltre il 4% del proprio peso e 7,5 chili di media. Secondo la prima autrice dello studio Gabrielle Turner-McGrievy, sono essenzialmente due le ragioni di questo risultato. «Primo motivo: i vegani consumavano più cibi contenenti fibre che li aiutavano a saziarsi, evitando di sentirsi affamati e mangiare in eccesso. Secondo motivo: la loro dieta era povera di grassi e quindi probabilmente includeva meno calorie».
Ma non è tutto: i soggetti che si dirottavano verso un regime alimentare vegano mostravano anche una riduzione più significativa dell’indice di massa corporea e dei grassi nel sangue rispetto agli altri, con un netto miglioramento dei livelli di macronutrienti. Anche in questo caso, secondo la ricercatrice, ciò era legato all’elevata varietà di vegetali consumati, mentre i molti carboidrati assunti erano in larga parte costituiti da carboidrati a basso indice glicemico, come i cereali integrali, che sono quelli che incidono meno sul peso corporeo.
Dallo studio emerge, dunque, che non c’è bisogno di eliminare i tanto temuti carboidrati, quando vogliamo dimagrire. «Non è scritto da nessuna parte che una dieta ipocalorica bilanciata debba escluderli», chiarisce Giacinto Miggiano, direttore del Centro di ricerche in nutrizione umana al Policlinico Gemelli di Roma. «I nostri organi, incluso il cervello, hanno bisogno del glucosio, che il corpo assume proprio dai carboidrati. Quello che si consiglia durante una dieta, di conseguenza, è ridurre il loro consumo e distribuirli meglio nell’arco della giornata».
Diverso è invece il discorso relativo alla salubrità dell’alimentazione vegana, considerata da molti esperti troppo estrema e non sostenibile dall’organismo nel lungo termine. «I vegani, sempre che siano dei consumatori consapevoli, possono anche vivere bene, a patto, però, che integrino la vitamina B12 che non è presente in nessun alimento di origine vegetale – raccomanda Miggiano -. Inoltre si raccomanda sempre di intraprendere questo tipo di alimentazione con l’aiuto di un nutrizionista, ancora meglio di un medico». Se l’obiettivo è quello di perdere peso, diventando vegani, seppur con la «promessa» di tornare onnivori una volta buttati giù i chili di troppo, bisogna far sì che non vadano persi anche i nutrienti e le vitamine essenziali all’organismo. Altrimenti il gioco non vale la candela.