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 2014  ottobre 05 Domenica calendario

Russi e arabi fanno shopping in Italia

Le sanzioni decise dalla Ue in relazione alla crisi ucraina non hanno frenato l’avanzata dell’armata russa. Ovvero dell’esercito di investitori che parte da Mosca non solo per andare a caccia di trofei made in Italy ma soprattutto per riportare a casa ottime occasioni di investimento. Anche nel settore immobiliare e in quello turistico degli alberghi a cinque stelle. L’ultimo colpo è stato messo segno nei giorni scorsi: i fratelli Musa e Mavlit Bazhaev, di un’importante famiglia cecena impegnata nell’estrazione e nella vendita di gas, olio e petrolio, hanno acquistato per 180 milioni il Forte Village attraverso la società Progetto Esmeralda già impegnata nella gestione del complesso turistico di Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. Il boccone è ghiotto trattandosi di uno dei più grandi resort al mondo che si è aggiudicato di recente anche l’Excellent, l’Oscar del turismo per i manager delle strutture alberghiere che hanno contribuito alla valorizzazione dell’Italia. A vendere è stata IdeaFimit per conto di tre fondi immobiliari gestiti dalla finanziaria del gruppo De Agostini. Per il direttore Lorenzo Giannuzzi, che oltre a essere da quasi vent’anni l’anima pulsante del resort è anche il regista dell’operazione, l’obiettivo è sbaragliare la concorrenza: «Mentre prima eravamo inquilini, ora, avendo acquistato la proprietà, si può pensare a investimenti importanti in termini di sviluppo e consolidamento». I fratelli Bazhaev sono riusciti a strappare il resort alla Gazprom di Mosca e si sono aggiunti all’elenco di connazionali che hanno fatto shopping di recente sull’isola. Come il colosso Rosneft, che ha acquistato dai Moratti il 21% delle raffinerie Saras di Sarroch (anch’esso a Cagliari) poco prima di diventare il nuovo azionista di maggioranza della Pirelli di Marco Tronchetti Provera.
Va detto che i russi si contendono i tesori italiani con gli emiri, già appassionati di calcio, infrastrutture, griffe di moda, banche e compagnie aeree come Alitalia, che attende l’ingresso nel capitale dell’emiratina Etihad. Gli arabi, e in particolare i fondi sovrani del Golfo, sono gonfi di liquidità da investire. Ma soprattutto sono attratti dalle meraviglie della Penisola.
IL QATAR FA IL PIENO
Il primo a muoversi è stato il Qatar che nel 2012 si è aggiudicato il complesso alberghiero della Costa Smeralda per 600 milioni di euro (4 alberghi, il porto, negozi, ville e terreni inedificati) e sta finanziando anche il nuovo ospedale San Raffaele di Olbia.
A fare gola sono infatti gli alberghi oltre al mattone di pregio nelle grandi città. A cominciare dalla Capitale: lo stesso Qatar, attraverso il suo fondo sovrano, ha messo le mani sul Regina Baglioni e puntato i riflettori sull’Excelsior e sul Grand Hotel della Starwood. L’hotel Eden di via Ludovisi è stato acquistato dal gruppo Dorchester del sultano del Brunei. Inoltre, Abu Dhabi è interessata alle suites Boscolo in piazza della Repubblica e in via San Nicola da Tolentino. Mentre l’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al-Thani, ha acquistato al prezzo di 100 milioni un enorme spazio commerciale a Piazza di Spagna per ospitare l’attività della casa di alta moda Valentino (rilevata per 700 milioni) che attualmente occupa il palazzo al centro di Piazza Mignanelli.
A Milano la Qatar Holding ha invece scommesso sul progetto di sviluppo di Porta Nuova rilevando il 40% del progetto di riqualificazione urbana da due miliardi di euro insieme alla Hines Sgr.
Il fondo sovrano del piccolo emirato ha inoltre acquistato nel cuore di Milano l’Excelsior Hotel Gallia per circa 134 milioni di dollari e il Grand Hotel Baglioni di Firenze.
Nel settore alberghiero e dei resort di lusso, la società Jones Lang Lasalle ha stimato che nel 2014 le acquisizioni in Italia raggiungeranno i 600 milioni con investitori mediorientali in prima linea.
NON SOLO RESORT
L’interesse è concentrato su location classiche come Milano, Roma, Venezia e Firenze. Nel corso del 2013, ad esempio, il Four Seasons di Firenze, 5 stelle lusso, è stato rilevato dal fondo del Qatar, mentre il gruppo turco Permak si è aggiudicato il San Clemente di Venezia e l’Hotel Mediterraneo di Cagliari è finito a investitori russi cui fa capo anche l’hotel Berg Luxury di Roma. Non solo. La Qatar Charity Foundation, che sta finanziando la creazione di luoghi di culto in Italia e in Europa, ha speso 4 milioni a Roma per comprare un palazzo di quattro piani in periferia destinato a ospitare una moschea e la scuola coranica. Altri 2,5 milioni sono stati stanziati nel 2013 per la costruzione di centri islamici a Ispica, Messina, Catania e Comiso.
Ma la mappa degli investimenti esteri nel nostro Paese si fa sempre più fitta, dove gli indiani hanno piazzato la loro liquidità sull’industria pesante e i cinesi hanno messo nel mirino brand della moda, marchi industriali storici come Ferretti e Benelli ma anche quote di colossi come Eni, Enel, Generali e Fiat. Con quote di poco superiori al 2%, la Banca centrale cinese si è seduta di peso nel salotto buono della nostra economia. Le acquisizioni di Pechino in Italia sfiorano già quota 40 miliardi.