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 2014  dicembre 08 Lunedì calendario

L’altra faccia di Carminati. Da un lato leader della quinta mafiae strangolatore di Roma, dall’altro padre attento e affettuoso, compagno presente e dolce

L’altra faccia di Massimo Carminati è quella che non ti aspetti: padre attento e affettuoso, compagno presente e pieno di delicatezze. Negli atti dell’inchiesta su Mafia Capitale sono contenute decine di intercettazioni telefoniche dalle quali appare molto chiaro che l’ex Nar prediliga l’atteggiamento da bandito solo fuori di casa, quando deve dimostrare di essere il leader della quinta mafia che ha strangolato Roma. Invece, quando risponde al cellulare ad Alessia Marini, sua compagna nella vita, si scioglie ed è tutto «amore», «tesò», «bacio forte». Se non bastasse, accanto al lato più intimo e personale, c’è anche quello che lo rende l’italiano perfetto. Come qualunque altro uomo anche Carminati reagisce scomposto quando viene tirata in ballo la suocera.
LA CONVERSAZIONE
È in una conversazione ascoltata dai carabinieri del Ros il 10 luglio del 2014 che la compagna Alessia gli racconta cosa ha fatto durante la giornata. Lui è fuori città, si intuisce dalle parole che dice. Le indagini si stanno stringendo e il Cecato lo sa perfettamente. Alessia sembra aver avuto notizie più certe sul fatto che qualcosa sta per accadere. «Amore», risponde lei. «Tesò, allora? Che dici, tutto a posto?» è la replica. «Si amore, sto preparando la cena». Il dialogo continua con lo scambio di battute: «Hai fatto quei giri? Hai dato i soldi a chi dovevi? – insiste Carminati – Mi raccomando, eh, non lasciamo buffi in giro». Si passa a parlare di cani, di una Vespa da comprare, fatti di vita normale. A un certo punto, però, Marini dice che forse è il caso che faccia venire la madre a dormire con lei, così lui può restare fuori anche per tutto il weekend. «Ti volevo dire – propone – se vuoi stare ancora qualche giorno con Andrea (presumibilmente a Londra, ndr). Faccio venire mia madre qua». «Ma no, tesò – risponde l’ex Nar – devo tornare, perché mi dici così? Tua madre, no no, tua madre non la fa venì. Perché? Ma che sei matta?»
In realtà, Alessia sta cercando di avvertirlo che nella zona tira un’ariaccia, probabilmente i carabinieri stanno per effettuare qualche controllo. «Ma perché dici così? – cerca di capire lui – Dimmi raccontami. Ci hanno rifatto cavallo un’altra volta oggi con quell’amico mio...Io però non posso restare, devo tornare... Che è successo qualcosa all’amico mio, o a quell’altro bassetto, il padrone di casa (Marco Iannilli, ndr)?» Alessia decide allora di non insistere più, usa parole in codice, parla «di uova». Alla fine rinuncia: «Ok, va bene amore mio, fai come vuoi». «Ciao tesoro, ciao ciao ciao», chiude la conversazione.
LA CARRIERA
Qualche giorno prima lo stesso tenore di conversazione, Carminati lo aveva avuto con il figlio: si preoccupa del fatto che Andrea mangi poco e che sia troppo magro. Anche se gli dice che deve tenere duro perché deve diplomarsi in inglese in modo da poter accedere al master post universitario. Altre prospettive, dunque, rispetto a quelle che hanno alimentato la sua giovinezza.
Non appena esce di casa, però, l’uomo che ha un certificato penale lungo sei pagine ritorna «criminale politico», come lui stesso ha definito la sua evoluzione delinquenziale. E allora improvvisa con Riccardo Brugia, braccio armato dell’organizzazione, un duetto da film. I due parlano di armi da comprare, di silenziatori, di «Makarov nove». Carminati è avvelenato perché qualcuno gli sta scippando un’arma alla quale tiene molto: «È proprio quella da film – mima – quando vedi i film, quelli de Jason Bourne (personaggio cinematografico, sicario di professione protagonista dei romanzi di Robert Ludlum), questi qua che c’hanno ste cose strane». Brugia offre particolari: «Quelli aprono, quelle doppie pareti». E Carminati: «No, eh, bravo! Capito quanto mi piacerebbe aprire una cosa tipo Red (film del 2010 con Bruce Willis), quella con Bruce Willis, quel container».
I SERVIZI
Ma non è tutto nella vita dell’ex terrorista. Il suo ruolo in bilico tra istituzioni, colletti bianchi e criminalità, ha da sempre destato dubbi circa la vera natura del suo “lavoro”. E ieri, a conferma dell’ambiguità dei ruoli, ai microfoni di Sky, un ex poliziotto della Squadra mobile di Roma ha dichiarato: «C’erano due figure al soldo e permanentemente ingaggiati dai servizi segreti: Carmine Fasciani e Massimo Carminati, e questa era una situazione che sapevano in tanti». Dei contatti tra Carminati e gli 007 ne parla anche l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip, Flavia Costantini. A pagina due c’è scritto: «Mantiene rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali operanti su Roma nonché con esponenti del mondo politico, istituzionale, con appartenenti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti». E infatti è lui stesso, quando parla degli anni giovanili e del periodo in Libano a fianco dei falangisti, a dire: «Sono andato lì, a combattere. Sono stato mandato...ero in missione».