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 2014  ottobre 29 Mercoledì calendario

Gli italiani esclusi dai candidati per il Pallone d’oro 2014, nuovi insulti a Thohir da casa Agnelli, il ritorno al gol di Balotelli e i lamenti della Lega Calcio senza più fondi

Il meglio dalle pagine sportive dei giornali di oggi.
 
Nessun italiano nella lista per il Pallone d’oro
L’ennesima conferma della pochezza del calcio italiano è arrivata direttamente dalla Fifa: nessun giocatore italiano inserito nella lista dei 23 candidati per il Pallone d’oro del 2014 e, soprattutto, soltanto un rappresentante dell’intera Serie A, il francese della Juventus, Paul Pogba. Poche sorprese, per la verità. Già nel 2009, nel 2010 e nel 2011 non avevamo espresso neppure un pretendente al premio, mentre lo scorso anno avevamo potuto tifare per il solo Andrea Pirlo, planato infine al decimo posto della graduatoria con l’1,11% dei voti [Benedetto Saccà, Mes].
 
Maurizio Crosetti su Rep: «Il nome del vincitore verrà svelato il 12 gennaio a Zurigo, e il 1 dicembre la Fifa dirà quali saranno i tre pretendenti, ma stavolta sarà ben difficile togliere il globo dorato a un tedesco (oltre a Göetze e Müeller completano l’elenco Kroos, Lahm, Neuer e Schweinsteiger) e negare il premio degli allenatori a Löw, campione del mondo. Anche se il fascino della star mediatica planetaria pesa sempre moltissimo: ecco perché Cristiano Ronaldo potrebbe conservare il titolo, e non sarebbe un delitto. A livello di club è duello tra Bayern Monaco (7 candidati) e Real Madrid (6), pure questo immaginabile».
 
Ricorda Fabio Monti sul Cds: «Trent’anni fa, campionato 1984-1985, in Italia giocavano Platini e Boniek (Juve); Maradona e Bertoni (Napoli); Falcao e Cerezo (Roma); Rummenigge e Brady (Inter); Hateley e Wilkins (Milan); Passarella e Socrates (Fiorentina); Junior e Schachner (Torino); Briegel e Elkjaer nel Verona, che sarebbe diventato campione d’Italia. La serie A era il faro d’Europa. In trent’anni è cambiato tutto in peggio: la sentenza Bosman (15 dicembre 1995), le frontiere spalancate, gli stadi semi-vuoti, gli ingaggi in passato altissimi anche per giocatori modesti, l’inflazione televisiva non bastano a spiegare il declino».
 
Conte e Ancelotti per il Pallone d’oro degli allenatori
Due invece gli italiani candidati al Pallone d’oro degli allenatori: Carlo Ancelotti e Antonio Conte. Daniele Dallera sul Cds: «Non è male ritrovarsi con due tecnici italiani nella top ten della panchina, soprattutto se si pensa alla quaresima tricolore dei calciatori. Segno che la scuola tecnica italiana può dare lezioni, difatti è apprezzata in tutto il mondo, le tracce lasciate da Trapattoni, Sacchi, Capello, Lippi, fino ad arrivare a quelle più fresche di Ancelotti e Conte, sono evidenti. Due modi differenti di vivere la panchina, più compassato Carlo, più irruento Antonio, tatticamente diversi, psicologicamente lontani, ma votati alla vittoria, sia l’allenatore del Real che il c.t. dell’Italia. Competere con Guardiola, Mou, Van Gaal, e ne citiamo solo tre della hit parade, rende merito a loro («Onorato di essere stato inserito in questa lista», firma Conte) ma anche al calcio italiano che di questi tempi se la passa male. Tranne che in panchina».
 
Thohir insultato dalla Christillin: «Ciccione indonesiano»
Dopo il «filippino» datogli dal presidente della Samp Massimo Ferrero, Erik Thohir si è dovuto sorbire anche gli insulti Evelina Christillin, intima della famiglia Agnelli, presidente di una onlus contro l’anoressia, che ha dato al presidente dell’Inter del «piccoletto ciccione indonesiano» e della «famiglia Addams ai Moratti».
 
Scrive Riccardo signori sul Grn: «Il povero Thohir sta cominciando a sollecitare fertili fantasie che, poi, sono figlie dei nostri retropensieri culturali. Siamo rimasti ancora quelli dei musi gialli, musi rossi e musi neri. Stavolta si è messa pure una donna, e ben sappiamo quanto sia invasivo il veleno femminile, soprattutto se trattasi di nobil (per autocompiacenza) donna con stille di sangue juventino. Non bastava Agnelli a creare l’atmosfera. La signora non è innominabile, ma trattandosi di ex di molti ruoli andrebbe riportata al ruolo di tifosa anonima, dimenticando il passato, il presente e il futuro nel caso ne abbia uno. Così volgare da pensare che stesse parlando nel sonno, anziché a piene facoltà di testa. Il povero Thohir diventa “un cicciobello a mandorla”, “un piccoletto ciccione indonesiano, che non si sa se abbia i soldi”. Tutto su Huffington Post, nel blog dove la signora sguazza come fosse nella vasca da bagno di casa sua».
 
Bisoli, il mister ragioniere
«Non mi chieda se ho un libro preferito: sono una persona semplice e concreta, mi sono fermato alla prima di Ragioneria». (Pierpaolo Bisoli, allenatore del Cesena, intervistato da Andrea Scanzi sul Fatto).
 
Balotelli torna al gol
Giornata intensa per Mario Balotelli. Prima tira un sospiro di sollievo dopo che la polizia ha lasciato cadere le accusa per l’incidente con una donna che lamentava di essere stata «maltrattata» mentre la figlia fotografava la Ferrari del calciatore, poi finisce in panchina nella sfida di Coppa di Lega (4° turno) con lo Swansea. Riscatto a 6’ dalla fine: entra e segna, non lo faceva da 445’. Finisce 2-1 per il Liverpool [Sta].
 
Il calcio perde 25 milioni di contributi
La Federcalcio perde 25 milioni (diventeranno circa 20 con aggiustamenti vari) del suo contributo Coni per il 2015 e si sente accerchiata. Un taglio del 40 per cento, una riduzione drastica che ha fatto infuriare Carlo Tavecchio alla sua prima volta in Consiglio nazionale. Per lo sport italiano adesso si apre una nuova era che mostra come la cultura del Paese sia un po’ meno legata al calcio, che rimane il primo sport, ma ha aperture più ampie e abbraccia la popolarità di altre discipline. Ieri è stata svelata la tabella dei nuovi parametri dei contributi alle Federazioni: tutte hanno un segno più; l’unica che perde è la Figc che passa dagli attuali 62,5 milioni a 37,5 (saranno, come detto, circa 42) [Carlo Santi, Mes].
 
Putin: «I Mondiali 2018 saranno perfetti»
«La Russia sarà pronta per i Mondiali di calcio del 2018». Lo ha assicurato il presidente Vladimir Putin in occasione della riunione del Supervisory Board del Comitato organizzatore a cui ha preso parte anche il n.1 della Fifa, Joseph Blatter. «La Russia realizzerà tutte le opere nei tempi indicati e garantendo il più alto livello qualitativo», ha sottolineato Putin. Le partite dei Mondiali in programma fra 4 anni si giocheranno in 12 stadi e 11 città: Mosca, San Pietroburgo, Kazan, Nizhny Novgorod, Saransk, Kaliningrad, Volgograd, Ekaterinburg, Samara, Sochi e Rostov.