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 2014  dicembre 09 Martedì calendario

«Non volevo fare la figura del sindaco di destra che caccia tutti quelli di sinistra, questo è il mio unico errore». Gianni Alemanno, il furto e i viaggi in Argentina. L’ex sindaco di Roma si difende dalle accuse

«Quante volte lo devo ripetere?». Gianni Alemanno è un uomo sotto assedio. Non bastava l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nell’inchiesta Mafia Capitale. Adesso dall’intercettazione di un colloquio tra Luca Odevaine, ex braccio destro di Walter Veltroni, Mario Schina (ex responsabile del decoro urbano di Roma) e l’imprenditore Sandro Coltellacci, saltano fuori anche quattro presunti viaggi in Argentina «con le valige piene de’soldi». L’ex sindaco di Roma, che nega contatti con colui che è ritenuto il capo della Cupola, Massimo Carminati («mai conosciuto»), ribatte: «In Argentina recentemente ci sono stato una sola volta».
Per fare cosa?
«Per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia».
In che anno?
«Era il Capodanno 2011-2012. Ci sono andato con la mia famiglia e con una comitiva di amici, tra cui c’era anche un giornalista, il direttore della Notizia Gaetano Pedullà, che ha confermato che in quel viaggio non ci furono contatti strani. Del resto eravamo in mezzo ai ghiacciai».
Prima ha detto «recentemente». Quindi è stato in Argentina altre volte?
«Ci sono stato un’altra sola volta, vent’anni fa».
Quanto durò il viaggio più recente?
«Pochi giorni e sempre in Patagonia. Ricordo che dovetti tornare a Roma per un’emergenza comunale».
Nella conversazione captata dai carabinieri del Ros, Odevaine fa riferimento ad un furto nella sua casa.
«Un furto che io ho denunciato: è venuta a casa mia la Polizia a fare accertamenti e rilievi. Non capisco come possa uscire fuori questa cosa della mia mancata denuncia».
Cosa le rubarono?
«Nessuna carta. I ladri andarono diretti sul mio comodino e su quello di mia moglie, portarono via orologi e gioielli». Per la procura non c’è riscontro di «trasferimenti» di denaro all’estero da parte sua. Cos’altro le hanno detto gli inquirenti? «Nient’altro. Questo fatto non fa parte neanche dell’avviso di garanzia che ho ricevuto. Nelle migliaia di pagine dell’ordinanza, ce ne saranno tante di intercettazioni con millanterie su di me e la mia famiglia».
E questa sui soldi in Argentina è una delle tante?
«Il protagonista dell’intercettazione è Odevaine, l’ex braccio destro di Veltroni oggi arrestato, che io ho allontanato appena arrivato in Campidoglio. Un personaggio non certo ben disposto nei miei confronti».
Odevaine tira fuori la storia del denaro in Argentina per vendicarsi?
«Odevaine aveva due incarichi: vice capo di gabinetto di Veltroni e, su proposta dell’allora sindaco, anche dirigente esterno del Campidoglio. La prima nomina era decaduta con l’addio di Veltroni; la seconda rimaneva. Ma io dopo qualche giorno lo allontanai. Stiamo anche parlando di una persona che modificò il suo cognome per cancellare il suo passato da pregiudicato. Come può un personaggio simile essere attendibile?».
E lei? Dopo l’accusa della procura di Roma ad alcuni uomini del suo staff di essere «membri dell’organizzazione mafiosa» non ha niente da rimproverarsi?
«Due cose non rifarei».
E quali?
«La prima: trascurare la composizione della squadra. Dovevo concentrare tutta la mia attenzione sulla scelta dei collaboratori».
E il secondo errore?
«Non aver agito in totale discontinuità con il passato. Salvatore Buzzi, il patron della Cooperativa 29 Giugno, io l’ho trovato ed è cresciuto sotto le amministrazioni di sinistra».
Perché non l’ha allontanato?
«Non volevo fare la figura del sindaco di destra che caccia tutti quelli di sinistra».
L’ACCUSA Fra le carte dell’inchiesta «Mafia Capitale» compare anche l’intercettazione di una conversazione tra alcuni indagati, in particolare Luca Odevaine, Mario Schina e Sandro Coltellacci, in cui si afferma che l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno avrebbe compiuto quattro viaggi in Argentina con valigie piene di soldi, passando la frontiera attraverso «varchi riservati»
LA SMENTITA «Non c’è un riscontro di trasferimenti di soldi da parte di Gianni Alemanno all’estero». La smentita è arrivata ieri da ambienti giudiziari romani, dopo alcune indiscrezioni pubblicate dal «Corriere della Sera»