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 2014  ottobre 23 Giovedì calendario

Fabio Cannavaro e consorte finiscono sotto inchiesta per frode fiscale. Nel mirino la società di noleggio di barche di lusso finanziata dai coniugi ma intestata a tale Eugenio Tuccillo, un settantenne senza reddito. Sequestrati 900mila euro

A settanta anni si è trovato a capo di una società di noleggio di barche di lusso, con clientela - almeno sulla carta - tra le più esclusive al mondo. Settanta anni suonati, senza un reddito personale, ma con le spalle forti: tanto da poter ottenere un mutuo - come manager di un’azienda votata alla clientela di lusso, grazie a un flusso di denaro che arrivava addirittura da Dubai. Strane triangolazioni, indagini della Tributaria, spuntano nomi eccellenti. Ma partiamo da lui, da Eugenio Tuccillo, classe 1938, che è tra gli indagati di una vicenda giudiziaria che punta a fare i conti alle società riconducibili all’ex campione del mondo Fabio Cannavaro e alla moglie Daniela Arenoso. Ora i coniugi si trovano sotto inchiesta, in una vicenda che ipotizza l’accusa di frode fiscale. Stando alla ricostruzione dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria agli ordini del comandante Giovanni Salerno, proprio da Dubai, dalla capitale degli Emirati Arabi, dove Cannavaro ha giocato per un periodo, l’ex calciatore capitano della Nazionale versava ogni mese denaro sul conto corrente della Fd Service. Soldi che consentivano a un suo commercialista la gestione della società, a cui facevano capo tre barche. È uno dei punti cruciali che emerge dal decreto con cui il gip Claudio Marcopido ha disposto il sequestro di beni nei confronti dell’ex difensore di Napoli e Juventus. 
Un sequestro di oltre novecentomila euro, sigilli di alcuni conti correnti bancari, mentre è stata sequestrata la imbarcazione Itama 38 del valore di 180mila euro. La presunta evasione riguarda il periodo che va dal 2005 al 2010: anni durante i quali non sarebbero state corrisposte Ires, Irap e Iva per oltre un milione di euro. Ma al di là di eventuali tecnicismi, è chiaro lo schema investigativo: proprietario di alcune imbarcazioni, Cannavaro avrebbe creato una società di nolo a terzi, usufruendo di un regime fiscale favorevole, ottenendo sgravi e vantaggi per un servizio mai realmente offerto. Le barche sarebbero state usate sempre dalla famiglia Cannavaro, ma non erano mai realmente noleggiate. Scrive il gip: Fabio Cannavaro e la moglie hanno «sottratto ingenti (e rilevanti ai fini penali) fondi economici alla tassazione diretta ed al regime Iva». Secondo il giudice, quindi, i coniugi e i loro coindagati avrebbero «simulato operazioni fittizie di compravendita di beni di rilevante valore al fine di evitare procedure esecutive intese a soddisfare debiti contratti con il fisco». Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha ascoltato come persone informate sui fatti diversi soggetti, tra ormeggiatori e armatori e tutti hanno affermato che le barche della società FD Service venivano usate da Cannavaro e dalla moglie, «che a volte ospitavano degli amici, ma non erano mai noleggiate». 
I DOCUMENTI
Tramite un commercialista di fiducia, i Cannavaro hanno esibito alcune fatture relative a presunte locazioni delle barche: ma, nota il gip, mancano gli altri documenti che attestino le avvenute prestazioni, come attestati precontrattuali o documenti relativi al versamento di caparre, depositi cauzionali per eventuali danni alle imbarcazioni o carte che dimostrino il buon esito delle trattative. Immediata la replica difensiva. Spiegano gli avvocati Luigi Petrillo e Virgilio Marino: «Su tale vicenda è in atto da anni un importante contenzioso tributario che non si è ancora concluso, nel quale è stata rappresentata la sostanziale opinabilità dei rilievi dell’Agenzia delle Entrate».