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 2014  ottobre 21 Martedì calendario

Il caso dei coristi dell’Operà di Parigi che si sono rifiutati di cantare davanti alla donna dal volto coperto da un velo fuorilegge

A steccare, questa volta, non è stato la soprano, ma una spettatrice seduta in prima fila. La nota stonata si è vista subito, all’inizio del primo atto della Traviata all’Opéra di Parigi, venerdì 3 ottobre, quando il burqa ha rischiato di avere la meglio su Giuseppe Verdi. I fatti sono stati resi noti soltanto l’altro ieri, e confermati dal vicedirettore dell’opera Jean-Philippe Thiellay. Il «caso» è scoppiato quasi subito, durante il primo atto, quando alcuni membri del coro, e anche alcune telecamere del servizio di sicurezza, hanno notato una donna completamente velata. Un velo chiaro, elegante, ma che copriva tutto il viso, naso e bocca compresi, un velo fuorilegge in Francia dal 2011, quando è diventato obbligatorio mostrare il viso nei luoghi pubblici. 
LA POLTRONA MIGLIORE
L’evento ha rischiato di mandare in tilt la rappresentazione, visto che alcuni cantanti del coro hanno minacciato di ritirarsi se la spettatrice col burqa, seduta sulla poltrona migliore, proprio dietro al direttore d’orchestra, non avesse scoperto il viso come vuole la legge. Finora, il divieto del burqa in Francia aveva portato soltanto a qualche intervento dei gendarmi sui marciapiedi delle strade in banlieue. Qualche tempo fa aveva sollevato polemiche l’espulsione di una studentessa velata dalla Sorbona. Il caso dell’Opera è una première.
«Sono stato avvisato dell’accaduto durante l’intervallo tra il primo e il secondo atto - ha confermato Jean-Philippe Thiellay - Alcuni membri del coro mi hanno comunicato che non avrebbero cantato se non si fosse trovata una soluzione». All’Opera si sono trovati a improvvisare. Senza aspettare la fine del secondo atto, un addetto alla sicurezza ha approfittato di una pausa musicale e si è discretamente avvicinato alla spettatrice, comunicandole che poteva restare al suo posto soltanto scoprendo il viso. A quel punto il marito, seduto accanto, ha lasciato la prima fila con la moglie, che è rimasta sempre a volto coperto. La coppia avrebbe acquistato i posti a tariffa piena (231 euro) dal concierge del loro hotel a Parigi. 
«Non è mai piacevole chiedere a qualcuno di lasciare la sala di uno spettacolo, dove in principio si parla di apertura e comprensione - ha commentato il vicedirettore Thiellay - Ma in questo caso ci siamo trovati di fronte a un’evidente infrazione di una legge e non c’era alternativa; o la signora decideva di rispettare la legge, o usciva». Thiellay si è detto sicuro che la signora era venuta all’Opera «in buona fede» senza nessuna intenzione di provocare uno scandalo.
Votato l’11 ottobre 2010, il testo cosiddetto anti-burqa prevede che «nei luoghi pubblici nessuno possa portare abiti che nascondano il volto», pena una multa di 150 euro e un corso di educazione civica. Ieri il ministero della Cultura è stato costretto a redigere una nota per ricordare che la legge vale anche nei musei e nei teatri nazionali.