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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

Da Kabul un elogio per le donne

Straniera, non musulmana, e nonostante questo, o per questo, «visibile». Rula Saade, moglie del neo presidente afghano Ashraf Ghani, ha assunto un ruolo di figura pubblica inedito nella storia recente del Paese, controverso ma confermato dal tributo che l’economista succeduto a Hamid Karzai le ha rivolto dopo il giuramento, lunedì. «Ringrazio la mia partner e sposa per il sostegno dato a me e all’Afghanistan», ha detto l’ex esperto della Banca mondiale, poi ministro delle Finanze. «Ha sempre aiutato i rifugiati, le donne, i bambini e sono certo che continuerà a farlo», ha aggiunto Ghani, anticipando l’impegno che la moglie avrà probabilmente nei prossimi anni.
Americana-libanese, cristiana, la nuova First Lady ha incontrato Ghani all’Università americana di Beirut, dove entrambi studiavano negli anni 70. Madre dei suoi due figli, ha seguito il marito in vari incarichi all’estero e di recente ha partecipato alla sua campagna elettorale, culminata nella vittoria in giugno e confermata da pochi giorni, risolti i contenziosi con lo sfidante Abdullah Abdullah. L’occasione per uscire allo scoperto era arrivata lo scorso 8 marzo quando Rula aveva tenuto un discorso a Kabul, davanti a migliaia di afghane, nessuna con il burqa. Un passo che aveva diviso il Paese: anche se le maggiori sfide per l’Afghanistan ora sono altre — povertà, sicurezza, rapporti con i talebani e con Washington — la questione femminile è un nodo tutt’altro che sciolto.
Lo sapeva la moglie di Karzai, Zinat. Ginecologa, anni di lavoro in Pakistan, durante la lunga presidenza del marito non si era quasi mai fatta vedere. La «First Lady invisibile», qualcuno la chiamava. In una rara intervista alla Bbc , nel 2013, si era detta convinta che «il Paese non era pronto: dopo 30 anni di guerre ci vorrà tempo per cambiare, in linea con la nostra cultura e le tradizioni». Rula Ghani pensa invece che il tempo sia venuto. Molti concordano e la paragonano a Soraya, moglie di re Amanullah Khan, che negli anni 20 fu la prima a togliersi il velo. Ma la visibilità della First Lady è anche oggetto di forti attacchi. Se tutti i candidati hanno corteggiato il voto femminile, se molte afghane hanno assunto dal 2001 ruoli impensabili sotto i talebani, il Paese resta patriarcale, le Ong denunciano ogni giorno discriminazioni sessuali. E Rula è stata accusata di tutto, perfino di voler «convertire le afghane al cristianesimo». «La sua sola presenza al palazzo presidenziale sarà fatale per la nostra fede», ha dichiarato Mawlawi Habibullah Hussam, un imam di Kabul. Altri sottolineano il suo essere «americana», in una fase in cui i rapporti con gli Usa stanno tornando delicati. Poche ore dopo quel grazie alla moglie, Ghani ha firmato un accordo con gli Usa che permetterà loro di restare a lungo nel Paese.