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 2014  ottobre 24 Venerdì calendario

Una storia di vendette, foto a luci rosse, diffamazioni e ricatti. Protagonisti, Emilio Fede e Gaetano Ferri, ex personal trainer dell’ex direttore del Tg4. Entrambi sono indagati dalla Procura di Milano: Ferri con l’accusa di tentata estorsione, Fede per diffamazione. Leggete qui

È una storia di vendette, foto a luci rosse, diffamazioni e ricatti. Protagonisti, Emilio Fede e Gaetano Ferri, ex personal trainer dell’ex direttore del Tg4. Entrambi sono indagati dalla Procura di Milano: Ferri con l’accusa di tentata estorsione, Fede per diffamazione.
La storiaccia inizia alle 8 di sera del 28 marzo 2010, quando Fede esce dallo studio in cui ha appena condotto il tg e riceve la lettera di licenziamento. Quando capisce che la decisione è irrevocabile, rilascia dichiarazioni di fuoco contro quello che ritiene il responsabile della sua cacciata: Mauro Crippa, capo dell’informazione Mediaset.
Fede scompare dal video, ma ricompare sulla scena della vicenda dell’anno: il bunga-bunga, la storia di Ruby Rubacuori. Accusato di aver portato la ragazza minorenne ad Arcore, è processato e condannato, in primo grado, a 7 anni per induzione e sfruttamento della prostituzione.   
Ma intanto, sotterranea, un’altra storiaccia covava, pronta a emergere alla prima occasione. Ferri, ex pugile con qualche precedente penale, smette di dare lezioni di ginnastica a Fede e litiga con lui. Gli chiede soldi. Comincia a girare le redazioni dei giornali (compresa quella del Fatto Quotidiano), cercando di vendere una strana mercanzia: registrazioni fatte di nascosto, chiacchierate in cui Fede parla a ruota libera di Silvio Berlusconi, della minorenne Ruby, di Marcello Dell’Utri, dei rapporti tra Fininvest e Cosa Nostra. I giornali non abboccano: il materiale è difficilmente utilizzabile.
Nell’estate 2014, Ferri si presenta ai carabinieri di Cusano Milanino, ai quali porta le sue registrazioni. La vicina Procura di Monza apre un’indagine e manda a quella di Palermo le dichiarazioni su Dell’Utri, quelle in cui Fede dice: “La vera storia di Berlusconi? Mafia, mafia, soldi, mafia, soldi”. L’indagine passa per competenza a Milano, perché qui sarebbe avvenuto il presunto tentativo di estorsione di Ferri, che avrebbe chiesto soldi a Fede, minacciandolo altrimenti di rendere pubbliche le sue dichiarazioni registrate, imbarazzanti per Berlusconi e i suoi amici. Intanto i magistrati intercettano telefonate e sms e trovano, con una perquisizione a casa dell’ex pugile, altri file audio e alcune foto o video (manipolati?) in cui comparirebbe Crippa in compagnia di transessuali. “Me le ha date Fede”, spiega Ferri.   
L’ex direttore ha reagito alle notizie pubblicate ieri da La Stampa partecipando alla Zanzara, il programma di Radio 24: ha pianto in diretta, ha confessato di pensare al suicidio. “Ho chiesto alla mia famiglia di dimenticare il mio cognome”. Più tranquille le sue dichiarazioni all’Ansa: “Ho appena mandato una nota a Mediaset per chiarire che la foto di cui si parla era stata immediatamente consegnata da me a un autorevole personaggio del gruppo Mediaset”. Quanto all’ipotesi di un ricatto a Crippa o una vendetta nei confronti di Mediaset, spiega: “E perché mai avrei dovuto farlo? Avevo già firmato un contratto da consulente editoriale fino al 2015”. Sulle foto, dichiara: “C’è una sola foto, l’unica che io ho visto e di cui conosco l’esistenza. Mi era stata portata da Gaetano Ferri. Ritraeva Crippa, ma si capiva che era un fotomontaggio. Ho così cercato di mettermi in contatto con lui per consegnargliela, però in quei giorni è stato impossibile vedersi. Così ho chiamato un’altra importante personalità del gruppo Mediaset. Non so se esistono altre foto di quel genere”, conclude Fede, “non ho più saputo nulla e non capisco come un magistrato possa dare credito a un personaggio come Ferri. C’è piuttosto da chiedersi perché questa storia venga fuori proprio adesso, alla vigilia della sentenza d’appello del mio processo (il Ruby bis, ndr), una sentenza che potrebbe essere a mio favore”.
Ma se c’è ricatto, come mai Mediaset non l’ha denunciato? L’azienda risponde con un comunicato: “La risoluzione del rapporto di lavoro con Emilio Fede, la sua destituzione dalla posizione di direttore del Tg4 e la conseguente definizione del trattamento di fine rapporto sono state determinate esclusivamente da ragioni di natura editoriale e giuslavoristica, in conformità alla prassi aziendale. Mediaset prende atto dell’esistenza di indagini a carico di Emilio Fede e di altri soggetti per un tentativo di ricatto che, come è evidente, non ha tuttavia impedito la risoluzione del rapporto di lavoro con quest’ultimo, né interferito con gli adempimenti successivi. Una volta accessibili gli atti di indagine, la società e i suoi dirigenti adotteranno ogni ulteriore azione a propria tutela, compresa l’eventuale costituzione di parte civile nei confronti dei responsabili dell’illecito”. Fede intanto piange.