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 2014  novembre 05 Mercoledì calendario

Lo staff di Renzi è low cost. La sua squadra costa all’incirca 4,25 milioni contro i 6,29 di quella di Letta. Tra i più pagati Mauro Bonaretti,segretario generale di Palazzo Chigi (189.998 euro), il portavoce Filippo Sensi (169.555), il consigliere diplometico Armando Varricchio (197.936 euro) ed il suo vice, Nicoletta Bombardiere (189.153)

Non c’è che dire, la squadra di Matteo Renzi è davvero «low cost». A nove mesi dall’insediamento finalmente palazzo Chigi ha reso noti i compensi relativi a tutti gli incarichi presso gli uffici «di diretta collaborazione»: presidenza del Consiglio, sottosegretari e ministri senza portafoglio. Trasparenza sì, ma a scoppio ritardato. Rispetto al governo precedente, quello guidato da Enrico Letta, la squadra di Renzi costa all’incirca 2 milioni di euro in meno: 4,25 milioni contro 6,29. Certo, è poca cosa rispetto ad un bilancio 2014 che compresi i fondi della Protezione civile vale più di 3 miliardi, ma tant’è. 
Non solo il premier ha applicato in maniera molto rigida il tetto dei 240mila euro di compenso massimo, ma soprattutto ha asciugato notevolmente gli staff. Con Renzi a Palazzo Chigi lavorano in tutto 41 persone (ben 9 gratis) contro i 44 di Letta. Costo totale degli incarichi assegnati dalla Presidenza 2,68 milioni contro i 3,2 del governo precedente. I tagli veri hanno riguardato soprattutto i ministri senza portafoglio, scesi da 9 a 8, per un totale di 23 collaboratori contro 59. I costi si muovono di conseguenza, quasi dimezzati: 1 milione e 576mila euro anziché i 3,09.
I più pagati
Tolto il segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Bonaretti, che guadagna 189.998 euro (30 mila in più di quando era capo di gabinetto di Delrio ministro), i più pagati tra i collaboratori diretti del premier sono il portavoce Filippo Sensi (169.555 euro lordi annui) che in questo modo guadagna all’incirca 45 mila euro più dello stesso Renzi (e 10mila euro in più del portavoce del ministro dell’Economia Padoan, Roberto Basso). Quindi il consigliere diplomatico, l’ambasciatore Armando Varricchio (197.936 euro) ed il suo vice, Nicoletta Bombardiere (189.153). L’intera struttura portavoce-ufficio stampa, 4 persone in tutto compreso Sensi, costa 335.747 euro, contro i 629 mila (per 7 persone) dell’era-Letta, col portavoce Gianmarco Trevisi che però guadagnava «solamente» 139.585 euro. Alle loro spalle si piazza il consigliere militare, l’ammiraglio Carlo Magrassi, con 148.740 euro erogati dalla Difesa mentre resta da definire la quota a carico di palazzo Chigi. 
Nel governo Renzi l’«Ufficio» più «costoso» è quello del sottosegretario Graziano Delrio: 8 persone, compreso un collaboratore gratis, per un totale di 589.806 euro, contro i 661.382 (per 10 persone) di quand’era ministro. Luca Lotti (Editoria) con due collaboratori «costa» 145mila euro, anche Sandro Gozi (Affari europei) ne ha due, ma solo uno per ora ha fissato il compenso (75.478 euro). Un collaboratore solo per Marco Minniti, delega ai Servizi: si tratta dell’ex dirigente Cgil Achille Passoni in cui compenso di capo della segreteria tecnica ammonta a 120.150 euro. Tra i ministri senza portafoglio i costi più alti sono quelli di Maria Carmela Lanzetta (Affari regionali): 7 collaboratori, ma solo di 5 si conosce il trattamento economico, per un totale di 638.581 euro, col capo di gabinetto Luigi Fiorentino che arriva a 198.862 euro ed il capo del legislativo, il prefetto Emanuela Garroni, a 172.605 euro. Molto distanziata il ministro Marianna Madia, 5 collaboratori, totale 344.505 euro, compresi i 125mila del capo del legislativo Bernardo Mattarella.
Chi collabora gratis
I consiglieri economici Yoram Gutgeld, Marco Fortis, Giampiero Gallo, Roberto Perrotti e Alessandro Santoro, il consigliere giuridico Maurizio Dal Conte, quello per le pari opportunità Giovanna Martelli, il consigliere per l’innovazione Paolo Barberis ed il «Digital champion» Riccardo Luna collaborano col premier «a titolo gratuito». 
Il più pagato
Tra i dirigenti il più pagato in assoluto è sempre il capo della Protezione civile Franco Gabrielli: due anni fa guadagnava 364 mila euro, oggi invece è esattamente allineato al tetto dei 240 mila euro. Non un centesimo di meno.