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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

De Magistris si fa male da solo

Brutta storia quella di De Magistris. Ma occasione per riflettere.
1) I reati sono composti da un elemento oggettivo, la condotta, e un elemento soggettivo, il dolo o la colpa. Nel caso di De Magistris, la condotta che gli è stata contestata consiste nell’aver acquisito tabulati concernenti utenze telefoniche di parlamentari senza l’autorizzazione delle Camere, pur prevista dalla legge.
L’elemento soggettivo potrebbe consistere, alternativamente, nel dolo o nella colpa. Dolo, se De Magistris avesse saputo che quelle utenze erano in uso a parlamentari e avesse deciso di acquisirle senza autorizzazione, magari per non pregiudicare l’inchiesta, mettendo sul chi vive la mala gente su cui indagava. Colpa se avesse ignorato l’esistenza della legge che imponeva l’autorizzazione o se avesse omesso di accertare a chi appartenevano le utenze prima di chiederne i relativi tabulati; o comunque se non avesse fatto tutti gli accertamenti possibili. Si avrebbe colpa anche nel caso in cui avesse detto al suo consulente Genchi qualcosa del tipo: fa tu poi mi racconti; un pm non può delegare in maniera così generica l’attività investigativa.
Infine l’elemento soggettivo potrebbe mancare completamente se Genchi, pur avendo ricevuto direttive precise, avesse agito di sua iniziativa senza avvertirlo di quello che stava facendo.
Siccome è stato condannato per abuso di ufficio, reato per cui è richiesto il dolo, evidentemente il Tribunale ha ritenuto sussistente la prima ipotesi. Se avesse agito con colpa il reato non sussisterebbe, ma De Magistris sarebbe esposto a richieste di risarcimento danni in base alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Con la motivazione si saprà perché i giudici hanno ritenuto che De Magistris sapeva e tuttavia ha acquisito senza autorizzazione.
2) De Magistris se l’è presa con i giudici che lo hanno condannato. Tra le altre cose, ha detto che il reato di abuso in atti di ufficio a contenuto non patrimoniale (aver volontariamente cagionato a terzi un danno ingiusto) non è mai stato contestato a nessuno e che questa sarebbe la prova della persecuzione cui lui è sottoposto. In realtà, ad oggi, Italgiure (il sistema di ricerca dei precedenti giurisprudenziali) riporta 83 sentenze di Cassazione in merito a questo reato.
Ora, è vero che, per le intercettazioni e acquisizioni di tabulati, la legge che garantisce ai parlamentari l’impunità è particolarmente odiosa e che si fa fatica ad accettare che non richiedere una preventiva autorizzazione (che di fatto rende inutili le intercettazioni e permette accorte predisposizioni difensive quanto ai tabulati che provassero equivoche frequentazioni) provochi un danno ingiusto a chi, magari, ne ha fatte di cotte e di crude. Ma il magistrato è schiavo della legge, per sbagliata che possa essere. E, se non la osserva, le persone che questa protegge subiscono un danno “ingiusto”.   
3) De Magistris ha annunciato la sua volontà di non dimettersi nonostante la legge Severino preveda la sua decadenza dalla carica di sindaco. Ha anche illustrato una sua irritante strategia, volta a vanificare lo spirito della legge qualora venisse dichiarato decaduto: lascerò l’incarico al vicesindaco e tornerò con tutti gli onori nel 2016.
Questo suo atteggiamento è inaccettabile, e – per quanto mi riguarda – particolarmente fastidioso. Il disprezzo per la legge così volgarmente esibito è criminogeno: “se il sindaco di Napoli se ne fotte”, ovviamente anche io... E che questa condotta vergognosa la tenga un magistrato, per me –magistrato – è causa di forte disagio.
4) Io De Magistris lo conosco; non è un mostro di simpatia, ma non avrei mai pensato che arrivasse a queste pubbliche manifestazioni di disprezzo per la legge che ha pur servito per qualche anno. Mi sono fatto l’idea che, anche lui, sia rimasto vittima di un virus tipicamente italiano, quello che induce le persone che ricoprono cariche pubbliche elettive a ritenere di essere passati di categoria: “Mi hanno eletto, le sentenze dei giudici non possono privare i cittadini della personachehannosceltopergovernarli, rappresentarli in Parlamento, fare il sindaco ... è un attentato alla democrazia”.
Si tratta di un virus introdotto nel nostro Paese da B. (prima idiozie del genere nemmeno si pensavano) e che deve essere particolarmente contagioso se ha infettato perfino uno che ha applicato la legge per molti anni. De Magistris dovrebbe rendersi conto che questo esibito disprezzo per la legalità autorizza pensieri malvagi: “Forse, anche quando faceva il magistrato la pensava nello stesso modo...”.   
5) Nonostante tutto, De Magistris conserva un consenso importante. E più ne aveva quando venne eletto parlamentare europeo (400.000 preferenze, una mostruosità) e poi sindaco di Napoli. Le ragioni del consenso sono evidenti: aveva indagato i potenti che si erano vendicati. I suoi elettori sapevano poco o nulla di lui e delle indagini che aveva iniziato; certamente non erano in gradodicomprendernegliaspetti giuridici. Ma lui era quello che tutti loro avrebbero voluto essere: quello che – finalmente – gliela faceva vedere a questi ladri che ci malgovernano e ai loro complici.
 Non vi viene in mente B.? Capite come la democrazia abbia bisogno di cultura e consapevolezza? E che, in mancanza di ciò, questa panaceadelleelezionibasatesulle preferenze rischia di essere una pericolosa illusione?