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 2014  novembre 06 Giovedì calendario

La Cisl allontana in tutta fretta Raffaele Bonanni anche dall’ultimo incarico che gli era rimasto (nel Centro studi) dopo le polemiche sul suo super stipendio da 336 mila euro quando era segretario e sulla sua pensione d’oro da 5.122 euro netti

Le dimissioni di Raffaele Bonanni dall’ultimo incarico detenuto nella Cisl erano nell’aria. E ieri sono giunte direttamente nelle mani del nuovo segretario generale, Annamaria Furlan.
“Mi dimetto – scrive Bonanni – con lo scopo di mettere fine alle polemiche sulla pensione e per evitare che le notizie uscite in questi giorni abbiano ripercussioni negative per l’organizzazione”. Furlan ha comunicato in tempi rapidissimi la notizia a tutte le strutture dell’organizzazione che da diversi giorni sono in subbuglio per la notizia pubblicata dal Fatto.
L’ex segretario della Cisl, infatti, ha dichiarato una retribuzione di 336 mila euro nel 2011. Reddito che era stato aumentato improvvisamente da quando, nel 2006, Bonanni aveva ricoperto l’incarico da segretario generale con una micidiale progressione dai 79 mila euro del 2005 ai 171 mila del 2007, i 201 mila del 2008, i 255 mila del 2009 e i 267 mila del 2010. L’impennata è stata decisiva nel procurargli una pensione di 5.122 euro netti mensili come lo stesso Bonanni ha confermato in una lettera al Fatto.   
Il caso ha voluto che le dimissioni giungessero proprio ieri nel giorno in cui Cgil, Cisl e Uil erano impegnate unitariamente nella giornata di mobilitazione dei pensionati. Manifestazione che si è tenuta in tre distinti teatri a Milano, Roma e Palermo con la presenza, l’uno accanto agli altri, dei tre segretari generali, Camusso, Furlan e Angeletti. Una unità ritrovata per un giorno e molto enfatizzata, ad esempio, da Carla Cantone segretario generale dei pensionati della Cgil.   
Così, è successo che Furlan abbia dovuto rispondere alle domande sul suo predecessore: “Quella della pensione di Raffaele Bonanni è una questione che stiamo verificando    – ha detto il segretario Cisl – abbiamo noi per primi a cuore la chiarezza. Se qualcuno ha sbagliato si prenderà le sue responsabilità”.   
Le dimissioni di ieri, in realtà, rappresentano il primo passo di questa assunzione di responsabilità. La Cisl ha cercato di muoversi il più in fretta possibile nella vicenda, dimissionando di fatto l’ex segretario generale, come ora appare chiaro, e premendo, in tutte le forme possibili, anche perché Bonanni lasciasse l’incarico al Centro studi. In questo modo, al sindacato sono convinti di avere dato una risposta al crescente malumore della base e delle categorie che nei giorni scorsi è cresciuto in maniera esponenziale. Tanto da rischiare di indebolire la stessa nuova segreteria che, come è noto, è nata su indicazione dello stesso Bonanni.   
Il sindacato di Annamaria Furlan, del resto, sta attraversando una fase delicata. Gli strascichi di questa vicenda si faranno sentire ancora per un po’, la contrapposizione voluta da Matteo Renzi con il sindacato ha messo in ombra la Cisl e la Uil a vantaggio della Cgil mentre, pochi giorni fa, è saltata l’unificazione tra la Fai e la Filca, due importanti categorie dell’agroalimentare e delle costruzioni.   
In questo contesto ieri sono state distribuite le deleghe all’interno della nuova segreteria. Le figure più vicine a Furlan sono Luigi Sbarra (servizi, agroalimentare, energia) e la responsabile organizzativa Giovanna Ventura. Le deleghe industria e mercato del lavoro che prima erano di Sbarra vengono suddivise fra gli esponenti omogenei alla nuova segreteria, l’ex metalmeccanico Beppe Farina e il lombardo Gigi Petteni. Chiudono la nuova segreteria Piero Ragazzini all’amministrazione, Maurizio Petriccioli alle politiche fiscali e Maurizio Bernava al pubblico impiego.